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Ateneo Modena-Reggio: studenti di Agraria in tirocinio presso un centro di ricerca norvegese

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Due giovani studenti della facoltà di Agraria, al secondo anno del corso di laurea magistrale in Controllo e Sicurezza degli Alimenti dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Sara Bondoni e Lorenzo Remondini, hanno avuto l’opportunità davvero singolare di frequentare in estate uno dei più importanti centri di ricerca del Nord Europa.

I giovani, entrambi di 24 anni, hanno operato nell’Istituto di Ricerca Paper and Fibre Research (PFI) della città norvegese di Trondheim che, con i suoi oltre 163.000 abitanti, è la terza città del Paese ed è la più settentrionale delle grandi città norvegesi; una città con circa 30.000 studenti universitari.

Sara Bondoni e Lorenzo Remondini hanno svolto un tirocinio estivo di tre mesi presso il Paper and Fibre Research (PFI), un istituto di ricerca che si occupa di biomateriali. Si tratta di un istituto indipendente, finanziato direttamente da ditte private, per lo più cartiere, che investono parte dei loro capitali in uno sforzo comune di innovazione del proprio settore. Il PFI, presso cui lavora da alcuni anni il dott. Marco Iotti, laureato in Agraria presso l’Ateneo modenese-reggiano, sviluppa in collaborazione con l’Università di Trondheim film plastici derivati da microfibre di cellulosa da utilizzarsi per il packaging alimentare.

I due studenti hanno potuto utilizzare le opportunità offerte dal programma europeo Erasmus Placement che tende a promuovere stage presso imprese o centri di ricerca in uno dei Paesi Europei. Attraverso questo programma, gli studenti possono rapportarsi direttamente con la cultura del Paese ospitante e, nello stesso tempo, acquisire competenze specifiche nel settore di ricerca su cui stanno conducendo gli studi.

“L’esperienza condotta in Norvegia dai due nostri studenti – sostiene il prof. Nicola Pecchioni dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, coordinatore dei progetti Erasmus della Facoltà di Agraria – è esemplare per la determinazione e passione con cui i ragazzi hanno affrontato l’esperienza Erasmus. Speriamo possa essere di esempio per tanti studenti della nostra facoltà e del nostro Ateneo, che dovrebbero cercare di aprire ben di più i loro orizzonti, per ricevere una formazione da giovani europei e prepararsi ad un mondo del lavoro sempre meno ristretto entro confini nazionali. L’altro aspetto interessante è l’esperienza di ricerca svolta in un ambito emblematico: un mondo agro-forestale che cambia e che deve rispondere nell’immediato futuro, da un lato alla produzione di alimenti, e dall’altro alla sostituzione di polimeri e carburanti derivati dal carbon fossile con biomateriali e biocarburanti. Tutto ciò per evitare l’uso di una risorsa non rinnovabile quale quella petrolifera, ma anche per utilizzare beni prodotti, di fatto, dalle piante, quindi in grado di sequestrare e riciclare carbonio, anziché emetterne di nuovo.

Entusiasti i commenti dei giovani che hanno partecipato a questa esperienza.

“Il lavoro – afferma Lorenzo Remondini – si svolgeva nei laboratori dell’Istituto tutti i giorni dalle 8,30 alle 16,00. Il nostro gruppo era formato da una decina di ricercatori: un francese, due cileni, un tedesco ed un italiano. All’inizio, l’impatto è stato un po’ traumatico, soprattutto perché da quelle parti, a Giugno, era sempre giorno; per il resto nessun problema, nemmeno con la lingua, là parlano tutti inglese”.

“All’inizio di ogni attività – aggiunge Sara Bondoni – si effettuava un training per chiarire l’oggetto di studio della ricerca ed insegnarci il corretto utilizzo degli strumenti a nostra disposizione. I primi quindici giorni si sono concentrati nella comprensione del progetto di ricerca a cui avremmo lavorato, il nostro studio riguardava la produzione di film plastici derivanti da microfibre di cellulosa, in altre parole si tratta di ricavare plastica dalla polpa di cellulosa. Siamo nell’ambito delle ricerche alternative al petrolio per la produzione di plastiche”.

“La cosa interessante – prosegue Lorenzo Remondini – è che il lavoro si alternava sempre con lo studio e l’approccio alla fase sperimentale era preceduto da una ricerca bibliografica sull’argomento svolta sia nelle biblioteche, sia attraverso le banche dati interattive dell’Istituto.

I risultati del nostro lavoro venivano periodicamente resi noti agli altri componenti del gruppo di ricerca tramite meeting, funzionali all’aggiornamento reciproco sui diversi lavori svolti, ma anche agli eventuali sviluppi futuri”.

“Siamo davvero grati, – commentano i due giovani della Facoltà di Agraria – a tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza, che ci ha fatto crescere moltissimo sia dal punto di vista professionale che in generale. Crediamo infatti di aver acquisito maggiore capacità di essere flessibili e maggiore capacità di comprendere nuove culture”.

Le esperienze all’estero, durante il periodo degli studi universitari, si vanno moltiplicando. Sono oltre 200 gli studenti dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia che ogni anno partecipano a progetti Erasmus, programmi che favoriscono la mobilità degli studenti per far conoscere la realtà europea. Secondo le ricerche più recenti, queste esperienze, con la conoscenza delle lingue e la realizzazione di stage sono in grado di favorire l’occupazione dopo la laurea.

“Veramente notevole l’entusiasmo dimostrato dai due studenti sia al momento della presentazione della domanda e quindi della ricerca della struttura ospitante, sia dopo il loro rientro nell’illustrare l’esperienza vissuta. Esperienze di questo tipo – commenta il Preside della facoltà di Agraria prof. Domenico P. Lo Fiego – andrebbero incrementate notevolmente in quanto rappresentano un importante momento di crescita dei nostri giovani, e non solo dal punto di vista professionale. Risulta a volte difficile riuscire a trovare il contatto nel Paese ospitante, ma spesso, come in questo caso, in molte strutture di prestigio lavorano in modo stabile laureati presso le nostre Facoltà con i quali vengono mantenuti proficui rapporti di collaborazione”.

Sara Bondoni (24 anni). Studentessa del II anno del corso di laurea magistrale in Controllo e Sicurezza degli Alimenti presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Nata a Brescia, residente a Parma. Dottore in Tecnologia delle produzioni animali e sicurezza degli alimenti. Laurea conseguita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma.

Lorenzo Remondini (24 anni). Studente del II anno del corso di laurea magistrale in Controllo e Sicurezza degli Alimenti presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Residente in provincia di Verona. Dottore in Tecnologia delle Produzioni Animali e sicurezza degli alimenti. Laurea conseguita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma.