Mercoledi 1° Settembre alle ore 18, assemblea provinciale dei Precari della Scuola di Modena in via Carteria 49, per decidere le prossime scadenze di lotta.
I 400 licenziamenti di precari della scuola previsti per la provincia di Modena sono diventati una tragica realtà in questi giorni. Il numero dei docenti e del personale Ata che avrà un contratto annuale è drasticamente ridotto. Ridicoli anche i numeri delle assunzioni in ruolo. Sono solo 10mila i docenti e 6500 gli Ata assunti in tutto il territorio nazionale (a fronte di centinaia di migliaia di precari!). Una vera e propria miseria: a Modena in tutte le scuole superiori ci sono solo 12 assunzioni in ruolo!). Soprattutto, a tutti quelli che sono rimasti fuori da questa tornata di assunzioni è garantito un futuro di precarietà a vita o, peggio, di disoccupazione. Il cosiddetto decreto “salvaprecari” (una sorta di cassa integrazione al ribasso) voluto dal ministero dell’istruzione è una truffa: ci chiedono di accettare un futuro di disoccupazione in cambio di pochi euro al mese (meno della disoccupazione) e di qualche punto in graduatoria che probabilmente non ci servirà mai più. Tra l’altro, soltanto una fascia ristrettissima di precari della scuola potrà avere accesso a questo ammortizzatore sociale.
A Modena, le cattedre sono scomparse non solo per i tagli delle ore di insegnamento e per l’aumento del numero di alunnni per classe, ma anche perché gli insegnanti in esubero sono stati “ricollocati” su materie di insegnamento considerate “affini”, ma che in realtà richiedono un percorso di studi completamente diverso. Si tratta di un danno non solo per i precari licenziati, ma anche per gli studenti che avranno docenti che insegneranno materie di cui hanno scarsa competenza.
La pesantezza dell’attacco in corso nei confronti dei lavoratori della scuola (180 mila licenziamenti in tre anni, proposte di regionalizzazione dell’istruzione, legge Brunetta, blocco degli scatti stipendiali per tre anni per il personale di ruolo, aumento dell’età pensionabile) richiede risposte forti. Solo con la lotta ad oltranza e con l’unità dei lavoratori si respingono i tagli. Mercoledì in assemblea decideremo le prossime scadenze di lotta, ma una cosa è certa: sarà lotta dura, ora non abbiamo più nulla da perdere.
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