Struttura finanziaria indebolita per il 55% delle imprese emiliane: è quanto si evince dall’analisi effettuata dal ‘Centro Studi Economico e Finanziario ESG89′ sui dati di bilancio 2009, relativamente ad un campione composto da 800 Best Companies che operano in regione. L’Emilia Romagna ha nel proprio tessuto imprenditoriale, un’economia fatta di manifatturiero ‘pesante’ come la siderurgia, la ceramica, ma anche di agricoltura e di attività legate al turismo e ai flussi portuali. Solo il 45% del campione utilizzato per le rilevazioni, segnala dinamiche di crescita del valore della produzione, mentre sono decisamente più confortanti i risultati inerenti la redditività, che mantiene così livelli accettabili: il 65% delle società esaminate ha chiuso l’ultimo bilancio d’esercizio in Utile.
E’ opinione generale che, nel 2009 si è assistito a una netta diminuzione diffusa del volume d’affari, in particolar modo per tutte quelle realtà che esportano parte della loro produzione all’estero. Per capire, però, se il peggio è già passato, bisognerà aspettare ancora qualche tempo. Diversi sono, infatti, ancora i nodi da sciogliere in alcuni distretti vitali dell’economia peninsulare. Indispensabile in questo momento è la riapertura del flusso del credito da parte degli Istituti Bancari e la ripresa dell’export, appunto.