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Esposto Ordine dei medici contro la Regione: la protesta di FP/Cgil Emilia Romagna


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Ormai si corre il rischio di farci l’abitudine agli exploit di alcuni autorevoli esponenti dell’Ordine dei Medici della nostra regione, non nuovi ad innescare polemiche strumentali e arbitrarie sul ruolo degli infermieri operanti nel servizio sanitario. Il caso riportato nei giorni scorsi dagli organi di stampa ne è l’ennesima riprova. Il presidente dell’OdM dell’Emilia Romagna, questa volta non limitandosi alle solite invettive contro una categoria di operatori della sanità, ha deciso di rivolgersi alle Procure contro le Regioni Emilia Romagna e Toscana mettendo sotto accusa protocolli operativi, sperimentazioni e funzioni infermieristiche (118, Pronto Soccorso e fase prechirurgica), prefigurando una serie di reati che causerebbero danni alla salute dei cittadini.

Una grave presa di posizione, che non esitiamo a definire di retroguardia, legata molto probabilmente a logiche di potere e di casta che credevamo superate e che dimostra come tra i vertici di questa associazione prevalga in modo insistente una visione corporativa, che non accetta il cambiamento e la valorizzazione dei professionisti della sanità.

Da circa quindici anni, infatti, dal periodo che coincide con il maggiore impulso legislativo, normativo e contrattuale in materia di autonomia professionale, all’interno delle aziende sanitarie della nostra regione, gli infermieri, ma anche altre figure della sanità come fisioterapisti, ostetriche, tecnici sanitari, asv etc. hanno maturato considerevoli esperienze professionali che, sviluppando nuove competenze in linea con i modelli organizzativi più avanzati, hanno prodotto nella nostra regione significativi risultati in termini di qualità e appropriatezza delle prestazioni.

L’elevata professionalità degli infermieri è largamente apprezzata dalle istituzioni, dai cittadini e dalla maggioranza dei medici. Il triage in pronto soccorso (presa in carico del paziente e assegnazione dei codici d’accesso, che risale ai primi anni ’90) e il sistema 118, a proposito d’integrazione medico/infermiere, sono realtà consolidate, ma vi sono altri esempi a valenza multidisciplinare, negli ospedali e nel territorio (Lungodegenze, Cure Primarie, Salute mentale, Hospice, Sanità pubblica).

Tutto questo si è potuto realizzare grazie anche al ruolo che Regioni, Università e Istituzioni hanno svolto investendo e scommettendo sull’offerta formativa delle professioni sanitarie, tanto che in quasi tutti gli atenei della regione da anni si organizzano master, corsi di laurea breve e specialistica, che hanno consentito di formare professionisti qualificati e permesso a queste figure di ricoprire ruoli ai vertici della dirigenza nelle aziende sanitarie.

Per queste ragioni la FP CGIL Emilia Romagna esprime forte contrarietà in merito alle posizioni assunte dai vertici dell’OdM che offendono decine di migliaia di professionisti, medici compresi, che nella nostra regione svolgono quotidianamente il loro lavoro nei luoghi di cura con competenza e professionalità, per giunta sotto la minaccia di un governo che taglia risorse, cancella i contratti di lavoro e licenza i precari della sanità.

La FP CGIL si misura su un diverso piano di prospettiva e continuerà battersi a difesa del servizio pubblico, attraverso scelte condivise, ponendo al centro i bisogni del paziente, per garantire anche in questa delicatissima fase, il diritto alla salute per i cittadini sancito dalla nostra Carta Costituzionale.

(Maurizio Frigeri Segretario Sanità FP CGIL Emilia Romagna)