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L’assessore Lusenti commenta le notizie sulla situazione in Emilia-Romagna dell’infezione Hiv tra le persone tossicodipendenti


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“Il rischio di infezione da Hiv è ancora frequente tra le persone con tossicodipendenza, anche se si è molto ridotto nel corso degli anni. Prima di ogni approfondimento per cercare di ricondurre alle corrette proporzioni il fenomeno in Emilia-Romagna rispetto a quanto riportato dalla stampa, è però necessaria una premessa”.

“Il rischio di infezione da Hiv riguarda tutti: parlare solo di persone con tossicodipendenza, e tra queste per altro solo di quelle seguite dai SerT, rischia da un lato la loro ghettizzazione, dall’altro che si diffonda una sottovalutazione del problema da parte di tutta la popolazione. Non dimentichiamo che la modalità più frequente di contagio è riconducibile a comportamenti sessuali (l’88% dei casi nel 2009)”.

Inizia così la replica dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti, in relazione alla situazione in Emilia-Romagna dell’infezione Hiv tra le persone con tossicodipendenza seguite dai SerT, riportata dalla stampa il 29 e 30 agosto e riferita alla Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, uscito nel giugno scorso.

“L’elaborazione dei dati che le Regioni forniscono annualmente al Ministero, e che la stampa ha riportato, non risulta affidabile. Proporre come indicatore il rapporto tra i sieropositivi storici a tutto il 2009 e i test effettuati nel solo 2009 produce un dato, in tutta evidenza, inattendibile dal punto di vista statistico”, ha detto Lusenti. “E sulla questione – ha aggiunto – abbiamo già inoltrato al Ministero le nostre osservazioni”.

“Il dato che può offrire il nostro sistema informativo è attendibile e, credo, comprensibile: attraverso l’analisi dei dati relativi ai nuovi utenti che accedono ai servizi – ha detto l’assessore – viene fornita l’incidenza annuale del fenomeno tra coloro che accedono e che accettano di effettuare il test. E i risultati mostrano un assoluto miglioramento nel corso degli anni”.

Secondo tali dati, la percentuale dei positivi è diminuita notevolmente: nel 1991, l’anno in cui è partito il flusso informativo, i positivi tra i nuovi utenti erano il 22%, nel 2000 il 7,1%; nel 2009, su 2.565 nuovi utenti, 580, il 22,6% del totale, ha accettato di effettuare il test: 18 sono risultati positivi al virus HIV, 562 negativi.

“Siamo consapevoli – ha aggiunto Lusenti – che una percentuale del 22,6% di nuovi utenti che accettano di effettuare il test non è soddisfacente. I Servizi lo propongono sempre a tutti, ma l’adesione è una libera scelta, non un obbligo. Noi lavoriamo per incrementare e migliorare il risultato e abbiamo già in corso un progetto regionale che prevede formazione e iniziative per migliorare il counselling all’utente”.

“Questo progetto si affianca alle iniziative di lotta all’Aids che abbiamo in campo da anni, in collaborazione con le associazioni di volontariato. Continueremo a lavorare per realizzare campagne informative e iniziative di formazione sia per aumentare la consapevolezza di tutti riguardo ai comportamenti a rischio, sia per favorire l’adesione al test Hiv (eseguibile in anonimato e gratuitamente in tutto il territorio regionale), anche attraverso il numero verde 800 856 080 e il sito www.helpaids.it che forniscono tutte le informazioni necessarie”.

L’assessore ha poi commentato l’indice inferiore di mortalità per overdose che registra l’Emilia-Romagna rispetto alla media nazionale (0,86 decessi per 100.000 abitanti contro 1,26), riportato nella relazione: “è da mettere anche in relazione – ha detto -all’impegno complessivo dei servizi, compresi quelli di riduzione del danno, come le unità di strada”.