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Carpi: al via la stagione di danza del Comunale


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Primo appuntamento mercoledì 3 novembre per il cartellone di Danza del Teatro Comunale di Carpi. Alle ore 21 il sipario si alzerà per proporre lo spettacolo della compagnia portoghese Vortice.dance Soliloquy about Wonderland, ovvero un monologo sul Paese delle meraviglie. Le coreografie sono di Cláudia Martins e Rafael Carriço, basate su musiche di Glass, Rota, Satie, Part, Holiday.

Soliloquy about Wonderland è uno spettacolo per nove interpreti e tecnologie digitali, ideato da Martins e Carriço, entrambi impegnati anche sul palcoscenico, che ritrae diverse situazioni del quotidiano e le più svariate reazioni ad esse. Gli interpreti danzano e parlano di tematiche della vita di tutti i giorni di cui, in un tempo ed un luogo lontano, qualcuno ha già parlato…temi che, pur col passare del tempo, sono rimasti immutati.

“C’è sempre una speranza, una luce che rimane accesa anche sotto la pioggia scrosciante”. E’ questo il messaggio dell’ultimo lavoro della Vortice.dance, nuovissima produzione suggestiva e toccante costruita su temi eterni e condivisi come l’amore, la morte, la solitudine, il rapporto dell’uomo con la natura. Ci sono momenti intimi e raccolti in cui assoli e duetti sviscerano paure ed emozioni con eleganza, misura, levità e coreografie di gruppo più festose ed irruente, completate da grandiosi effetti scenici. Ecco allora cascate d’acqua e fiori che sbocciano sul palco, uno scheletro che si muove sulla scena e la proiezione di una figura robotica che recita brani del “Discorso all’umanità” tratto da Il grande dittatore di Chaplin. L’effetto complessivo è di grande leggerezza e suggestione; la prevalenza del bianco-nero-grigio dei costumi contribuisce all’insieme mai chiassoso, bensì magico, surreale, armonico, quasi ultraterreno. Nonostante l’uso di accorgimenti tecnologici moderni, non c’è nulla che tolga poesia all’insieme: tutto è costruito con essenzialità, classe, nell’alternarsi di quadri diversi dove il fascino di creature eteree si libra nell’aria come in una dimensione intoccabile, distante, desiderabile, evocata attraverso una regia visionaria.