Home Lavoro Casadei (PD): Sostegno ai lavoratori “atipici” priorità per la Regione Emilia-Romagna

Casadei (PD): Sostegno ai lavoratori “atipici” priorità per la Regione Emilia-Romagna


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Secondo l’ISTAT oggi in Italia più di un lavoratore su due sotto i 34 anni ha un contratto a termine al primo impiego, non può contare su nessuna rete di sostegno e non sa che tipo di futuro si sta costruendo. Lo stipendio non cresce mentre crescono i costi della vita quotidiana, non sa su che pensione potrà contare alla fine del proprio percorso lavorativo, e in caso di perdita del lavoro non ha diritto a nessun assegno di disoccupazione o ad altre forme di tutela.

Questo fenomeno colpisce tutta l’Italia ed è tempo che la politica lo assuma come emergenza prioritaria a cui dare risposte concrete. La questione è di scottante attualità anche in Emilia-Romagna, dove nello stesso arco di tempo l’occupazione a tempo indeterminato è crollata. Nella nostra regione, tradizionalmente all’avanguardia nella tutela dei cittadini e nella salvaguardia del lavoro, occorre lavorare in fretta per dotarsi di strumenti innovativi che possano sostenere le persone che perdono il lavoro e che contribuiscano a ridurre le disuguaglianze tra occupati nonché le discriminazioni fra lavoratori di età e contratti diversi (lavoratori parasubordinati, giovani del mondo delle partite, ricercatori, giornalisti free-lance, ecc.). Il Governo Nazionale ha già dimostrato nei fatti di non avere la minima intenzione di occuparsi di queste tematiche, e ha lasciato soli gli enti locali di fronte alla crisi. La regione Emilia-Romagna, cuore dell’alternativa alle politiche fallimentari della destra, può davvero aprire una nuova strada e dare mettere in atto buone pratiche che siano d’esempio al resto del paese.

In queste settimane si è finalmente aperto un dibattito su questo tema cruciale. Il giovane economista bolognese Filippo Taddei ha lanciato la proposta di creazione di un Fondo Regionale per la disoccupazione (che si potrebbe realizzare ad esempio attingendo alla fiscalità regionale per il sostegno dei precari); la proposta ha portato alla ribalta il nesso tra trasformazioni del lavoro e generazioni e in molti sono intervenuti nella discussione. Mentre gli attivisti della rete “Yes we cash” continuano la propria mobilitazione per il reddito minimo garantito, il Presidente dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna Matteo Richetti dalle pagine del Corriere di Bologna ha proposto la creazione di una cassa integrazione per i precari, l’Assessore Regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli ha parlato delle necessità di elevare le garanzie sociali per i non garantiti e lo stesso Segretario nazionale del PD Pierluigi Bersani ha proposto l’istituzione di “un salario minimo garantito per legge per tutti coloro che non hanno un contratto nazionale di lavoro”. Sono segnali assolutamente positivi che vanno nella giusta direzione, sul piano dei principi e delle visioni strategiche sul lavoro che cambia e sulle nuove forme di vulnerabilità ed esclusione sociale.

La necessità di misure di questo tipo è comprovata dall’apertura fatta dalla stessa Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Anna Maria Artoni: un importante segnale che va certamente colto. In tema di sostegno ai lavoratori atipici le proposte possono essere molte (alcune Regioni hanno approntato possibili strumenti) ma decisivo è, in via prioritaria, pensare ad una nuova idea della mutualità. Ciò che conta adesso è muoversi con determinazione e aprire un confronto serrato tramite il quale approdare a soluzioni concrete. L’Emilia-Romagna può fare la differenza e, in controtendenza rispetto al resto del paese, ridare speranze a generazioni che non possono continuare a restare invisibili. E’ il tempo del coraggio.

(Thomas Casadei, Consigliere Regionale PD Emilia Romagna  – Commissione Lavoro, Scuola, Università, Cultura)