Home Cronaca Castellarano, lavoro nero e dipendenti come schiavi: nuovi guai per imprenditore sassolese

Castellarano, lavoro nero e dipendenti come schiavi: nuovi guai per imprenditore sassolese


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Nuovo blitz nei capannoni del laboratorio ceramico reggiano dove solo alcune settimane fa i Carabinieri di Castellarano scoprirono tre cittadini rumeni che lavorano trattati praticamente come schiavi, oltre 12 ore al giorno senza ricevere alcun compenso in denaro, ma un mero aiuto per la sopravvivenza. In seguito al nuovo controllo, che ha portato alla sospensione dell’attività lavorativa, sono stati trovati altri cinque lavoratori in nero, tre italiani e due stranieri. Per l’imprenditore titolare dell’opificio, 46 anni, originario di Matera ma residente a Sassuolo, sono in arrivo nuovi guai giudiziari dopo la denuncia alla Procura reggiana per i reati di violenza privata e minacce oltre agli illeciti in materia di lavoro nero e della mancata corresponsione contributiva.

I carabinieri e gli ispettori del lavoro scoprirono infatti, nel precedente controllo, che i rumeni, per il loro lavoro, si dovevano accontentare di un pasto ogni 24 ore e di uno spartano alloggio per la notte; la domenica erano poi costretti a dedicarsi alle pulizie delle parti comuni del complesso abitativo del loro “datore di lavoro”. A scoraggiare la fuga di notte degli operai, due grossi cani da guardia lasciati liberi in cortile. La fabbrica e tutta l’area di proprietà dell’imprenditore, per altro, era dotata di telecamere forse per prevenire eventuali visite o controlli da parte delle forze dell’ordine.