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Donini (Federazione della sinistra) su rimpatrio a Modena dell’operaio ghanese


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Fare chiarezza sulla vicenda dell’operaio ghanese residente in Italia dal ’96, in possesso di un lavoro e di un affitto regolare, che nella notte tra il 25 e il 26 ottobre scorso, dopo un mese trascorso nel CIE di Modena, e stato rimpatriato nel Paese d’origine. Lo chiede Monica Donini, della federazione della sinistra, in un’interrogazione presentata alla Giunta regionale nella quale, “preso atto con sconcerto che non è stato consentito a questa persona di difendersi in tribunale ed stato rimpatriato prima dell’udienza fissata per il 23 novembre” e, che la sua richiesta di permesso di soggiorno per motivi umanitari sarebbe stata “smarrita o ignorata”, la consigliera chiede che si verifichi “come sia possibile che una persona rivesta contemporaneamente il ruolo di clandestino e di regolare”.

La Donini chiede poi di chi è la responsabilità della “paradossale situazione” e perchè ne deve pagare le conseguenze la persona in questione e non chi ha commesso gli errori burocratici.

L’esponente della federazione della sinistra ripercorre le tappe della vicenda che ha portato all’espulsione. Nel 2002 il ghanese viene arrestato per possesso di sostanze stupefacenti e per questo condannato ad un anno e quattro mesi. “Da allora – precisa Donini – non si è mai trovato nella condizione di reiterazione del reato e ha continuato la sua esistenza di lavoratore straniero regolare versando contributi e pagando i tributi”. Intanto però a seguito del procedimento penale subisce la revoca del permesso di soggiorno, che gli viene notificata nel 2006 senza comunicazione al suo datore di lavoro. Nel 2007 il lavoratore straniero riceve il decreto di espulsione, ma continua a lavorare fino a che, nel settembre 2010 viene arrestato e condotto al Cie di Modena e dopo una serie di rinvii il suo processo viene fissato per il 23 novembre 2010. Nel frattempo i suoi legali attivano le procedure per la richiesta di asilo politico, strada percorribile in quanto l’immigrato è originario della regione ghanese del Dagbon, dove sono in corso scontri etnici.

Donini chiede alla Giunta regionale “che si mettano in moto tutte le strutture possibili per recuperare il patrimonio economico del ghanese, “frutto di tanti anni di lavoro”, e il trattamento economico di fine rapporto che gli spetta. Altra richiesta: verificare come risarcirlo dei contributi pensionistici versati allo Stato nei suoi 14 anni di attività lavorativa regolare in Italia.

Da ultimo la consigliera chiede “che si faccia una verifica sui costi di questa operazione in grande stile portata avanti dalla polizia di Modena. Infatti –osserva – è noto che i sindacati più volte hanno denunciato l’onerosità dei servizi di accompagnamento all’estero”.