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Carpi, resoconto consiglio comunale 16/9


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Due sono state le interrogazioni a cui ha risposto nel corso dell’ultimo Consiglio comunale di Carpi di giovedì 16 settembre l’assessore alla Polizia Municipale Carmelo Alberto D’Addese.

La prima è stata presentata dal capogruppo della Lega nord Argio Alboresi: “considerato che da tempo una percentuale considerevole di abitanti in via Trento e Trieste – si legge nel documento letto in aula – si è mobilitata per il problema parcheggi e che non si riesce a comprendere perché su tale via non vi siano attualmente parcheggi gratuiti, ne si prevedano nel nuovo Piano da poco presentato, preso atto del disagio arrecato con tali norme agli abitanti della via chiediamo una risposta motivata sul perché questa non debba avere parcheggi gratuiti”. L’assessore D’Addese ha citato nella sua risposta la normativa di legge sottolineando che via Trento e Trieste è all’interno della zona A definita dal Piano Regolatore Generale vigente, che comprende cioè parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi. L’amministrazione comunale ha compiuto tutte le prescrizioni della normativa citata: ricordiamo l’approvazione del progetto del parcheggio multipiano del 2005 con sosta libera, il Piano di riorganizzazione dell’accesso e sosta dei veicoli in centro del 2006 e anche che nelle vicinanze di via Trento e Trieste, in via Catellani, sono stati previsti stalli liberi sul lato ovest e a disco della durata di 120’ sul lato est in grado garantire un buon ricambio. La regolamentazione della sosta inoltre è stata attuata dopo una lunga azione di monitoraggio sull’utilizzo degli stalli durante le varie ore della giornata da parte dei cittadini che si recano nel centro storico e dei residenti. Pertanto si ribadisce che la regolamentazione dei parcheggi nel centro storico rispetta la proporzione tra posti auto regolamentati da dispositivi di controllo sosta e posti a libera sosta. Inoltre i residenti del centro storico possono ottenere permessi in base ai requisiti in essa contenuti”. Alboresi ha ricordato come i cittadini di via Trento e Trieste abbiano deciso di appellarsi al Tar e di non essere soddisfatto della risposta della Giunta.

Lorenzo Paluan (Lista Carpi a 5 stelle-Rc) ha poi letto in Consiglio una propria interrogazione relativa alla corretta interpretazione dell’articolo 38 del Regolamento di Polizia Urbana “visto che ci sono state discordanti interpretazioni sul tema. Questo vieta l’elemosina anche nei pressi di cimiteri, luoghi di culto, ospedali nel caso intralci la circolazione oppure a prescindere? Nel caso la questua sia vietata sempre e comunque nei pressi dei luoghi elencati non si ritiene che ciò sia in contraddizione con quanto pubblicamente sostenuto dal Presidente del Consiglio comunale e che quindi il Regolamento sia viziato da elementi di illegittimità e incostituzionalità?” “Allo scopo di contrastare il fenomeno dell’accattonaggio, come ad esempio la presenza dei lavavetri o dei parcheggiatori abusivi, di truffe realizzate mediante raccolte fondi a beneficio di associazioni inesistenti e di altre azioni di simile natura, la Polizia Municipale – ha risposto D’Addese – svolge costantemente attività di repressione e prevenzione di tali episodi. Nel nostro territorio, specie in alcune zone del centro storico, nella zona dell’ospedale, del cimitero urbano, si manifestano spesso queste attività che provocano timori e in taluni casi disturbo alla collettività che richiede alla Polizia Municipale o alle altre forze dell’ordine di intervenire. Si ribadisce che con il nuovo Regolamento di Polizia Urbana si è cercato di regolamentare in modo chiaro e completo, tutti i casi che contribuiscono a creare insicurezza nei cittadini e ledono il decoro della città fornendo alla Polizia Municipale uno strumento attraverso il quale intervenire e cioè la sanzione amministrativa. Spesso i semplici controlli per l’applicazione di una violazione amministrativa ad un Regolamento comunale, forniscono utili elementi per contrastare reati ben più gravi. L’articolo 38 del Regolamento stabilisce che salvo quanto dettato dal Codice penale l’accattonaggio è vietato alle intersezioni stradali e ovunque si arrechi disturbo o intralcio alla circolazione, nei pressi dei cimiteri, dei luoghi di culto, degli ospedali e delle case di riposo, degli istituti scolastici, nei parcheggi pubblici o spazi a tale uso equiparati, all’interno dei mercati, delle fiere e delle manifestazioni in genere, davanti agli ingressi degli esercizi pubblici e commerciali, nei parchi e nelle aree verdi; l’accattonaggio non deve intralciare comunque l’accesso alle abitazioni e non deve causare disturbo ai passanti; è vietato l’accattonaggio effettuato con lo sfruttamento di animali; è comunque vietato, in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico, l’accattonaggio molesto, intendendosi come tale la richiesta di elemosina fatta con modalità minacciose od ostinate ed insistenti od irritanti; è altresì vietato, in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico, l’accattonaggio eseguito con modalità che ostentino o simulino piaghe, mutilazioni, disabilità od adoperando mezzi fraudolenti per suscitare l’altrui pietà o che possano offendere la pubblica decenza. Il Codice penale invece vieta esclusivamente l’accattonaggio eseguito con l’impiego dei minori e lascia i casi ‘diversi’ alla potestà amministrativa del Sindaco che in relazione a situazioni proprie e peculiari del territorio di competenza può adottare regolamenti o ordinanze in merito. Il divieto nel Codice penale è sanzionato come un reato mentre nel Regolamento di Polizia Urbana vi sono solo sanzioni di natura amministrativa. Pertanto il Regolamento e il Codice – ha concluso – non sono in contrasto tra loro poiché disciplinano casi diversi prevedendo anche sanzioni di tipo diverso”. Paluan ha replicato alle parole dell’assessore dicendosi soddisfatto per la risposta ma anche stupefatto per lo scivolamento culturale della maggioranza, “che sposa un tema tipico della propaganda populista e pedagogica. Un eccesso securitario, che dissoda il terreno a quella atmosfera che porta a mitragliare i clandestini. Nascondere il disagio e il diverso, negando al contempo una pratica, quella della questua, legata all’identità cristiana. Chi volesse da cristiano proporre un ordine del giorno per modificare questa norma troveranno il mio appoggio”.