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Si ferma la produzione ceramica mondiale


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La battuta d’arresto registrata nel 2009 dall’economia mondiale si è riflessa inevitabilmente anche sul settore ceramico. Secondo i dati raccolti nello studio esclusivo realizzato dalla rivista Ceramic World Review, per la prima volta nella storia industriale del settore, la produzione mondiale di piastrelle ha fatto registrare un segno meno.

L’output mondiale si è infatti fermato a 8.515 milioni di mq, arretrando del -0,1% rispetto agli 8.520 milioni di mq di fine 2008, contro un incremento medio annuo del 6-7% nel periodo 2004-2007 e del +3,2% nel 2008.

A limitare il calo complessivo, l’andamento rimasto positivo in Asia (+7,1%) e in Africa (+11.9%).

L’Asia ha prodotto 5.542 milioni mq (366 milioni mq in più rispetto al 2008), portando la sua quota sulla produzione globale al 65,1%. Tutti i maggiori paesi produttori del continente asiatico hanno aumentato la produzione nazionale. Gli incrementi maggiori nei due giganti asiatici: Cina (+200 milioni mq), India (+100).

Opposto l’andamento nei continenti americano (-7 milioni di mq in Sud America e produzione stabile in Nord America) ed europeo, che ha visto sfumare ben 400 milioni di mq. Nell’Unione Europea a 27 si sono avuti i cali più pesanti, -24,8% sul 2008, che hanno determinato un ridimensionamento della produzione a 1.076 milioni di mq.

Un rallentamento si è verificato anche nel consumo mondiale di piastrelle ceramiche. Lo scorso anno la crescita è stata infatti contenuta ad un +1,3%, toccando gli 8.460 milioni di mq, contro un +3,6% del 2008 e un +8% medio annuo degli anni precedenti. Molto simile a quello della produzione è l’andamento dei consumi per area geografica. La crescita più elevata della domanda si è registrata ancora in Asia: +8,2%, per un totale di 5.273 milioni mq. In crescita anche Africa, (+10,0%, salita a 472 milioni mq), e Centro-Sud America (+1% a 909 milioni mq). Europa e Nord America, per contro, le aree in cui i consumi si sono contratti. In Nord America la domanda è scesa da 404 a 360 milioni mq (-10,9). In Unione Europea la domanda è crollata a 991 milioni mq (230 milioni in meno sul 2008, -18,8%), risultato del calo generalizzato in tutti i paesi dell’area, con il picco negativo in Spagna (-84 milioni mq). In flessione (-11,1%) anche la domanda nell’area Europa extra-UE, pari a 418 milioni mq, dove però la contrazione è imputabile al crollo della domanda in Russia (50 milioni mq in meno).

Il confronto del contributo di ogni continente alla produzione e al consumo mondiali di piastrelle continua a mostrare le evidenze emerse in passato, ossia una sostanziale omogeneità dei due valori, a riprova che si tende a produrre laddove si consuma: l’Asia rappresenta il 65% della produzione e il 62% del consumo mondiali, l’Europa (UE + Extra-UE) rispettivamente il 17,2% e il 16,6%, le Americhe il 14% e il 15% e l’Africa il 4% e il 5,6%.

È però sulle dinamiche esportative che si è realmente abbattuta la scure della crisi mondiale.

I flussi di import/export, che avevano già rallentato pesantemente la loro crescita nel 2007 (+2,4%) e nel 2008 (+0,47%), nel 2009 hanno perso il 9,6% scendendo da 1,919 a 1,735 milioni mq. (184 milioni mq in meno rispetto al 2008, -9,6%), un calo che riporta i flussi di commercio internazionale sui livelli del 2005. La gelata sulle esportazioni mondiali ha coinvolto, seppure con diversa intensità, tutte le aree del pianeta, ad eccezione dell’Asia che, tuttavia, ha aumentato il proprio export in misura ben più contenuta che in passato.

L’export dell’Unione Europea è sceso a 660 milioni mq (-19,3%), 158 milioni mq in meno rispetto al 2008, di fatto la somma delle perdite italiana (-74 milioni mq) e spagnola (-70 milioni mq). L’Europa extra-UE è scesa da 128 a 96 milioni mq (-25%), il Centro-Sud America da 116 a 92 milioni mq (-20,7%), il Nord America da 67 a 56 milioni mq (+16,4%), l’Africa da 36 a 33 milioni mq (-8,3%). Come si diceva, in aumento solo l’Asia, salita da 753 a 797 milioni mq (+5,8%).