Dopo 65 anni e attraversando indenne un pezzo di storia, è ritornata a Casalgrande, nelle mani dei legittimi discendenti, la piastrina di guerra di Mario Campioli, classe 1922. Un cimelio della seconda guera mondiale, ricco di ricordi e significato per chi l’ha vissuta e per chi, come il figlio di Mario, Moreno, ha ascoltato numerosi racconti su di essa.
Un viaggio che inizia dall’Alta valle Argentina, in provincia di Imola, nelle vicinanze del confine italo-francese: qui, dal giorno dell’armistizio del 1943, si registravano caos e violenze, dovuti al disperdersi delle truppe italiane, di fatto “intrappolate” e delle rappresaglie delle armate tedesche contro i nostri soldati, accusati di essere dei traditori. Proprio per sfuggire agli inseguimenti degli ex compagni di guerra, i soldati italiani percorrevano disperatamente quella fetta di territorio per riprendere la via di casa. Così, nella fuga contro la morte, Campioli perse la sua targhetta di guerra, ricordo di un’esperienza tragica e al tempo stesso importantissima.
Questa mattina il sindaco Andrea Rossi ha riconsegnato, nel corso di una cerimonia ufficiale in Municipio, quella piastrina nelle mani del figlio Moreno, residente a Casalgrande, il quale ha accolto con commozione questo prezioso ricordo del padre oramai scomparso. Il ritrovamento è avvenuto grazie alla solerzia di due impiegati comunali residenti in valle Argentina ma che lavorano a Sanremo, che questa estate hanno subito messo in moto gli uffici del loro ente per risalire all’origine del cimelio e per fare contattare l’omologo ufficio anagrafe del Comune di Casalgrande.
Dopo i vari contatti tra liguri ed emiliani, e una cerimonia di riconsegna della piastrina di riconoscimento da parte delle autorità sanremesi ai nostri amministratori, la medaglietta è finalmente giunta nelle mani dei suoi eredi.
Sulla piastrina identificativa, solitamente costruita in metallo resistente all’acqua, venivano incisi il cognome, il nome, un numero identificativo del Corpo o del Reparto a cui il militare apparteneva, eventuali dati medicali. Il personale militare impiegato in azioni di guerra indossava due piastrine identiche per permettere l’identificazione del cadavere in caso di morte e per riconsegnarne una ai familiari dei caduti.