“Non si tratta di andare oltre la manifattura, perno del nostro sistema economico, ma di creare le condizioni perché il turismo possa essere una delle risposte al ridimensionamento strutturale dei settori così da contribuire al mantenimento dei livelli di benessere diffuso raggiunti”.
Questa, in estrema sintesi, la posizione espressa da Silvia Manicardi, Amedeo Faenza, Antonio Altiero, Guido Sirri, rispettivamente Presidenti Lapam-Federimpresa, Confcommercio, Cna e Confesercenti per l’Area di Modena, in merito al dibattito in corso da giorni sul futuro economico della città.
“Sarebbe sbagliato contrapporre turismo e manifatturiero. Anzi, questi due settori spesso sono complementari, come dimostrano i progetti in via di ultimazione – Museo Ferrari per primo – che coinvolgono comparti importanti come l’edilizia. Quindi nessuna guerra di religione, ma eventualmente sinergie per sfruttare al meglio gli investimenti in essere, valorizzare progetti attesi da tempo ed avere così un effetto moltiplicatore ancor più importante per l’economia e l’occupazione”.
“Per questo siamo convinti invece che puntare anche su turismo, commercio e servizi, possa rappresentare un obiettivo strategico, attraverso il quale contribuire ad attrezzare Modena a superare con maggiore efficacia una situazione caratterizzata da preoccupanti livelli di disoccupazione”.
“Pur nella consapevolezza – precisano Manicardi, Altiero, Sirri, Faenza – che il settore manifatturiero, sebbene ridimensionato, rimarrà il driver dell’economia modenese e che la nostra città non potrà essere concorrente delle grandi città d’arte, crediamo sia necessario fare uno sforzo collettivo per valorizzare in chiave turistica le formidabili “nicchie”, che solo Modena può vantare, al fine di accreditare la città come meta privilegiata per migliaia appassionati di motori, cultura, lirica ed enogastronomia”.
“In definitiva – concludono i quattro Presidenti – pensiamo che Modena abbia bisogno della forza propulsiva del manifatturiero, ma anche di turismo, commercio e servizi; settori, anche questi, che se, adeguatamente sostenuti, possono offrire una delle chiavi con cui “reinventare” e tornare a far brillare l’economica modenese”.