L’UDC con queste nomine nel CDA della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha gettato la maschera: ci aspettiamo che da questo momento sia coerente con questa scelta, e che dia il suo sostegno esterno alle giunte, in Provincia e al Comune di Modena, per cominciare. Di fatto l’UDC diventa la stampella del PD un po’ ovunque, per arginare i dubbi e la caduta di consenso, e la debolezza sul territorio di un partito ormai identificato più con le sue Giunte, che con la struttura locale. Non ci si venga quindi a dire che le opposizioni sono rappresentate in Fondazione dall’UDC, che evidentemente ormai è parte della maggioranza politica, e non componente del centrodestra.
E’ poi da registrare come il mondo produttivo modenese, struttura portante dell’economia locale, con i suoi tanti commercianti, artigiani e piccoli imprenditori, sia stato totalmente ignorato nelle nomine dell’organo esecutivo della Fondazione. Il dominio della politica è totale, come la logica spartitoria. Nulla da eccepire sui singoli eletti, tantomeno sulle personalità dell’UDC, la cui professionalità e competenza non è in discussione, ma chiaramente non sono rappresentative di tutte le voci della città, dal punto di vista politico, e dal punto di vista della stratificazione sociale.
Devo quindi concludere che quando il sindaco Pighi tuonò: “Fuori la politica dalla Fondazione”, si sia inceppato nel momento topico il registratore dei cronisti presenti, perché manca la parte finale: “Fuori la politica dalla Fondazione … non deve stare”. E i fatti lo confermano da ieri sera.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)