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Scorie nucleari in Appennino, proposta inaccettabile


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Non sono ancora noti con precisione i 52 siti individuati dalla SOGIN come possibili aree di stoccaggio delle scorie nucleari, ma parrebbe interessata la fascia collinare emiliana. L’individuazione dei siti potenzialmente idonei sarebbe stata effettuata attraverso l’applicazione di criteri di esclusione basati sia sulla valutazione dei rischi naturali (sismicità, dissesto idrogeologico, ecc.) sia su fattori di tipo territoriale e sociale (zone montane, zone densamente abitate, ecc).

Le informazioni a disposizione sono molto limitate, ma permettono, comunque, di esprimere una posizione di ferma contrarietà alla realizzazione di strutture di questo tipo, destinate a ospitare rifiuti la cui pericolosità peserà sulla comunità e sul territorio per tempi molto lunghi e con costi – non solo economici – non risarcibili con gli incentivi economici messi a disposizione dal Governo.

Per questi motivi la proposta del consigliere regionale Filippi di localizzare un’area di stoccaggio di scorie nucleari nei gessi triassici (qualora l’alta valle del Secchia non fosse già esclusa nel percorso di scelta sopra menzionato) o anche nei gessi messiniani (effettivamente presenti nella fascia collinare emiliana) non risulta accettabile.

Peraltro la proposta non è neppure tecnicamente corretta: le caratteristiche geologiche dei gessi presenti sul nostro territorio non soddisfano i requisiti necessari, primo fra tutti, vista la presenza di altri materiali e di fratturazioni, l’assenza di rischio di contaminazione delle acque.

Filippi, facendo affermazioni completamente prive di senso e senza possedere le necessarie informazioni, dimostra di mettere le ragioni di partito davanti al benessere ambientale e allo sviluppo della montagna.

(Mirko Tutino, Assessore all’ambiente Provincia di Reggio Emilia)