In commissione territorio, ambiente e infrastrutture, presieduta da Damiano Zoffoli, la Giunta ha risposto ad una interrogazione di Andrea Defranceschi (Mov 5stelle) che contestava la regolarità delle autorizzazioni riguardanti un acquedotto privato a Sanguineda, località nel comune bolognese di Vergato. Nel documento, si ricordava che, oltre all’utenza proprietaria, all’acquedotto si sarebbero collegate senza alcun atto “autorizzativo”, numerose altre utenze che servono tra l’altro abitazioni realizzate illegittimamente in un’area di tutela ambientale e paesaggistica. Defranceschi pertanto chiedeva alla Regione se in questa vicenda il Servizio Tecnico Bacino Reno avesse agito con la necessaria competenza e diligenza.
Dopo una erronea comunicazione del 2003, nella quale si affermava che il prelievo in questione era libero e non comportava autorizzazioni di sorta – ha risposto l’assessorato all’ambiente – il Corpo Forestale dello Stato ha accertato che l’uso della captazione aveva finalità diverse da quelle indicate, il Servizio tecnico di bacino pertanto ha dato avvio al corretto iter istruttorio. Il procedimento è attualmente rallentato a causa di un’azione legale, pendente presso la Procura della Repubblica, che riguarda le abitazioni civili approvvigionate dalla sorgente in questione, e, conseguentemente, le sue eventuali implicazioni nell’istruttoria autorizzativa. La Regione ha comunque attivato correttamente le procedure previste dalla legge a seguito dell’istanza di alcuni cittadini che chiedevano una “concessione preferenziale”. Quest’ultima è infatti riconosciuta dalla norma a quanti prelevano acque non iscritte nell’Elenco delle acque pubbliche del 1999; è questo il caso dell’acquedotto in questione, sul quale, tra l’altro, sin dal 1980 grava anche una “servitù ad attingere”. Non è quindi possibile – secondo l’assessorato – far decadere o revocare tale concessione (come aveva chiesto da Defranceschi) poichè non ci sono violazioni delle leggi in materia.
Completamente insoddisfatto, Defranceschi ha chiesto alla Giunta di “richiamare” al dovere i propri funzionari e di disdire con effetto immediato le concessioni.