Si è tenuto ieri sera, 26 ottobre, il consiglio comunale cittadino, in buona parte dedicato al punto numero 9 sull’istituzione del registro Dat (Dichiarazione anticipata di trattamento). Prima però sono stati trattati diversi temi importanti in interrogazioni e delibere.
Al punto numero 1 Susanna Bonettini del Pd ha interrogato l’assessore Casolari sul pagamento di una tassa di occupazione del suolo pubblico a carico delle associazioni di volontariato in occasione della giornata ad esse dedicata alle Fiere d’Ottobre (sabato 9 ottobre). Susanna Bonettini ha ribadito l’importanza del volontariato per l’opera che svolge e per l’educazione a una responsabilità sociale condivisa, sottolineando la necessità di favorire e agevolare chi dedica impegno volontario e gratuito a questa realtà.
Ha chiesto quindi conto del corrispettivo economico richiesto ad alcune associazioni, a quali sia stato richiesto, perché non siano state esentate come avveniva nelle precedenti edizioni delle Fiere, la previsione di entrata da questi contributi e con quale criterio vengano stabiliti eventuali esoneri.
Ha risposto l’assessore al marketing territoriale Claudio Casolari. Condivido, ha detto, quanto espresso sul valore del volontariato per la collettività. Le Fiere d’ottobre sono un’attività a carattere commerciale e presuppongono un business plan che deve tenere conto di costi e benefici; questo per me deve essere l’elemento guida per un amministratore. Ritengo che non sia necessario uno spazio smisurato per far conoscere la propria attività di volontariato, possono bastare i 18 mq. attrezzati che sono stati concessi gratuitamente a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta. Chi ha voluto spazi maggiori e richiesto materiale aggiuntivo, attivando una proposta di tipo commerciale, seppure di autofinanziamento, si è visto richiedere una piccola cifra aggiuntiva per ogni metro eccedente i 18 garantiti. Va anche detto che la Fiera porta ogni fine settimana 10mila persone ed è quindi una vetrina che vale un piccolo sacrificio, quantificabile fra l’altro in cifre davvero minime per complessivi 402 euro incassati. A fronte dei quali ci sono materiali da spostare, collegamenti da effettuare, personale comunale che deve lavorare. Tutti elementi che la comunità sassolese paga.
Susanna Bonettini ha concluso dichiarandosi non soddisfatta. Apprezzo il lavoro dell’assessore Casolari per il commercio, ma non concordo con un’interpretazione che equipara la vendita del gnocco fritto per finanziare l’attività del volontariato a un’iniziativa commerciale semplice. La cifra incassata così contenuta evidenzia che non si salvaguarda nessun business con questa richiesta di contributo. In altre situazioni come la Notte Bianca, la festa brasiliana o la notte della taranta le gratuità sono state garantite.
*
Al punto numero 2 ancora sul tema delle associazioni di volontariato alle Fiere sono intervenute con un’interrogazione congiunta Franca Cerverizzo della Lista civica Sassuolo con Pattuzzi e Anna Maria Anselmi della Lista civica Per Sassuolo.
Anna Maria Anselmi ha dato lettura del testo, in cui, regolamenti alla mano, si è riconosciuta la piena legittimità dell’iniziativa dell’amministrazione dal punto di vista tecnico e legale. E’ chiaro il valore del volontariato per una città e anche per un’amministrazione pubblica, che viene sgravata dalla necessità di erogare diversi servizi grazie a questo prezioso contributo, ma non è altrettanto chiaro l’oggetto del contendere in questa polemica. Si tratta di una diatriba su semplici adempimenti burocratici.
Come Liste civiche chiediamo quindi se l’amministrazione intende mettere riordino a questa materia, in particolare ai canoni di concessione, adeguandoli alle esigenze crescenti del volontariato. E se intende rivedere il regolamento complessivo, eliminando la possibilità di diverse interpretazioni sulla gestione che possono dare adito a polemiche.
Ha risposto ancora l’assessore Casolari, specificando ancora una volta la filosofia con cui l’amministrazione si pone nell’organizzazione di eventi, alla ricerca del miglior rapporto costi-benefici. Per fare un esempio, ha detto, nell’iniziativa dell’autoporto normalmente l’amministrazione impegnava 30mila euro circa, quest’anno ne porta a casa 22mila. E’ un esempio del fatto che si può cercare di creare buoni eventi ottimizzando le risorse. Su queste Fiere stiamo registrando interessanti numeri positivi. Sono il primo comunque disposto a discutere e rivedere i regolamenti, l’ho fatto fin dal primo giorno, mettendo per esempio immediatamente mano a quello che riguarda il corretto uso degli spazi pubblicitari, materia sulla quale ci siamo impegnati ottenendo maggior rispetto nell’esposizione dei cartelli e sanzionando i trasgressori, con benefico introito per le casse comunali.
Non siamo l’orco cattivo che piglia tutto, siamo disponibili a concessioni, come i 18 mq. gratuiti per tutti. A breve licenzieremo un nuovo progetto che si chiama “fronte vetrina”, che consente alle attività commerciali di porre davanti alla propria sede un banco per la mostra della merce. Operazione a costo zero per il Comune, che quindi sarà gratuita anche per le attività stesse. Ci interessa ascoltare tutti e mediare fra diverse esigenze, far pagare solo gli eventuali servizi che richiedono un impegno economico e diretto del Comune.
La replica è stata affidata a Franca Cerverizzo, che si è dichiarata soddisfatta. Come liste civiche, ha detto, restiamo coerenti al nostro profilo, evitando la polemica ma ragionando sui temi. Il volontariato è una cosa seria e preziosa e non riteniamo giusto usarlo per strumentalizzazioni politiche. Ringrazio l’assessore per aver preso atto della possibilità di rivedere il regolamento e attendo che questo avvenga in commissione.
*
La terza interrogazione era ad opera di Sonia Pistoni del Pd e riguardava i controlli sulla cave, in particolare la scelta del Comune di Sassuolo di non avvalersi per il triennio 2010/2012 dell’ufficio di vigilanza della Provincia di Modena sulle attività estrattive. Gli oneri che si incassano dalle cave, ha spiegato Pistoni, sono da destinare a funzioni di controllo su queste delicate attività. Chiedo quindi come mai il Comune abbia scelto di non rinnovare questa convenzione per i controlli, quale era il canone, come si è deciso invece di operare, quanti controlli sono stati eseguiti col nuovo sistema e quali e quante sanzioni sono state erogate in questo periodo.
Ha risposto l’assessore all’ambiente Cristiana Nocetti. Alla scadenza della convenzione in essere con la Provincia, l’amministrazione ha ritenuto di poter effettuare i controlli con il personale dell’ente, che riteniamo altrettanto qualificato e in grado di espletare questo incarico con serietà, onestà e professionalità. Anche se la somma complessiva del canone, di circa 10mila euro per tre anni, era modesta, ho preferito che venisse risparmiata e dirottata all’assessorato ai servizi sociali come ulteriore contributo alle esigenze di questo settore, che gestisce l’emergenza più grande di questo periodo.
La Provincia ci aveva presentato due proposte economiche abbastanza simili, che variavano in base alle potenzialità estrattive delle cave sul territorio. Nel sassolese abbiamo 13 cave, fra queste il polo 6 è in via di esaurimento e quindi la mole di lavoro sul nostro territorio è sicuramente calante, quindi più gestibile anche internamente.
Il criterio con cui operiamo ora prevede un sopralluogo mensile e un’intensificazione di questa attività in estate, quando il lavoro delle cave è maggiore, o tutte le volte che la concessione riguarda un nuovo lotto o una deroga. La Provincia fra l’altro è tuttora presente, anche se in misura minore e beneficia comunque di una parte degli oneri di escavazione, che le spettano.
Nel 2009 abbiamo effettuato 20 sopralluoghi e nel 2010 fino ad oggi 26.
Nel 2009 abbiamo elevato 7 verbali con sanzioni per 27.784 euro; nel 2010 3 verbali per 89.101 euro.
Sono serena sull’efficacia di questi controlli.
Sonia Pistoni si è dichiarata parzialmente soddisfatta, sottolineando che la convenzione consentiva comunque un doppio importante controllo. Le cifre delle sanzioni, ha aggiunto, segnalano una situazione che si ripagava autonomamente senza impegno di ulteriori fondi comunali. Inoltre, sebbene sia meritevole aver pensato ai servizi sociali, è previsto che le cifre ricavate dagli oneri di escavazione vengano utilizzate per vigilanza e controllo. La cifra di 3mila euro l’anno alla Provincia non avrebbe influito sul bilancio.
*
Al punto numero 4 Giulia Pigoni del Pd ha chiesto conto dei risultati del Progetto Giovani. In maggio è stata inaugurata la sede di piazza Garibaldi, ha detto, e ci era stato anticipato che da settembre ci sarebbe stato un orario regolare di apertura. Chiedo quindi quante aperture sono previste, quanto appuntamenti ci sono stati, quante e quali proposte sono state avanzate e raccolte, quanti sono i giovani coinvolti, a parte quelli indicati come responsabili del progetto, quanto abbia giovato questa attività all’incremento di contatti col mondo giovanile e al contatto interculturale, cosa sia stato fatto nell’ambito dell’iniziativa giovanile e della meritocrazia, indicate come linee guida di questo progetto.
Ha risposto l’assessore alle politiche giovanili Cristiana Nocetti. Dal mese in corso parte la calendarizzazione della sede di Progetto giovani, inizialmente con l’apertura ogni terzo giovedì del mese dalle 20. Secondo esigenze e richieste i ragazzi possono comunque regolarmente rivolgersi all’ufficio dell’assessorato per necessità o proposte, come già regolarmente fanno. Sia la sottoscritta che i ragazzi del progetto si rendono immediatamente disponibili.
Ad oggi abbiamo avuto una decina di appuntamenti con l’assessorato, oltre al regolare confronto con le associazioni che gestiscono attività giovanili. Stanno nascendo idee e proposte in campo musicale, artistico, fotografico, di videoripresa e montaggio. Ci sono richieste per iniziative che sensibilizzino sui corretti stili di vita. Si richiedono anche nuovi e diversi spazi di aggregazione giovanile.
Nei prossimi mesi tradurremo in pratica le proposte, con serate a tema, finalizzate fra l’altro all’orientamento nel mondo del lavoro. Presenteremo un progetto finanziato dall’assessorato su adolescenza, affettività e sessualità; ci occuperemo di alcool, droghe e dipendenze; di mondo sportivo e disabilità.
Il modo di operare è sempre molto aperto: viene presentata una proposta, che viene accolta e studiata da tutte le persone coinvolte nel progetto. Ad oggi è difficile quantificare quanti giovani siano stati coinvolti, inizialmente ci vuole un po’ di tempo per richiamare la loro attenzione e auspico in futuro maggiore presenza. In ogni caso il progetto è partito da pochi mesi e quindi consiglio di aspettare ancora un po’. Preciso che non c’è nessuna distinzione né politica e culturale, ho sempre aperto la porta a tutti e che ugualmente mi comporto riguardo alla meritocrazia.
Credo inoltre che svolgiamo un’importante attività all’interno delle scuole, presentandoci come amministratori e dando una dimostrazione di come si partecipa alla res publica, alla vita amministrativa della città. Abbiamo recentemente avuto un incontro al don Magnani durante il quale, dopo un’iniziale diffidenza, abbiamo riscontrato grande interesse e capacità propositiva dei ragazzi.
Giulia Pigoni si è dichiarata insoddisfatta della risposta. I progetti elencati, ha detto, non sono novità, ci sono sempre stati, presenza nelle scuole compresa. Fino a quando non vedrò attivare cose concrete e nuove non posso ritenermi soddisfatta.
*
Al punto successivo Giuseppe Megale del Pd ha interrogato l’amministrazione sulla situazione dell’Ufficio tecnico comunale. Siamo preoccupati, ha detto, per la situazione di questa struttura comunale, dove figure importanti hanno abbandonato e non sono state sostituite. E’ stato fatto un bando di selezione per un nuovo dirigente del settore, sono state fatte selezioni e i primi tre in lista non hanno accettato. Mi risulta che anche il contatto con l’ingegner Giuseppina Mazzarella proveniente da Mirandola non sia andato a buon fine. Trovo grave che siano stati allontanati dipendenti comunali validi che infatti vanno a ricoprire ruoli anche di maggior responsabilità negli altri Comuni. Chiedo infine che sarà delle funzioni attualmente svolte dall’ingegner Antonella Munari.
Ha risposto il sindaco Luca Caselli. Non tre ma due persone hanno abbandonato l’ufficio tecnico. La terza aveva un incarico illegittimo che la giunta ha dichiarato tale e che in futuro potrà portare conseguenze per chi lo aveva assegnato. Per quanto riguarda il dirigente futuro, l’amministrazione aveva esercitato l’istituto del comando, facendo richiesta al Comune di Mirandola del passaggio diretto di un dirigente alla nostra sede. Si tratta appunto dell’ingegner Mazzarella, della quale apprendo da lei la rinuncia, che verificheremo domani (oggi ndr). Per Antonella Munari si sta valutando un simile istituto del comando per l’assegnazione alla Provincia di Modena. Non esiste un concorso precedente non andato a buon fine. C’era una selezione per un posto a tempo determinato, ma nel frattempo ci siamo orientati per un tempo indeterminato e quindi viene pubblicata una nuova selezione. Non c’è nulla di strano nella richiesta del comando a Mirandola, come è evidente che l’amministrazione attuale ha diritto di scegliere i dirigenti che ritiene opportuni. Rilevo strane defezioni fra coloro che abbiamo contattato e che hanno poi rinunciato poco prima di trasferirsi. Vedo la possibilità di un filo rosso che lega tutti questi abbandoni. Ma potete star certi che un dirigente all’urbanistica alla fine lo metteremo, con procedura spedita e che l’ufficio tecnico, dove ci sono pratiche che giacciono da anni, alla fine del nostro mandato sarà un esempio di efficienza.
Megale ha risposto dichiarando la sua insoddisfazione: il partito del fare, ha detto, dopo un anno e mezzo è ancora alla ricerca di un dirigente e non avendolo trovato a tempo indeterminato ora prova col tempo indeterminato. Il punto è che da un anno e mezzo l’ufficio urbanistico non ha un volto e qui si vende solo fumo, bisogna risolvere i problemi senza appellarsi a colpe esterne.
*
La successiva interrogazione riguardava l’Ufficio sismica. Sandro Morini del Pd ha interrogato l’assessore Severi. Per noi questo, ha detto, è un ufficio ridondante perché ci si poteva affidare come hanno fatto altri Comuni, alle sede provinciale
Per numero di pratiche e cittadini coinvolti rischia di essere un freno anziché un servizio al cittadino. La questione la poniamo in seguito a segnalazioni di cittadini che non trovano le risposte che cercano. Chiediamo le domande presentate finora e le autorizzazioni conseguentemente rilasciate. Inoltre è stato evidenziato dall’assessore un altro problema relativo all’ufficio urbanistica: la perdita connessa alle licenze di costruire autorizzate ma che non vengono ritirate per il problema degli oneri da versare. Chiedo lumi anche su questo.
Ha risposto l’assessore Claudia Severi: siamo molto soddisfatti, ha detto, dell’ufficio sismica e della scelta fatta di non affidarci alla sede provinciale, che rischia di essere oberata di pratiche. La legge sulla anti-sismica presenta consistenti patologie, sottolineate dai professionisti, che la rendono un ostacolo all’attività costruttiva. Gli uffici preposti sono troppo pochi e Modena comincia ad avere serie difficoltà a rispondere.
I dati del nostro ufficio: sono arrivate 22 pratiche da Sassuolo e 12 da Frassinoro, nessuna per ora da Montefiorino a Palagano.
Sono state rilasciate 7 autorizzazioni a Sassuolo e 3 a Frassinoro. Di quelle sassolesi 6 sono state rilasciate entro 30 giorni e una entro 60. Per 26 pratiche è stata richiesta documentazione integrativa.
Il vantaggio dell’ufficio sassolese è evidente, da giugno a oggi ha evaso il 30% delle pratiche, ma più ancora garantisce un contatto diretto sul territorio che agevola il professionista, già impegnato a presentare l’articolata documentazione imposta dalla legge.
Il secondo punto, quello relativo agli oneri pendenti, disegna, ha detto Claudia Severi, una situazione triste: ci sono permessi per costruire non ritirati che comportano oneri per circa 1 milione di euro.
Del periodo giugno 2009-ottobre 2010 giacciono pratiche che comprendono circa 500mila euro di costi di costruzione non incassati e 140mila euro di corrispondenti oneri di urbanizzazione.
Altre pratiche sono più vecchie e mai ritirate, risalenti al 2004, 2005 e 2008 e prima parte del 2009 per complessivi 126mila euro di costi e 197mila di oneri.
Riguardo all’attività dell’ufficio, sono state presentate quest’anno 430 pratiche, evase il 78%, 30 sono sospese per richieste di integrazione non eseguite.
Nel 2009 ne sono state presentate 537, evase il 95%, solo tre sono ferme in attesa di autorizzazioni da enti esterni.
La crisi sta colpendo duramente queste attività e le conseguenti entrate per il Comune.
Infine Claudia Severi ha precisato, a ulteriore domanda, i criteri di assunzione dei due professionisti dell’Ufficio sismica. Abbiamo provveduto a contratti a tempo determinato per due unità iniziali di categoria D, per le quali è previsto come sufficiente il diploma di laurea. Sono stati segnalati dalla regione Emilia Romagna, scorrendo la loro graduatoria di professionisti. L’assunzione è a tempo determinato fino a fine 2010. Nel frattempo il 17 settembre è stato indetto il concorso per il tempo indeterminato, aperto a tutti, compresi i professionisti attualmente incaricati. Le procedure di selezione saranno in novembre e l’incarico in dicembre.
Sandro Morini si è detto parzialmente soddisfatto della risposta.
Per una posizione all’ufficio sismica il diploma di laurea mi sembra insufficiente. Il numero di pratiche ricevute e evase, vorrei sapere se sono state conclude prima o dopo la nostra conferenza stampa e interrogazione in merito. Io ritengo che l’ufficio sia in difficoltà. La documentazione integrativa spesso è un espediente che l’ufficio adotta per rinviare la pratica.
Sugli oneri condivido la preoccupazione ma continuo a chiedermi perché il trend dei Comuni vicini sia più o meno entro i normali parametri e quello di Sassuolo così sbilanciato.
A conclusione delle interrogazioni il segretario comunale ha fatto l’appello e poi è cominciata la trattazione dei punti successivi.
*
Il numero 7 riguardava la nuova convenzione per i servizi di tesoreria, quella attuale infatti, assegnata a Unicredit è in scadenza a fine 2010, già prorogata e quindi non più prorogabile. L’assessore al bilancio Vincenzi ha illustrato le caratteristiche della nuova convenzione proposta agli istituti di credito che vorranno concorrere per questo ruolo, che ricalca quella precedente con alcuni importanti miglioramenti. La nuova convenzione durerà fino al 2015. L’istituto prescelto dovrà avere almeno tre sportelli sul territorio, per agevolare i cittadini, dovrà garantire l’apertura almeno 6 ore al giorno da lunedì a venerdì e attivare (novità) cinque postazioni Pos presso le sedi comunali per agevolare il pagamento. Si riconferma anche l’istituzione dei prestiti sull’onore a tasso zero, che la banca dovrà erogare ai cittadini segnalati dall’amministrazione, per un massimo di 5mila euro rimborsabili con tasso di interesse annuo a carico del Comune.
Antonio Caselli del Pd ha commentato positivamente la nuova convenzione, giudicando positivamente i miglioramenti. In base a questi parametri, ha detto, sono solo quattro le banche presenti a Sassuolo che potranno concorrere e ci auguriamo che lo facciano. Caselli ha anche rilevato che esiste in convenzione la disponibilità di 40mila euro in sponsorizzazioni da parte dell’istituto di credito prescelto. Una cifra importante, ha detto, che ci auguriamo venga mantenuta.
Massimo Benedetti del Pdl ha manifestato l’accordo sullo schema di convenzione, che facilita ulteriormente i cittadini nella fruizione di questo servizio.
Lo schema di convenzione per il servizio di tesoreria comunale è stato approvato all’unanimità.
*
Il punto numero 8 riguardava la concessione di garanzia fideiussoria a favore della sub-concessionaria (la Polisportiva Sanmichelese) che gestisce il Centro sportivo di San Michele, per l’assunzione di un mutuo destinato al completamento di un impianto.
In particolare, ha dichiarato l’assessore Vincenzi, si tratta di coprire il campo da calcetto dell’impianto di San Michele, per aumentare la disponibilità di ore per la pratica di calcetto e pallavolo, sempre più richieste. Nella convenzione in essere questo non era previsto e quindi risulta una nuova opera che va a integrare il contratto di convenzione. La prima ipotesi era l’aumento del corrispettivo di canone pagato dalla polisportiva, con il Comune garante del mutuo. Invece attraverso i contatti bancari dell’amministrazione, si è scelto di allungare i termini del prestito e negoziare tassi molto interessanti, che hanno sensibilmente abbassato la rata complessiva mensile che la polisportiva dovrà pagare. Viene inserita la caratteristica per cui Sgp che rilascia la garanzia, potrà far decadere la convenzione nel caso in cui la società sportiva risultasse inadempiente.
Antonio Caselli del Pd ha manifestato alcune perplessità, in un quadro generale comunque da approvare. In particolare, siamo favorevoli, ha spiegato, a quest’opera necessaria che diventa alla fine di proprietà pubblica, ma non abbiamo compreso il no alla proroga della convenzione fino alla scadenza del mutuo. Ci troviamo infatti con un mutuo in scadenza al 2020 e una convenzione che termina nel 2016. L’affidabilità della società Sanmichelese è ampiamente riconosciuta, quindi penso si potrebbe valutare l’estensione. Comunque prevalgono le valutazioni positive, per un provvedimento che doterà la città di un impianto in più, senza costi per l’amministrazione.
Dario Venturelli del Pdl ha evidenziato il problema di spazi che vivono tutte le polisportive, Sanmichelese compresa. Con questa iniziativa risolviamo un’esigenza che riguarda tutta la comunità sassolese, ha detto. E’ vero, la gestione di questa società è fino ad oggi impeccabile. Non vedo però la necessità di prorogare la concessione, perché chi dovesse eventualmente subentrare si accollerà anche l’onere di questi pagamenti.
Sandro Morini del Pd, ribadendo l’approvazione generale per questa iniziativa, ha sottolineato ancora una volta l’affidabilità della Sanmichelese e l’ottima sinergia con l’amministrazione, che io penso debba essere incentivata. La prima richiesta era per l’adeguamento del corrispettivo ma è stata negata e si è preferito un nuovo mutuo. D’altra parte si nega la proroga della convenzione. Una delle due possibilità mi sembra debba essere concessa, sarebbe un riconoscimento in più al valore di questa società.
Massimo Benedetti del Pdl ha dato pieno assenso allo schema presentato dall’assessore Vincenzi. Mi sembra proprio una scelta improntata alla sussidiarietà, ha detto, perché adeguare il corrispettivo avrebbe significato in qualche modo ingerire nella gestione diretta mentre in questo modo si lascia piena libertà operativa alla società sportiva e il Comune entra in gioco solo in caso di eventuale inadempienza. Meno ingerenza dell’amministrazione nei confronti dei privati, è una linea che mi trova concorde.
Paolo Vincenzi ha fornito una risposta alle obiezioni sollevate. Tutta l’operazione, ha detto, è stata concordata giorno per giorno col presidente della Sanmichelese, completamente favorevole alla soluzione trovata. La prima ipotesi era un mutuo di 7 anni con adeguamento del corrispettivo. Grazie al peso contrattuale del Comune e ai riferimenti bancari che io stesso ho fornito al presidente, è stato invece possibile ottenere un allungamento del mutuo e un abbassamento consistente della rata mensile, con un vantaggio sensibile per la società stessa. La convenzione non viene allungata perchè si tratta comunque di una società di uomini, oggi ben gestita, ma che ovviamente può cambiare nel tempo.
Susanna Bonettini del Pd ha sottolineato il favore al provvedimento pur con qualche sottolineatura e perplessità.
Ugo Liberi del Pdl si è detto favorevole, definendo la soluzione trovata come brillante, un esempio perfetto di quadratura del cerchio. Non ci sono costi e si va incontro alla gestione.
Stefano Bargi della Lega Nord ha dato il suo assenso alla proposta, sottolineando che l’obiezione sulla disparità fra mutuo e convenzione non è errata, ma confermando la fiducia alla scelta dell’amministrazione.
La proposta è stata approvata all’unanimità.
*
Il punto numero 9 riguardava la richiesta di istituzione di un registro comunale dell’avvenuta redazione delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat).
La proposta di iniziativa popolare è stata illustrata da uno dei promotori, l’avvocato Mauro Sentimenti.
Per prima cosa Sentimenti ha voluto precisare che il consiglio con il suo voto non era chiamato a decidere sul trattamento della vita, valutazione che è deputata ai legislatori nazionali e alla Corte Costituzionale. Lì si faranno scelte scaturite dal confronto sulle visioni della vita, alla base delle quali sta un’eventuale decisione sul tipo di trattamenti e di cure.
Il consiglio invece è chiamato a decidere solo se offrire un servizio ai cittadini, tutti, quelli concordi o meno. Si chiede che ai residenti di Sassuolo venga offerta la possibilità di proporre una libera scelta certificata con certezza dell’autenticità, esprimendo quanto accade con un atto che ricorda una dichiarazione sostitutiva di atto notorio: la consegna di una busta chiusa e sigillata debitamente registrata.
La scelta a cui il consiglio è chiamato proviene dalla sollecitazioni di circa 400 richiedenti, che sono una piccola parte di coloro che condividono questo tema (in base a tutte le indagini svolte).
Si chiede nel rispetto di ogni visione della vita, di dare un’opportunità a una richiesta.
Chiediamo autonomia, libertà di donne e uomini, responsabilità. Parliamo di un principio di libertà semplice e fondante.
Non deve sfuggire che anche eminenti personalità del mondo religioso (lo dico a chi ha perplessità, che io rispetto) hanno espresso sentimenti e scelte coerenti con questa proposta.
Ogni emendamento eventuale che non contraddica la sostanza della proposta verrà interpretato come espressione delle diverse sensibilità e segno di condivisione e quindi accettato.
La prima a intervenire all’apertura del dibattito è stata Susanna Bonettini del Pd: sottolineo, ha detto, che la richiesta viene da 420 cittadini sassolesi, e cerca la soddisfazione di un’esigenza alla quale attualmente non corrisponde un servizio. Chiarisco, ha aggiunto la Bonettini, che il diritto è già previsto dalla Costituzione negli articoli che fanno riferimento alla libertà del cittadino e al suo diritto a non ricevere alcun trattamento sanitario che non voglia. L’emendamento che il Pd presenta al testo popolare non ne snatura il senso e per questo è stato accolto positivamente. Va solo a chiarire e specificare alcuni punti e quindi vorrei si placassero le polemiche a mezzo stampa che lo hanno giudicato irrispettoso. Si interviene su questioni tecniche: la maggiore età del fiduciario a cui viene affidata la busta sigillata, l’acquisto di un programma per la numerazione progressiva delle buste, che consente di non trattenere le buste in Comune, con maggiore impegno e aggravio di spesa. Il programma costa 1800 euro. A livello privato è un’operazione che si può già compiere dal notaio. Il Comune può farlo perché è preposto alla cura della cittadinanza e questo tipo di attività rientrerebbe a pieno titolo nel capitolo dei servizi alla persona. Il Comune rifiuta per principio eutanasia e accanimento terapeutico e lo stesso fa il documento. Lo chiarisco per sgombrare il campo dall’ipotesi che questa sia una porta verso l’eutanasia. Avevamo chiesto un confronto con le forze di maggioranza su questo tema, il Pdl lo ha immediatamente interrotto manifestando già la sua contrarietà. Ma auspico che nel frattempo sia maturata una riflessione. La cittadinanza aspetta una risposta dal consiglio comunale e da un sindaco che si professa primo cittadino di tutti e di tutte le sensibilità.
Sergio Basile dell’Idv ha rilevato la delicatezza dell’argomento ma anche una serie di obiezioni politiche o religiose, ha detto, che ritengo immotivate. Qui si chiede solo di poter esprimere un diritto inalienabile. In possesso di capacità di intendere e di volere è già possibile accettare o rifiutare una cura: si definisce consenso informato ed è obbligatorio. Il diritto concesso a chi ha facoltà di intendere e di volere in questo caso viene solo differito, anticipando questa volontà, in modo autonomo e non obbligatorio, a tutela dei soggetti interessati. Non contempla l’eutanasia. E’ vero che l’evoluzione della scienza potrebbe rendere possibili o meno dolorose certe cure e che la volontà del medico è sempre e comunque rivolta a preservare la vita,. Ma non è questo che verrebbe espresso nel Dat, quanto piuttosto il diritto ad evitare trattamenti che non ci possano ridare condizioni di vita accettabili.
Franca Cerverizzo della Lista Sassuolo con Pattuzzi ha sottolineato il percorso travagliato di questa proposta, sia in commissione che nei dibattiti pubblici. Si è sempre sviato dal tema centrale, richiamandosi a dubbi etici o religiosi. In realtà si parla solo di agevolare i cittadini con la gratuità di un atto equiparabile alla dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Si tratta di un servizio che il primo anno prevede una spesa di 1800 euro più 350 di gestione, poi solo i 350 euro. Un costo irrisorio, rispetto ad altro tipo di spese compiute senza problemi. Questa è una proposta per passare dalle parole ai fatti in attesa che una legge nazionale faccia ordine in tutta la materia.
Il sindaco Luca Caselli ha sottolineato la delicatezza del tema. In quanto unico componente della giunta con diritto di voto in questa sede, ha detto, ho voluto oggi interrogare anche i miei colleghi assessori sul tema e ho avuto consenso unanime sulla scelta che formulerò. Essere il sindaco di tutti non significa essere una marionetta. Ritengo di avere il diritto di prendere posizioni e decisioni mie. Il mio voto sarà contrario, per motivi in primo luogo espressamente giuridici. Manca un quadro normativo di riferimento e questo aspetto è fondamentale. L’atto che si richiede è equivalente alla dichiarazione sostitutiva di atto notorio che si può già fare. Ho sentito parlare di libertà, che considero il valore più importante in assoluto. Ma ce n’è un altro intoccabile secondo la nostra Costituzione, ed è la vita. Questo è un principio giuridico insuperabile.
Ritengo inoltre che la proposta di un emendamento serva a soddisfare la componente cattolica del Pd ma che non si possa sempre salvare capra e cavoli. Ritengo che venga snaturata la proposta iniziale e che l’emendamento non sia accettabile.
Stefano Bargi della Lega Nord ha considerato l’oggetto sotto l’aspetto etico e giuridico. Sotto l’aspetto etico, ha detto, sarebbe in effetti un libero servizio alla cittadinanza. Dal punto di vista giuridico però manca qualunque tipo di normativa. Il caso Englaro è stato emblematico di cosa accade in uno stato di confusione normativa, con medici e famigliari che sono finiti incriminati. Preferirei avere un regolamento prima di procedere, così la situazione mi pare nebulosa.
Camilla Nizzoli del Pdl ha spiegato che a suo parere non si è detto ai cittadini tutto sul registro. Non si è spiegato che non avrebbe alcuna validità giuridica e che per il Comune comporterebbe problemi e spese. In mancanza di una normativa di riferimento nessun medico è tenuto al rispetto di un siffatto documento, ha detto. Se non lo prevede una legge nazionale, il testamento biologico non esiste. Il fiduciario stesso è una figura che non esiste, che non è possibile nominare con delibera del consiglio e con nessun tipo di documentazione municipale. Il servizio avrebbe costi ben più alti di quelli stimati. Dovrebbe essere aperto 24 ore su 24 per garantire in ogni momento si rendesse necessario, la reperibilità della busta con le volontà di una persona, per garantire la possibilità di modifica in qualunque momento. Porterebbe con sè problemi di revoca e di regole: cosa succederebbe se il cittadino cambiasse residenza stabilendosi in un comune con regole differenti o privo di registro? Risulterebbe spesso inapplicabile. Credo che il tema non sia la garanzia di un servizio al cittadino, ma il tentativo di fare pressione politica sul governo nazionale per ottenere la legge.
Dario Venturelli del Pdl ha rivolto una domanda ai sostenitori del Dat. Con la legge vigente, ha detto, l’atto è praticamente nullo. Perché quindi l’urgenza di istituire il registro, perché non attendere la legge nazionale?
Sandro Morini del Pd ha dichiarato la sua convinzione sull’utilità del testamento biologico, pur da cattolico. E’ uno scandalo, ha detto, che questa legge sia ferma da nove anni. Queste sono situazioni che purtroppo sono capitate a tutti, in ogni luogo e in ogni ospedale: dover decidere delle sorti di un congiunto impossibilito a farlo. Mi chiedo, se non ci sono presupposti giuridici, come mai in altre amministrazioni il parere è stato favorevole e come mai questa proposta di delibera è stata approvata dalla segreteria comunale e portata in consiglio? Credo che entrambe le posizioni possano essere supportate da ottime ragioni. Ricordo che molte deleghe in campo sanitario sono in carico agli enti locali e che molti servizi poi regolati da legge dello stato sono derivati da iniziative prese dai Comuni su sollecitazione dei cittadini. La proposta di istituzione del registro non porta con sé implicazioni: è un atto che muore nel momento in cui una legge nazionale arriva a regolare la materia. Credo che la proposta popolare abbia qualche pecca, ben risolta dall’emendamento del Pd. Ma ne propongo uno ulteriore, che pone una durata di cinque anni alla dichiarazione registrata, perché nel tempo la nostra percezione della vita, della morte e della sofferenza può cambiare e con essa la nostra volontà.
Il consigliere Morini ha consegnato a questo punto il suo emendamento al segretario generale.
Francesco Battani del Pdl ha dichiarato l’impossibilità di ragionare su questo tema in modo impersonale. La materia è delicata, questo tipo di volontà devono essere segrete e custodite in modo ineccepibile e secondo me questo può avvenire solo da un notaio. Per moltissimi acquisti o iniziative anche di minimo valore ci rivolgiamo comunemente al notaio, non posso credere che per decidere della vita non possiamo farlo, non vale certo meno di un’auto usata.
Massimo Benedetti del Pdl ha giudicato la proposta come proveniente da una parte minoritaria di cittadini che vengono tutti dall’area di sinistra. Ha un evidente colore ideologico e politico mascherato sotto l’idea di un servizio al cittadino. E’ solo un’illusione: i pareri di avvocature importati, di grandi città, hanno chiarito che senza legge di riferimento non c’è nessun valore né effetto applicativo.
I registri locali sono inutili e costosi, bisogna formare persone, aprire sportelli, custodire documenti che non servono a niente ma sono un rischio per il Comune perché lo espongono a ricorsi. In discussione in parlamento c’è una proposta di legge in nove articoli che sancisce importanti principi: l’inviolabilità della vita, il no all’eutanasia e al suicidio assistito, ai trattamenti sproporzionati. Questa proposta di delibera è solo una fuga in avanti.
Andrea Lombardi del Pd ha posto l’attenzione sulla divisione fra problemi etici e organizzativi. Se il problema è organizzativo, l’occasione per mettersi intorno a un tavolo e risolverla c’è stata e non è stata colta, ha detto.
Ma vorrei parlare di diritti: del diritto inalienabile del cittadino a non essere sottoposto a trattamenti contro la propria volontà. Il codice deontologico dei medici e la convenzione di Oviedo esprimono già chiaramente questo principio: il medico deve tenere conto della volontà precedentemente espressa dall’individuo. Questa proposta non esclude né anticipa iniziative legislative. Aiuta, in caso di bisogno, a ricostruire la volontà della persona assistita. Le necessità sono continue e immediate, non possiamo rispondere “aspetta che arrivi la legge”. Lo stesso cardinale Bagnasco riconosce il valore di dichiarazioni espresse in forma certa ed esplicita. Votando no non si vota contro eutanasia o suicidio assistito, che sono già vietati, si dice no a 400 persone che vogliono questo diritto e a tutti coloro che non andranno mai dal notaio, ma sono comunque convinti del valore della libertà di una persona.
Carla Ghirardini del Pd ha spiegato che non si sta chiedendo una visione impersonale, ma un approccio molto personale. Però per dare valutazione generale a un tema così personale bisogna avere chiaro l’oggetto del voto. Tante cose che ho sentito non c’entrano con la proposta né con l’emendamento del Pd. Noi diciamo solo di recepire un’esigenza, definendo modalità operative serie, chiare e precise. La busta non sarà conservata dal Comune, si istituisce solo un registro con gli estremi della persona. Non è neanche un servizio nuovo, ma solo una nuova modalità di depositare una Dat, che si può già depositare nei modi citati in precedenza. Il Comune non interviene, non esistono moduli o incarichi, solo un timbro su una busta e un registro con la data. Dobbiamo fare in modo che il momento della morte garantisca dignità alla persona e questo me lo dice proprio il valore che attribuisco a ogni vita e morte.
Davide Ricci del Pd ha considerato quanto ogni scelta fatta dall’umanità sia stata traumatica, spesso lacerante e oggetto di confronti aspri, ma come si sia arrivati spesso a soluzioni condivise grazie a un approccio rispettoso dell’opinione opposta. Il fine vita, ha detto, esiste per tutti. Qui si incontrano due valori, il diritto alla vita e la libertà della persona di fare una scelta razionale e ragionata su come affrontare la fase finale della vita. I nostri emendamenti vogliono sgombrare l’ipocrisia dal dibattito. Credo che chi governa non dovrebbe puntare solo sulle proprie convinzioni ma partire da quelle per confrontarsi con gli altri. Non si possono imporre per legge le proprie opinioni personali. Ricordo che numerosi consiglieri Pdl nei paesi vicini si sono espressi a favore del registro Dat. E’ una proposta limpida e semplice, che non si presta a nessun sospetto.
Francesca Buffagni del Pdl ha ricordato che la legge è ferma da nove anni nei quali si sono succeduti diversi governi di destra e sinistra. Questa proposta, ha detto, non nasce da una perplessità ma piuttosto da una protesta seguita al caso Englaro. Oltre a non esserci alcuna disciplina a regolare la Dat, deve essere chiaro che il medico non potrebbe mai applicare quanto scritto senza rischiare conseguenze legali personali. La stima dei costi inoltre è ampiamente inesatta.
Maria Savigni del Pd ha concordato sull’indispensabilità e inviolabilità della vita, ma nel merito, ha detto, l’argomento è tutt’altro. Se c’è un vuoto legislativo perché si consiglia di fare la dichiarazione dal notaio, per esempio? Questa proposta arriva da lontano per un’esigenza sentita da persone di ogni orientamento politico. Il testo di legge giacente, come qualcuno ha fatto già notare, rispecchia in buona parte il nostro emendamento. E’ un testo approvato in questa legislatura, che non dovrebbe vedere il centro-destra così contrario. Il Comune non fa che registrare una volontà e non interviene certo sul medico, che dovrà solo confrontarsi con questa volontà espressa.
Claudio Corrado del Pdl ha manifestato personale contrarietà perché, ha detto, il Dio in cui credo ha fatto del dolore e della sofferenza un elemento di riscatto. Nel decreto legge Calabrò comunque c’è tutto, ogni aspetto è trattato. Si tratta solo di aspettare che la legge diventi operativa. L’operazione di portare il tema nei Comuni non è altro che propaganda.
Roberta Costi del Pdl ha condiviso le parole del Pdl, del sindaco e sottolineato come nessuno avesse ancora nominato Dio. Ha poi riportato le parole del dottor Melini, presidente dell’associazione medici cattolici che ha specificato come il medico con le sue competenze è insostituibile. La spinta propagandistica su questa iniziativa vuole cambiare il rapporto medico-paziente aprendo la porta all’eutanasia.
Sonia Pistoni del Pd ha contestato il fatto che il registro includa l’eutanasia, che invece è esclusa e illegale. Stiamo parlando di queste cose proprio perché non esiste una legge nazionale. Al momento l’unica possibilità di esprimersi è tramite notaio, il servizio che si propone invece sarebbe gratuito e di libera fruizione. Voglio ringraziare il Pd per il lavoro fatto sull’emendamento. Non stravolgiamo il documento originale. Lo rendiamo adeguato e tecnicamente applicabile. La forza di un’amministrazione credo che stia anche nel salvaguardare i diritti delle minoranze. E’ vero che ci vorrebbe una legge nazionale, ma è difficile aspettare in un paese che è sempre bloccato sulle stesse leggi di altro tipo.
Antonio Caselli del Pd ha risposto alla domanda del consigliere Venturelli, sulla possibilità di attendere la legge nazionale: è ferma in parlamento, ha detto, e non ritengo offensivo che si parli di propaganda per questa proposta locale. Significa che si attivano strumenti che aiutino e sollecitino il percorso legislativo, è giusto e lecito. La proposta di delibera lascia comunque nelle mani del medico la più ampia facoltà di giudizi finale. Molti medici e parenti vorrebbero avere un documento certo che li aiuti nella loro decisione in quei drammatici momenti. Se anche non c’è una legge, in Italia c’è una giurisprudenza ampia e frequente sulle Dat ed è certo che questa è una prerogativa attribuibile a un Comune. Il costo unico è l’acquisto di un software di numerazione progressiva che garantisca che la busta presentata è l’ultima, visto che la facoltà di cambiare idea è sempre possibile.
Ugo Liberi del Pdl ha dichiarato il suo sostegno a uno stato leggero. Non dovrebbe occuparsi di nulla che il cittadino può fare da solo. Se dunque il tema è solo quello del servizio e non l’etica, ci sono centinaia di modi in cui il cittadino può già registrare questa sua volontà. Inutile poi che ci venga detto di osservare i nostri colleghi di altri Comuni, visto che anche nello schieramento di centro-sinistra ci sono e sono state espresse posizioni ed emendamenti differenti.
Giulia Pigoni del Pd ha sottolineato il gran lavoro fatto nel centro sinistra per arrivare all’emendamento che il comitato stesso ha accettato. Abbiamo dato un segnale di unità, speravamo che anche dalla maggioranza arrivasse un segnale di confronto, che non c’è stato.
Il sindaco Caselli ha voluto ancora sottolineare la libertà di scelta, la totale assenza di cosiddetti ordini di scuderia e allontanato ogni ipotesi di strumentalizzazione politica o alimentazione di polemiche e divisioni. Questa proposta di delibera poteva anche essere giudicata illecita prima di approdare in consiglio, ha detto, ma io credo che le decisioni vadano prese qui, discutendo. Ognuno si esprime liberamente e non accetto che si dica il contrario.
Giuseppe Megale del Pd ha sottolineato come gli aspetti religiosi non c’entrino con la delibera. Si vuol far passare una cosa semplice e laica per qualcosa che non c’entra niente. C’è una legge futura a cui verranno indirizzate le Dat, nell’attesa chiediamo solo che si possa registrare la propria volontà e niente altro. Su questi temi si spera sempre in un minimo di capacità di confronto. Anche nel Pd la discussione è stata complessa ed è durata mesi ma si è trovata mediazione fra tante sensibilità diverse. Mi sembra un’ovvietà di buon senso, né di destra né di sinistra.
Chiuso il dibattito si è passati alla votazione, prima degli emendamenti e poi del testo originale.
L’emendamento presentato da Sandro Morini, riguardante il termine di 5 anni per le volontà espresse nella Dat, ha ottenuto i voti favorevoli di Pd, Gandini, Gottardi e Guandalini della Lega Nord.
Astenuti Cerverizzo di Sassuolo con Pattuzzi e Sergio Basile dell’Idv.
Contrari Pdl, Lorenzi e Bargi della Lega Nord, Annamaria Anselmi della lista civica Per Sassuolo e il Sindaco.
L’emendamento è stato respinto.
Il maxi emendamento al testo presentato dal Pd ha ottenuto i voti favorevoli di Pd, Sassuolo con Pattuzzi, Idv, Gandini, Gottardi e Guandalini della Lega Nord.
Contrari il Pdl, Lorenzi e Bargi della Lega Nord, Annamaria Anselmi della lista Per Sassuolo e il Sindaco.
L’emendamento è stato respinto.
Il testo originale di iniziativa popolare per l’istituzione del registro delle Dichiarazioni anticipate di trattamento ha ottenuto i voti favorevoli del Pd (esclusi i consiglieri Morini, Ghirardini e Pigoni che hanno dichiarato la non partecipazione al voto), Idv, Sassuolo con Pattuzzi, Gottardi, Gandini e Guandalini della Lega Nord.
Contrari Pdl, Bargi e Lorenzi della Lega Nord, Annamaria Anselmi della lista Per Sassuolo, il Sindaco. La proposta di delibera è stata respinta.
(Resoconto a cura dell’Ufficio Stampa del Comune)