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Modena, Progetti di filiera: i contributi

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C’è chi realizzerà interventi integrati tra i diversi soggetti della filiera per la valorizzazione economica del sottoprodotto siero; chi vuole innovare il processo di trasformazione, vinificazione e commercializzazione di vini Doc e Igt; c’è un’aggregazione di aziende che vuole strutturare una rete produttiva per preparare e consegnare a domicilio, previo ordine on-line, confezioni di carne biologica. E ancora: un progetto nell’ambito della filiera cereali finalizzato al miglioramento qualitativo, alla sicurezza del consumatore e alla competitività; una proposta per la valorizzare della produzione ortofrutticola vignolese finalizzata a favorire le forme di difesa attiva e la corretta gestione idrica e a sostenere investimenti in tecnologie innovative, per ridurre l’impatto ambientale e abbattere i costi di produzione. Spaziano dal settore vitivinicolo al lattiero-caseario, dai cereali all’ortofrutta i progetti di filiera che interessano aziende e stabilimenti del territorio modenesi ammessi al finanziamento regionale per un ammontare complessivo di 15 milioni e 63 mila euro, a fronte di investimenti per complessivi 41 milioni di euro. I beneficiari modenesi delle risorse regionali sono poco meno di 250, e hanno partecipato al bando aggregandosi sia con altri soggetti modenesi sia di altre province.  «Gli imprenditori agricoli del territorio – spiega il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini – hanno colto l’opportunità offerta dai progetti di filiera, uno strumento importante perché favorisce l’integrazione tra le varie componenti imprenditoriali, stimola investimenti consistenti nelle aziende agricole e valorizza le produzioni». «E’ la nostra risposta alla crisi – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – e prefigura il futuro della nostra agricoltura. L’obiettivo è darle valori difficilmente sostituibili sul mercato: affidabilità, qualità e legame con le aspettative del consumatore e dell’industria di trasformazione e distribuzione. Per questo si lavora per la cosiddetta agricoltura contrattualizzata, allineandola agli altri settori economici, e per far sì che gli agricoltori si aggreghino per trasformare e commercializzare essi stessi o in partnership con altri soggetti». «Attraverso i processi di riorganizzazione e stimolando l’aggregazione tra produttori e operatori economici – spiega l’assessore provinciale all’Agricoltura, Giandomenico Tomei – si riesce a garantire stabilità nella remunerazione delle produzioni agricole, aumentandone il valore. E’ la strada che sempre più le nostre aziende dovranno seguire, la vera sfida per i prossimi anni».

INVESTIMENTI IN STRUTTURE, TECNOLOGIE E PRODOTTI

Sono oltre duecento le aziende modenesi che beneficiano dei 15 milioni e 63 mila euro di contributi regionali per i progetti di filiera. Sono distribuite in 32 Comuni della provincia, dalla montagna all’area Nord. Tra i Comuni che hanno beneficiato della quota maggiore di contributi, Castelfranco, al quale va il 15,6 per cento dei finanziamenti complessivi. Seguono Modena (13,31 per cento) dove hanno sede legale alcune aziende beneficiarie; Carpi (11,44 per cento), Formigine (10,53 per cento dei contributi), Mirandola (9,97 per cento dei contributi complessivi), Montecreto (4,43 per cento). Per quanto riguarda invece la destinazione dei fondi regionali, la stragrande maggioranza – il 61 per cento del totale – andrà a finanziare investimenti nelle aziende agricole. Il 32 per cento è finalizzato invece all’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali, mentre il 4 per cento è destinato alla cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie. Infine, il 2 per cento delle risorse messe a disposizione dal bando regionale per gli accordi di filiera finanzierà la promozione dei sistemi di qualità, mentre l’1 per cento sarà destinato a progetti di formazione e consulenza aziendale. Delle oltre 200 aziende agricole ammesse alla graduatoria regionale, alcune hanno avuto il ruolo di capofila nel progetto regionale di filiera. Si tratta di Cama di Mirandola (cooperativa agricola del settore cerealicolo), la Cantina Settecani di Castelvetro, la cooperativa casearia Casello di Acquaria, la Cantina Sociale Formigine Pedemontana, il Consorzio Terre di Montagna di Montese, l’industria casearia Pelloni spa di Castelfranco Emilia, l’azienda agricola Ca’ Lumaco di Zocca (settore biologico), Celat Centro latte Tricolore di Sassuolo, il Consorzio Granterre, Ortomercato Vignola srl e Italcarni.

DAL PARMIGIANO DI MONTAGNA AI CEREALI AL BIOLOGICO

Sono undici le aziende modenesi che hanno il ruolo di capofila in altrettanti progetti di filiera.

Ortomercato Vignola srl: aggregazione per la valorizzare della produzione ortofrutticola vignolese finalizzata a favorire le forme di difesa attiva e la corretta gestione idrica; sostenere investimenti in tecnologie innovative per ridurre l’impatto ambientale delle singole attività e abbattere i costi. Entità del progetto: 3 milioni 510 mila euro (contributo 1 milione 391 mila euro).

Consorzio Granterre: interventi integrati tra i diversi soggetti della filiera finalizzati in particolare alla valorizzazione economica del sottoprodotto siero. Progetto da 9 milioni 135 mila euro, contributo di 3 milioni 13 mila euro.

Cama Mirandola (settore cerealicolo): razionalizzazione e innovazione dei mezzi tecnici dei produttori, ammodernamento e razionalizzazione delle strutture di stoccaggio, trasformazione energetica dei sottoprodotti cerealicoli. Entità del progetto: 2 milioni 296 mila euro (contributo di 885 mila euro).

Italcarni: progetto per la valorizzazione qualitativa e commerciale della carne suina fresca e da trasformazione, con particolare riferimento ai tagli secondari. Progetto da 9 milioni e 696 mila euro, contributo di 3 milioni 860 mila euro.

Cantina Settecani di Castelvetro: potenziamento della fase d’imbottigliamento e interventi sulle strutture di produzione afferenti la meccanizzazione del vigneto, il miglioramento della salubrità e qualità. Progetto da 725 mila euro, contributo di 282 mila euro.

Cooperativa casearia Casello di Acquaria: aggregazione di due strutture casearie con potenziamento del reparto di Montecreto per la stagionatura del parmigiano reggiano; interventi sulle strutture di produzione e sulla fase di allevamento, raccolta e conservazione del foraggio. Progetto da 1 milione 741 mila euro; contributo di 676 mila euro.

Cantina sociale Formigine Pedemontana: innovazione del processo di trasformazione, vinificazione e commercializzazione di vini Doc e Igp, ammodernamento tecnologico nella fase di produzione, attività di promozione finalizzata alla valorizzazione del lambrusco. Progetto da 2 milioni 262 mila euro, contributo di 870 mila euro.

Consorzio Terre di Montagna: progetto per il sostegno del parmigiano reggiano di montagna, che aggrega 70 imprese, delle quali 21 modenesi beneficiarie del contributo. Progetto da 1 milione 604 mila euro, contributo di 644 mila euro.

Industria Casearia Pelloni spa: investimenti tecnologici volti a favorire una riduzione dei costi di produzione; ricerca del miglioramento delle caratteristiche del prodotto primario con valorizzazione dei sottoprodotti. Progetto da 4 milioni di euro, contributo di 1 milione 566 mila euro.

Azienda agricola Cà Lumaco (settore biologico): miglioramento dell’efficienza produttiva delle condizioni di lavoro e di benessere animale nell’ambito della filiera biologica delle produzioni ottenute da suini di razza mora romagnola allevati allo stato brado. Progetto da 610.032 euro, contributo di 279.924.

Celat Centro Latte Tricolore Sassuolo: filiera latte alimentare e latticini freschi che prevede investimenti coordinati per la tracciabilità del prodotto e il controllo igienico- sanitario, l’innovazione dei processi produttivi sia per la riduzione dei costi di produzione che per il miglioramento del benessere degli animali. Progetto da 819 mila euro, contributo da 303 mila euro.