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Modena, Cardone (PSI) sui condoni fiscali

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Sembra che si siano placate le notizie sulle “case“, sui “mobili acquistati“ e sulle esternazioni del “macellaio e tabaccaio“ dei parenti acquisiti dell’On/le Fini. Perplessi per la “pruriginosa“ dialettica politica, scandalizzati dal finanziamento di Unicredit alla “Associazione Calcio Roma“ per l’acquisto di un calciatore, avevamo tenuto in serbo l’attenzione su una ipotesi, di “legge ad aziendam“ approvata dal Parlamento il 12 maggio 2010.

Vista la nota titolata “Lo Spillo“ apparsa sul quotidiano il “Giornale“ del 28 agosto dove conclude : “ …bene le notizie, ma a condizione che non disturbano il manovratore. E nemmeno i suoi amici”. A buon intenditore ……!

Sembra che la norma interessi, particolarmente, la società Arnoldo Mondadori Editore spa…..si la società controllata dalla Fininvest con il 50,135 %, quindi, qualche organo di stampa ha riportato, ripreso dalla semestrale Mondadori, l’iscrizione di un accantonamento di 8,6 milioni di euro a copertura di un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo di una operazione straordinaria del 1991, quando fu acquisita la società Mondadori, da parte della famiglia Berlusconi, culminata con la fusione per incorporazione della Arnoldo Mondadori Editore Finanziaria spa.

L’operazione di fusione fu considerata, fiscalmente sospetta dall’Amministrazione Finanziaria e quindi a carico della società fu emesso un avviso di accertamento, portante una richiesta di maggiore imposta ai fini IRPEG ,in moneta attuale, di € 173 milioni che sommati ad interessi a sanzioni ad € 350 milioni.

Abbiamo letto le valutazioni delle opposizioni parlamentari, interventi tardivi e timidi, pensate che la legge è stata approvata in maggio e solo recentemente si è parlato della cosa, del resto l’arrivo fuori tempo massimo, su questioni fiscali, è una costante, ricordiamo che, anche, in occasione dell’approvazione dello “scudo fiscale“ ci furono ambiguità e ritardi. Ma come si fa a non accorgersi di una norma così ambigua ? Anche a proposito della TIA, come si fa a stare zitti sullo scippo alle famiglie, che hanno pagato l’IVA non dovuta ? Al riguardo si è praticato il gioco delle tre carte avendo considerato la TIA una tariffa, sorella gemella della TIA “fiscalevestita” e bocciata dalla Corte Costituzionale. Bastava andare a leggere, bene, il testo e le motivazioni, come fecero i Radicali che emendarono il comma con la cancellazione.

La norma che “condona“ attraverso il pagamento del 5 % della pretesa tributaria, nel caso di contenzioso con i due primi gradi di giudizio favorevoli al contribuente, ha avuto un iter molto travagliato, ma è stato, alla fine, surrettiziamente inserito nel Decreto Incentivi all’art. 3, comma 2 bis lett. b) con richiamo al condono fiscale del 2002 sulle liti fiscali pendenti.

La Mondadori, pur avendone i titoli, all’epoca, condono 2002, non chiuse il contenzioso…..molto probabilmente l’aveva ritenuto troppo oneroso, l’aliquota era del 10 % più interessi.

Un’altra cosa interessante: gli incassi della “sanatoria“ saranno devoluti al finanziamento delle “missioni internazionali di pace” .

La questione, sul piano della successione degli atti riferiti alle competenze assegnate agli organi preposti (Cassazione e Avvocatura dello Stato) presentano percorsi “tortuosi“ che, allo stato sono al vaglio della Magistratura Ordinaria.

Risulta che l’Agenzia aveva proposto ricorso per Cassazione, quindi, si presume che non aveva ravvisate le condizioni per l’abbandono della lite, così come indicato nella Circolare 49 del 30 maggio 2001, molto verosimilmente l’operazione era stata considerata elusiva ai sensi dell’art. 10 della legge 29/12/1990,n° 400 e che nell’anno 2010, perlomeno fino alla vigilia dell’approvazione della norma (Decreto Incentivi ) la “caus“ già iscritta a ruolo della sezione tributaria della Suprema Corte, su legittima richiesta della società Mondadori, fu trasferita alle Sezioni Unite della Cassazione, quindi nel “limbo“, qualcuno dice, in attesa della “sanatoria in gestazione“ !

All’atto della fusione la Mondadori sapeva, come previsto dall’art. 123 del TUIR e dall’art. 34 della legge 142/1992 in attuazione della Direttiva CEE 90/344, della neutralità fiscale dei risultati delle fusioni, anzi la nostra legislazione garantista, all’epoca dava la possibilità all’azienda di richiedere il parere preventivo dell’Amministrazione Finanziaria (legge 413/91 – interpello speciale).

Sarà interessante conoscere il numero dei contribuenti interessati alla “sanatoria“ ed il gettito….anche se ci sentiamo di anticipare i nostri dubbi quantitativi…..data la fattispecie e viste le disposizioni dell’Agenzia nel caso di soccombenza degli uffici nei primi due gradi di giudizio.

(Mario Cardone, Direttivo Provinciale PSI Modena)