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Bonnie & Clyde all’italiana truffavano ristoranti ed alberghi in regione


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Agiva in totale sintonia una affiatata coppia residente a Besozzo (VA). Lui, Pasquale Z. originario pugliese di 56 anni, lei, Caterina S. varesotta di 42 anni. Entrambi titolari di un tour operator, hanno pensato bene di girare in lungo ed in largo l’Emilia Romagna per contattare ristoranti ed alberghi di piccoli paesi ai quali rifilare falsi soggiorni e banchetti per inesistenti gruppi di vacanzieri.

La truffa era stata pensata molto bene. Infatti, dapprima la donna contattava telefonicamente il ristorante-albergo per promuovere il banchetto-soggiorno, quindi, di lì a poco, si presentava il complice, direttamente sul posto, e, approfittando del momento di crisi che ha investito anche il settore turistico, persuadeva la vittima che alla fine accettava la convenzione dietro compenso, variabile, a seconda della consistenza del gruppo, da 450 a 650 euro.

Una volta accaparrato il denaro e rilasciata al ristoratore una copia dell’inesistente convenzione, l’uomo di dileguava, pronto a presentarsi professionale ed affidabile alla prossima vittima, alla quale proponeva il medesimo affare.

La giostra di Bonnie & Clyde all’italiana è andata avanti per diversi mesi fino a quando, un noto ristoratore di Serramazzoni, ricevuta la telefonata della donna e fiutando puzza di bruciato, ha avvisato immediatamente i Carabinieri i quali si sono fatti trovare pronti per il giorno e l’ora convenuta per la stipula della falsa convenzione.

L’uomo, come al solito, si è presentato presso il ristorante di Serramazzoni dal quale è uscito dopo avere stipulato l’ennesima convenzione per un presunto banchetto di vacanzieri, dietro compenso di 480 euro. Questa volta però, ad attenderlo fuori, ha trovato i Carabinieri i quali, dopo aver accertato l’identità dell’uomo ed il reale proposito criminoso arrestavano il falso promoter e restituivano il denaro estorto.

L’attività investigativa dei Carabinieri di Serramazzoni non si è però fermata al singolo episodio narrato. Attraverso perquisizioni domiciliari e pedinamenti, si è scoperto un giro d’affari gigantesco che finora ha portato alla individuazione di 116 attività raggirate dalla coppia di operatori turistici, tutti ristoranti ed alberghi, non solo della provincia di Modena, ma anche di Parma, Reggio Emilia e Piacenza.

Il giro di affari scoperto dai Carabinieri fino ad ora ammonta ad oltre 60.000 euro, tuttavia non è da escludere che il giochetto dei falsi soggiorni possa avere interessato altre province o addirittura altre regioni.