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Assegno di invalidità, Modena: la soglia resta invariata


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“Nel primo testo della ‘manovra antisprechi’ approvata dal Consiglio dei ministri era previsto l’innalzamento dal 74 all’85% della percentuale minima di invalidità per ottenere l’assegno di 256 euro. In seguito della mobilitazione di famiglie, Comuni e delle Federazioni di associazioni che rappresentano persone con disabilità (Fand e Fish), è stato abrogato il correttivo”.

E’ la risposta che l’assessore alle Politiche sociali, sanitarie e abitative Francesca Maletti ha dato ieri, lunedì 25 ottobre, in Consiglio comunale all’interrogazione del consigliere del Pd Fabio Rossi sull’assegno di invalidità. Il consigliere ha chiesto quante persone a Modena sono affette da sindrome di Down e “cosa potrà fare l’Amministrazione nei confronti di chi vedrà cancellato il proprio contributo mensile a causa della manovra ‘antisprechi’ del Governo”. Rossi ha inoltre domandato cosa cambierà per le famiglie di persone affette da tale sindrome con il passaggio delle competenze per le erogazioni delle invalidità civili dalle Regioni all’Inps. “In Italia nascono ogni anno 650-700 bambini con la sindrome di Down”, ha affermato. “A circa 38 mila degli attuali 49 mila è riconosciuta un’invalidità del 75% e, con la manovra, non avranno più l’assegno”.

In provincia di Modena sono 120 i bambini e gli adolescenti affetti da sindrome di Down in carico al servizio di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ausl. Si tratta di 74 maschi e 46 femmine e 28 di loro risiedono in città. Altri bambini affetti dalla stessa sindrome potrebbero, inoltre, essere in carico ad altri servizi regionali o extraregionali. Le persone con più di 18 anni sono circa 40.

“Il servizio di Neuropsichiatria offre servizi in parte comuni a quelli forniti a tutti gli altri utenti e in parte per la specifica sindrome”, ha chiarito Maletti. Tra i primi il percorso di “Accoglienza, valutazione, diagnosi”, la “presa in carico”, il percorso integrato con le Agenzie educative, e le certificazioni medico-legali. E’ invece specificatamente dedicato ai soggetti con sindrome di Down il follow up ambulatoriale, con visite specialistiche, esami di laboratorio e strumentali, per fornire diagnosi precoci e un tempestivo trattamento dei problemi correlati. “I servizi proposti dal Comune per i minori sono centri estivi, integrazione sociale e attività di corollario alla neuropsichiatria infantile – ha spiegato l’assessore – mentre per gli adulti, presi direttamente in carico dall’Amministrazione, abbiamo residenze, centri diurni, centri socio-occupazionali, inserimenti lavorativi, attività di sport e tempo libero, e soggiorni estivi”.

Maletti ha spiegato che anche se non servirà un ulteriore sforzo del Comune per individuare nuove risorse, “è evidente che con un assegno di 256 euro mensili una famiglia con un diversamente abile non può garantire tutti i servizi”.

Sul riconoscimento delle invalidità civili l’assessore ha infine precisato che l’Emilia-Romagna ha mantenuto in capo all’Ausl la commissione medica, mentre il passaggio dai Comuni capoluogo all’Inps delle procedure di erogazione è avvenuto in luglio. “Stiamo lasciando nostro personale presso l’Inps per i passaggi di consegne e per insegnare le procedure, ma in questi pochi mesi si sono già registrati allungamenti dei tempi e questo crea alle famiglie un notevole disagio”, ha concluso Maletti.

“Che sia stata miopia o leggerezza prevedere l’innalzamento della soglia per l’assegno di invalidità non credo spetti a me dirlo, ma ci dà la misura di quali siano le priorità di chi ci governa a Roma”, ha replicato il consigliere Rossi. “La mobilitazione della società civile, delle associazioni e delle persone, che sono più attente del legislatore, è riuscita a porre rimedio a questo potenziale disastro”, ha concluso.