“Non è vero che 15 anni fa il Comune di Modena ha deciso di non fare più ristrutturazioni, anche perché l’Amministrazione è diventata proprietaria degli edifici di via Nonantolana solo nell’agosto 2005. A quel punto è stata fatta una verifica sul patrimonio immobiliare per valutare le manutenzioni straordinarie da programmare negli anni successivi, anche in seguito a segnalazioni da parte degli inquilini, per esempio sulla presenza di barriere architettoniche e la mancanza di ascensori. Quindi non è vero che il Comune preferisce costruire alloggi nuovi invece di ristrutturare quelli esistenti”.
Francesca Maletti, assessore comunale alle Politiche sociali e alla casa, replica così alle osservazioni riportate oggi dalla stampa locale sulle palazzine di via Nonantolana, dove in questi mesi il Comune ha predisposto, sia direttamente che attraverso Acer, misure di vigilanza privata per il controllo dell’area e numerosi interventi straordinari, come la muratura degli accessi e le sbarre alle finestre.
“Purtroppo, e questo è il caso in esame, vi sono immobili con caratteristiche che non consentono le ristrutturazioni sia per vincoli oggettivi che per il costo dell’operazione, per nulla conveniente rispetto all’edificazione di nuovi immobili”, prosegue Maletti. “Nel 2008, la Giunta ha quindi deciso di svuotare quelle palazzine e di ricostruire 81 alloggi in altre parti della città. Gli inquilini sono stati trasferiti in altre abitazioni di Edilizia residenziale pubblica cercando di rispondere all’esigenza di restare vicini a parenti e conoscenti. Con 7 degli 11 proprietari si è già trovato l’accordo. Gli altri 4, ai quali sono state fatte numerose proposte sia economiche che di permuta, chiedono condizioni molto diverse rispetto a quanto stimato dai tecnici comunali come valore degli immobili e la legge non ci consente l’esproprio. A questo punto – prosegue l’assessore – bisognerebbe chiedere alla Lega perché utilizza due pesi e due misure: per via Nonantolana critica il Comune perchè non trova un accordo con 4 proprietari che chiedono cifre non corrispondenti al valore delle abitazioni, mentre in altri casi – come l’acquisizione dell’area e degli immobili della famiglia Goldoni-Marinelli – ricorre alla Corte dei conti perché il valore di acquisto è ritenuto eccessivo”.
“Nelle cronache di questa vicenda bisogna inoltre evitare di fare confusione tra Peep e Erp. Gli alloggi di Edilizia residenziale pubblica sono costruiti con piani di finanziamento specifici e soddisfano il bisogno abitativo della fascia più debole della popolazione, con accesso normato da regolamenti regionali e comunali. Gli alloggi Peep, invece, sono destinati all’acquisto (70%) o all’affitto per almeno 10 anni (30%) con canoni e prezzi calmierati su terreno messo a disposizione dal Comune. Il Governo Prodi aveva stanziato 550 milioni per la ristrutturazione di alloggi Erp (a Modena sarebbero stati recuperati oltre 200 appartamenti) che il Governo Berlusconi ha cancellato. E’ sempre bene ricordare le responsabilità con precisione – conclude Maletti – se non si vuole fare di ogni erba un fascio e una confusione puramente strumentale”.