Home Modena Mafia, il Pd modenese: “E’ tempo di alzare il tiro”

Mafia, il Pd modenese: “E’ tempo di alzare il tiro”

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Giro di vite sui sub-appalti; intensificazione dei controlli nei cantieri; richiesta a tutte le associazioni di espellere chi paga il “pizzo”; non eleggibilità di chi è condannato per reati gravi, anche in via non definitiva. Sono alcune delle proposte del Pd contenute nel “decalogo” anti-mafia messo a punto dal gruppo consiliare democratico.

“E’ venuto il tempo di alzare il tiro – dice Paolo Trande, capogruppo Pd in Consiglio comunale – dobbiamo contribuire a rendere impenetrabili le nostre terre alla cultura e alla pratiche mafiose. Servono proposte concrete per andare oltre la retorica, che abbiamo udito anche in Consiglio dalla destra, sul «ministro Maroni che risolve tutto» e sui «successi del Governo» che sono in realtà successi della Magistratura e delle Forze di Polizia.

Il Procuratore Zincani – prosegue Trande – plaude alla capacità della politica e della istituzioni che non hanno dato punti di contatto alle mafie. Ne viene fuori un quadro che deve preoccuparci ma nel contempo deve rendere orgogliosi tutti i cittadini di queste terre per avere selezionato, attraverso il voto, una classe dirigente onesta. Purtroppo, come dimostrano le indagini della magistratura, non è avvenuta la stessa cosa in Lombardia. Tuttavia – conclude il capogruppo del Pd – l’arresto a Modena, nel marzo passato, dei 25 “casalesi” con il sequestro di beni per 6 milioni di euro dimostra che quanto abbiamo fatto è importante ma non basta. Dobbiamo fare un ulteriore salto di qualità. C’è bisogno di insediare a Modena ulteriori dispositivi di prevenzione e contrasto oltre quelli già presenti”. Ecco in sintesi le proposte avanzate dal Pd:

a) Istituzione di un Centro di Documentazione sulla Legalità e il Contrasto alla Criminalità Organizzata, che metta assieme Istituzioni, forze economiche, sindacali, Ordini e Collegi Professionali e Volontariato, in stretto raccordo con la Magistratura e le Forze dell’Ordine, per fare attività di monitoraggio dei fenomeni criminali ed educazione alla legalità specie nelle scuole;

b) Vista la relativa inefficacia delle leggi sui sub-appalti, introduzione in tutte le procedure negoziali delle autorizzazioni preventive per i sub-affidamenti nei settori più a rischio e recesso obbligatorio nel caso in cui le verifiche dovessero dare esito positivo secondo il decreto “antimafia” del 1998;

c) Applicazione integrale del Codice Etico licenziato dalla Commissione Antimafia presieduta dal Senatore Pisanu, che prevede la non candidatura per soggetti condannati per reati gravi, anche in via non definitiva. Dalle circoscrizioni al parlamento;

d) Sostegno, anche economico, a tutte le associazioni antiracket e anti-usura;

e) Rinnovo urgente del Patto per Modena Sicura tra città e Stato (meglio sarebbe di tutti i sindaci della provincia) volto anche a un adeguamento delle risorse umane disponibili per le Forze dell’Ordine.

e) Ingresso nell’Osservatorio degli Appalti Pubblici della totalità degli Enti totalmente o parzialmente pubblici della Provincia (compresi quelli ad oggi assenti);

f) Intensificazione degli accessi e dei controlli nei cantieri e nuove forme di monitoraggio, anche nell’economia privata, specie in campo edilizio, attraverso una maggiore responsabilizzazione delle Associazioni delle imprese edili;

g) Richiesta a tutte le Associazioni Imprenditoriali e del Commercio, agli Ordini e Collegi Professionali, di espellere, così come accade in Confindustria Nazionale, gli associati che sottostanno ai ricatti delle organizzazioni criminali.