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Aimi (PDL) sui dati relativi alla povertà e al ricorso agli aiuti della Caritas


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“La coperta e’ davvero troppo corta e Modena non può più permettersi il lusso di calamitare e assistere il disagio sociale dell’Orbe Terraqueo. La Carità è un valore, la cecità un orrore”. Inizia così il monito del Consigliere regionale del PDL Enrico Aimi intervenuto per commentare i dati sulla povertà e sul ricorso agli aiuti del Caritas diffusi in queste ultime ore. “Grazie anche a dissennate politiche di accoglienza – ha subito aggiunto l’esponente pidiellino – siamo finiti dinanzi a un’immissione di povertà senza precedenti nella storia di Modena, soprattutto di provenienza straniera, che rischia di mandare in crisi l’intero sistema sociale d’interventi caritatevoli da parte del volontariato. Non possiamo dare la casa a tutti: non ce ne sono abbastanza; non possiamo garantire il posto negli ospedali a tutti, sono limitati. Il tribunale penale e le carceri non possono andare avanti con un sovraccarico di lavoro dell’80 o del 90 per cento: di questo passo si implode e più che di integrazione dovremo parlare di disintegrazione del sistema di accoglienza. I buoni pasto, i buoni spesa, trasporto, eccetera, sono destinati a finire, anzi, per molti italiani non ci sono proprio più (…e forse per loro non ci sono mai stati). L’utopia di una città che risolve i problemi della fame nel mondo – ha rincarato Aimi – si scontra ora con la realtà di un’organizzazione sociale che deve saper dare un limite e anche un freno a certe stravaganze ideologiche. Aiutiamo, sì, chi è in difficoltà, ma per cortesia smettiamola di raccontare in giro che ce n’e’ per tutti perchè non è così.

Altrimenti – ha concluso Aimi – propongo – e non è una provocazione – di istituire un albo comunale di tutti coloro che sono disposti ad accogliere, sfamare, mantenere qualcuno offrendo sistematicità di aiuto e ospitalità. A parte la carità cristiana della Chiesa Cattolica, dai sostenitori della solidarietà a parole, attendo una risposta concreta. E non il solito lancio di salvagenti che, se sono bucati, illudono solo fugacemente la speranza di chi li raccoglie, senza elevare l’animo di chi li lancia. Soprattutto se lo si fa tenendo nell’altra mano il megafono: vizio di certi professionisti politici dalla “solidarietà pelosa” che oramai ha fatto il suo tempo”.