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Casalgrande, il sindaco sulla finanza di progetto per la casa protetta


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In relazione alle dichiarazioni di Simone Pellati (Pdl) sul tema della casa protetta, apparse sulla stampa, ritengo opportuno esprimere alcuni concetti già espressi nel consiglio comunale del 6 settembre, utili, penso, per non innestare fraintendimenti.

– Il nostro territorio, nel particolare contesto industriale e produttivo in cui si trova, ha un alto tasso di urbanizzazione, frutto degli anni ’60 e ’70, un territorio del quale però non vorrei che non fosse sminuita l’importanza dal consigliere Pellati di un paesaggio comunque che annovera diverse aree verdi che arricchiscono il nostro contesto come l’area di S. Donnino, la fascia del Secchia e il profilo pedecollinare, di pregevole valenza naturalistica e paesaggistica. Non si dimentichi inoltre che la stessa industrializzazione che nel produrre prodotto un territorio fortemente insediato e urbanizzato ha garantito la ricchezza e il benessere diffusi alla nostra comunità, come la storia ci insegna.

– L’individuazione dell’area di Casalgrande Alto per la realizzazione della casa protetta, non è casuale, ma bensì frutto di determinate valutazioni: innanzitutto quella di completare il naturale abitato della zona, che ha visto i primi insediamenti negli anni ’60 e ’70, e ricordo che è stata sempre connotata, nei diversi piani regolatori precedenti, come area a vocazione residenziale che doveva ospitare già una struttura a valenza sociale e ricreativa a uso dei cittadini di Casalgrande alto. Inoltre, questa operazione -diversamente dall’ipotesi di una delocalizzazione in aree industriali dismesse come proposto da Pellati, idea certo affascinante ma per chi conosce e amministra un comune sa che è di difficile realizzazione, poiché sottintende un accordo con dei privati che a fronte di un’eventuale trasformazione sono interessati a una messa a rendita della stessa- consente di vedere sorgere la struttura in un contesto dove vi è un collegamento ciclopedonale, connettendosi così al sistema della comunità, dove sorgerà poi un’area a finalità ricreative e sociali. Una combinazione che consentirà di migliorare la qualità dell’offerta di servizi e, in sintonia con le strutture già esistenti per la terza età e la disabilità come la Mattioli Garavini, di costituire un vero e proprio polo dei servizi socio-sanitari in una logica delle politiche socio-sanitarie integrate.

– Lo strumento dell’accordo urbanistico in base alle normative vigenti (legge regionale 20/2000 articolo 18), consente di realizzare degli interventi all’insegna della trasparenza. Intervento che per il nostro Comune non produce l’aumento del carico urbanistico e residenziale, poiché la capacità edificatoria è stata determinata riducendo altre capacità in altre zone nel quadro di un accordo urbanistico compensativo.

– La procedura del project financing prevede l’utilizzo del partenariato pubblico-privato per il finanziamento e la gestione di infrastrutture e opere pubbliche, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Attualmente il Comune dispone di 1.700mila euro per la copertura dell’opera, derivanti dal contributo regionale e dall’accordo urbanistico, importo che corrisponde al 28% del costo complessivo dell’opera. Già oggi saremmo nelle condizioni di procedere alla finanza di progetto che- ricordo a Pellati- prevede che il pubblico rimanga proprietario e controllore della struttura pur dandone la gestione al privato sociale, che non è proprio la situazione attualmente in essere per Mattioli Garavini. Questo strumento di evidenza pubblica prevede che possano concorrere società di qualsiasi natura, private e cooperative. Una gestione che non può essere comunque pubblica, in virtù delle politiche nei confronti governative restrittive nei confronti degli enti locali, che introducono limiti sull’uso del personale.

– Siamo solo all’inizio del percorso e ho annunciato in consiglio comunale che punto ad arrivare ad almeno il quaranta per cento dell’opera, affinché il project financing gravi il meno possibile sul bilancio nella parte corrente; cercheremo il coinvolgimento della comunità per il sostegno della realizzazione dell’opera, e siamo sicuri che a fine 2011 la prima pietra sarà posata.