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Il Consiglio comunale Carpigiano dell’11 Novembre


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Nel corso del Consiglio comunale di Carpi di ieri, giovedì 11 novembre, è stata presentata un’interrogazione del gruppo PdL (firmata da Cristian Rostovi) sul nuovo progetto per via Focherini. “Considerato che durante il dibattito in Consiglio comunale, l’assessore ai Lavori pubblici Carmelo Alberto D’Addese, contestualmente alla promessa che i bagolari erano salvi, aveva annunciato – ha detto Rostovi – che il nuovo progetto per la ciclabile Due Ponti-Centro nel tratto che riguarda via Focherini, sarebbe stato presentato entro il mese di ottobre e preso atto del ritardo nella presentazione, si chiede quale sia al momento attuale lo stato di avanzamento del sopracitato progetto”.

“Con riferimento all’interrogazione in oggetto – ha replicato D’Addese – si comunica che l’elaborazione del percorso ciclabile alternativo su via Focherini è in fase di elaborazione. Appena pronto sarà nostra premura illustrarlo in Consiglio comunale come da impegni assunti. Nel corso del civico consesso nel quale avevo annunciato la data di ottobre avevo anche spiegato che eventuali ritardi sarebbero stati comunicati ai capigruppo, cosa che ho fatto, mantenendo fede a quanto dichiarato”.

“Difficile essere soddisfatti – ha controreplicato Rostovi – delle parole dell’assessore, avremmo piuttosto dovuto chiedere non lo stato del progetto ma perché questo è in ritardo…”.

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Un’interrogazione del capogruppo della Lista Civica Carpi a 5 Stelle-beppegrillo.it-Partito della Rifondazione Comunista Lorenzo Paluan riguardante la progettazione della pista ciclabile Due Ponti è stata presentata nel corso del Consiglio comunale di ieri: “visto l’annuncio da parte della Giunta di voler rivedere il progetto della pista ciclabile Due Ponti, in seguito al ritiro del bando di gara per la realizzazione dell’opera, si chiede – ha spiegato Paluan – quali siano state le precise ragioni che hanno portato al ritiro del bando di gara; quali siano stati i costi di progettazione dell’opera fino ad oggi sostenuti dal Comune, in termini di costo lavoro per il personale dipendente o per l’affidamento a terzi della progettazione; quale sarà il costo del nuovo progetto in termini di costo lavoro per il personale dipendente o per l’affidamento a terzi della progettazione”.

L’assessore a Mobilità e Traffico Carmelo Alberto D’Addese ha replicato che “il ritiro del bando di gara fu strettamente legato alle regole del Patto di stabilità che a quella data non erano state ancora definite. Pertanto precauzionalmente per evitare sforature al Patto stesso fu decisa la sua sospensione. Infatti il bando fu prontamente effettuato nel momento in cui le regole furono definite. I costi di progettazione dell’opera sono rimasti quelli originariamente preventivati per un importo pari a 99.000 euro. Per quanto riguarda l’eventuale modifica del tracciato su via Focherini, questa comporterà – ha concluso – solo l’elaborazione di una variante in corso d’opera la cui spesa progettuale, ad oggi non quantificabile, sarà decisamente contenuta, mentre invece la modifica del tracciato su sede stradale comporterà un risparmio economico che comunicheremo appena saremo in grado di quantificarli”.

Lorenzo Paluan in sede di controreplica ha ringraziato D’Addese per le risposte fornite in aula ma si è detto perplesso “per il clima di incertezza sulla questione e stupito che ad oggi non ci siano state indicazioni sui costi finali aggiuntivi e gli eventuali risparmi. Ciò mostra l’errore di origine di questo progetto”.

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Il Consiglio comunale di Carpi di ieri, è stato anche teatro di un botta e risposta tra i firmatari di un’interrogazione sulle fasce di rispetto cimiteriali e l’assessore all’Urbanistica Simone Tosi. <Venuti a conoscenza che sono stati autorizzati e sono in corso di realizzazione interventi edilizi in alcune frazioni del territorio comunale che ricadono all’interno delle fasce di rispetto cimiteriali – si legge nel documento firmato dai consiglieri Pivetti e Verrini di ApC, Andreoli del PdL e Alboresi della Lega nord – rilevato che in base all’art. 338 del T.U. delle Leggi sanitarie, all’art. 28 della Legge 166 del 1°agosto 2002, all’art. 4 della Legge Regionale 19 del 2004 la fascia di rispetto cimiteriale è indicata in 200 metri e che è fatto divieto assoluto di costruire a una distanza inferiore a quella indicata; che in base all’art 28 della Legge 166/2002 il Consiglio comunale può approvare con delibera motivata, previo parere favorevole della competente Azienda sanitaria locale, la riduzione della fascia di rispetto fino a 50 metri, ma solo per costruzione di nuovi cimiteri o l’ampliamento di quelli esistenti o per interventi urbanistici di carattere pubblico o aventi rilevanza pubblica di evidente necessità; che la stessa regola è confermata dalla Legge Regionale 29/2004 che al comma 2 dell’art 4 recita: “è vietato costruire nuovi edifici entro la fascia di rispetto” e al comma 3: “in casi di reale necessità il Comune può approvare, sentita l’AUSL, la costruzione di nuovi cimiteri, l’ampliamento di quelli esistenti o la costruzione di crematori a una distanza inferiore ai 200 metri, purchè la fascia di rispetto non scenda in nessun caso al di sotto dei 50 metri”; che il vincolo cimiteriale che impone un divieto assoluto di edificabilità è stato ribadito da una sentenza del Consiglio di Stato del 22/6/1971 e che la Cassazione con sentenza 8628 del 26/1/2009 ha negato che nella nozione di intervento pubblico possa essere compresa l’edilizia residenziale privata e che gli interventi ammessi in deroga alla zona di rispetto “sono solo quelli pubblici o comunque aventi rilevanza pubblica e destinati a soddisfare interessi di rilevanza pubblica almeno pari a quelli posti a base della fascia di rispetto di 200 metri”; che pure la V Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza 6671/2010, ha riconfermato tutto quanto suddetto, interroghiamo il Sindaco per sapere se risponde al vero che autorizzazioni di edificazione di manufatti residenziali di edilizia privata all’interno della fascia di rispetto cimiteriale sono state rilasciate; in caso affermativo quante e dove; se risponde al vero che l’intervento in fase avanzata di realizzazione nella frazione di Budrione da parte della Immobiliare Oltrecittà s.r.l. viola palesemente il vincolo cimiteriale previsto dalla Legge, essendo gli edifici residenziali in via di costruzione ad una distanza inferiore a 100 metri dal cimitero frazionale, quindi ampiamente all’interno della fascia di rispetto. Se quanto sopra denunciato fosse confermato si chiede inoltre chi, e con quali atti e motivazioni, ha rilasciato le autorizzazioni suddette; se tali autorizzazioni, non rientrando nelle deroghe previste dalla Legge e violando una fondamentale normativa di tutela sanitaria, non siano da considerarsi palesemente illecite (anche se eventualmente previste dal PRG) e pertanto se gli edifici realizzati configurino un abuso con possibile rilevanza penale; quali provvedimenti si intendono infine adottare per ripristinare la legalità e tutelare l’interesse pubblico>.

Di seguito ecco la risposta data ieri sera in Consiglio dall’assessore Tosi: <cari consiglieri, prima di entrare nel merito delle vostre domande, occorre che vi illustri i diversi passaggi amministrativi che hanno determinato l’urbanizzazione dell’area nella frazione di Budrione denominata B7, interrogazione che ha suscitato anche l’interesse della stampa locale. Voglio anche precisare che per smorzare i toni e ridare una certa serenità a quei cittadini che vi abitano o intendono abitarci, ho ritenuto di dare una risposta immediata e celere. La fascia di rispetto cimiteriale per la frazione di Budrione è di 50 metri, come previsto dal Piano Regolatore Generale vigente, PRG approvato con deliberazione della Giunta provinciale 174 del 30 aprile 2002, che riconferma come fascia di rispetto 50 metri dal limite esterno. Tale limite di rispetto è stato “riconfermato” dal nostro strumento urbanistico di programmazione recependo fedelmente il limite imposto originariamente dal Piano Regolatore Generale pre-vigente, approvato con Deliberazione della Giunta regionale 2457 del 17 giugno 1980 e successivamente riapprovato in data 28 giugno 1984. (PRG vigente prima di quello denominato PRG 2000). Da quanto evidenziato se ne deduce che tale limite di rispetto dei 50 metri è vigente dal 1980 ed è rimasto invariato negli ultimi trent’anni. Sulle indicazioni fornite dal Piano Regolatore vigente a far data dal 1980, venne redatto il Piano Regolatore Cimiteriale approvato con deliberazione del Consiglio comunale 31 del 23 marzo 1995 (Giunta Bergianti) con parere favorevole dell’ente preposto al controllo degli aspetti igienici sanitari (AUSL), il quale avrebbe potuto proporre in quella specifica sede le opportune modifiche, se i contenuti in esso previsti fossero stati in evidente contrasto con le norme di legge all’epoca vigenti. Prendendo visione di ciò che è stato riportato nella relazione illustrativa, in particolare l’art. 4 – relativamente alla validità del piano ed ai criteri informatori – si precisa che il Piano ha validità di dieci anni, anche se le previsioni per la maggior parte dei cimiteri è riferita ad un arco temporale pari a trent’anni; tale ultima previsione è stata ritenuta valida anche per il cimitero frazionale di Budrione. Pertanto, considerata la fascia di rispetto cimiteriale pari a 50 metri, così come stabilito dal PRG del 1980 e recepito dall’attuale strumento urbanistico vigente, si precisa inoltre: che l’attuale amministrazione comunale non ha redatto e/o prodotto nessun documento o atto amministrativo finalizzato alla riduzione della fascia di rispetto cimiteriale relativo al cimitero frazionale di Budrione, al fine di permettere l’edificazione delle attuali abitazioni; che i permessi di costruire rilasciati per permettere l’edificazione delle attuali unità abitative, sono stati rilasciati in conformità al Piano particolareggiato approvato in data 20 aprile 2006 con deliberazione consiliare 88 e relativo all’ambito di trasformazione contraddistinto dalla sigla B7; (ricordo per precisione: delibera approvata all’unanimità, ovvero voti favorevoli di DS, Mg, PdCI, Verdi, FI, UDC e GCI); che l’ambito di trasformazione B7 è stato previsto con la variante generale al PRG del 1980 approvata in data 30 aprile 2002, e l’autorizzazione alla presentazione di specifico piano particolareggiato è stata rilasciata con deliberazione consiliare 125 del 16 settembre 2004 (voti favorevoli di tutti i gruppi consiliari ad esclusione di RC; li elenco per essere chiaro: DS, M, FI, AN, LTC, LN1, PdCI, Verdi); si ricorda inoltre che nell’ambito delle procedure di approvazione del piano e precisamente durante il periodo di deposito e pubblicazione degli atti a libera consultazione, effettuato dal 17 novembre 2005 al 16 gennaio 2006, non sono state presentate né osservazioni né opposizioni alla proposta progettuale. Infine, per maggior chiarezza, si ricorda inoltre che a seguito di osservazioni sollevate dalla Provincia di Modena sui limiti cimiteriali nell’ambito della redazione dell’attuale piano regolatore e successive contro-deduzioni alle osservazioni stesse, La Giunta provinciale, nell’atto finale di approvazione della variante generale, ha ritenuto di dover integrare l’art. 73.12 delle Norme tecniche di attuazione, come segue: “i perimetri delle fasce di rispetto ai cimiteri, prescritte dall’art. 338 del T.U. delle leggi sanitarie 27/7/1934, n. 1265 e successive modifiche ed integrazioni, sono individuati sulle tavole di azzonamento del P.R.G. e rispecchiano quanto stabilito dagli appositi atti amministrativi (Decreti prefettizi, ordinanze sindacali o altri atti amministrativi prodotti ai sensi e per gli effetti delle norme in materia vigenti). All’interno di tale zona è vietata la costruzione di nuovi edifici e l’ampliamento di quelli preesistenti”. Lascio alla Presidenza del Consiglio, perché vengano messi agli atti del verbale della seduta, tutti gli atti in formato digitale che ho citato nel rispondere a questa interrogazione, che sono nell’ordine i seguenti estratti: PRG 1980-frazione di Budrione; deliberazione di approvazione del PRC-frazione di Budrione 1994, relativo parere dell’AUSL e Relazione illustrativa; PRG 2000-frazione di Budrione; copia dell’autorizzazione alla presentazione del Piano particolareggiato; copia della deliberazione consiliare di approvazione del Piano particolareggiato ambito B7; deliberazione della Giunta provinciale 174 del 30 aprile 2002-estratto di pag. 32 dell’istruttoria tecnica. Nel concludere vorrei però soffermarmi su alcuni aspetti, più politici e meno tecnici della vicenda (mi pare che dal punto di vista tecnico e sul fronte della correttezza amministrativa la vicenda sia stata chiarita in modo inequivocabile). Vicenda che ha raggiunto la sua notorietà non solo ultimamente, visto che è nota ai più perché è da diverso tempo che in questo consiglio ed in città si discute della questione e viene riproposta periodicamente dalle minoranze. Su questa vicenda non c’è nessun abuso nè amministrativo né edilizio! L’amministrazione ha agito nel pieno della correttezza e di quanto stabilito dalle norme, e ogni insinuazione va respinta, ma è altrettanto vero che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, ed ognuno di noi non può sfuggire da esse. Forse la memoria però gioca brutti scherzi, oppure fa emergere problemi di coerenza delle persone e su questo tornerò in conclusione. Vorrei perciò ritornare sul limite dei 50 metri di fascia di rispetto dal cimitero, rimarcando che questa distanza deriva da strumenti di programmazione territoriali che si sono succeduti nel tempo, e che hanno visto l’interessamento di diversi enti in diverse epoche, dal Comune, alla Regione e alla Provincia, che hanno approvato i nostri PRG, dall’AUSL all’ARPA, che si sono espressi in diversi momenti su queste vicende. Qualcuno ritiene che questi enti non sanno interpretare le leggi, norme, decreti ecc…? Personalmente non lo credo. O forse c’è qualcuno che, per provare a costruire una campagna scandalistica su questa vicenda, interpreta a suo comodo una legge. Io mi fido di più dei tecnici e dirigenti del Comune, della Provincia, della Regione, dell’Arpa e dell’AUSL. Infine, sulle ragioni per cui nel 1995 il Piano cimiteriale avesse previsto ancora il limite del 50 metri, mi permetterete una piccola polemica. Ho cercato in questi giorni di documentarmi, per rispondere al meglio a questa interrogazione e ho recuperato la delibera approvata dal Consiglio comunale del 1995. Leggo che erano presenti 28 consiglieri, l’architetto Giovanni Gnoli, responsabile dell’Edilizia pubblica, il tecnico incaricato, ma a noi giustamente interessa l’aspetto politico. Ebbene, la delibera viene “illustrata ampiamente”, così recita il verbale, dall’assessore comunale Giliola Pivetti. Assessore che poi pose anche la sua firma su questa delibera. Quindi, se qualcuno delle opposizioni vuole sapere in modo anche più dettagliato, rispetto a quello che ho provato a fare io, sul perché anche nel 1995 il limite dei 50 metri rimane, forse farebbe meglio a chiederlo alla consigliera Pivetti, che avendo illustrato il punto come assessore dell’epoca, non potrà dire come capita spesso “che non si sa cosa si vota in Consiglio e che questi voti ci vengono ritorti contro una volta che nasce un comitato”. In questo caso mi auguro che avendo presentato il punto in modo dettagliato, come cita il verbale, questo tema sia pienamente a sua conoscenza. Perciò, trasferisco alla neo consigliera ed ex assessore le medesime domande, anche se io sono convinto che Pivetti abbia agito nel pieno rispetto delle norme…Anzi, mi pare di aver chiarito in modo inequivocabile che tutti gli atti sono corretti e tutti gli amministratori, a partire dall’ex assessore Pivetti, hanno agito correttamente. Marzullo direbbe si faccia una domanda e si dia una risposta; io mi limito a tranquillizzare la consigliera Pivetti, che forse aveva dubbi in proposito, sulla correttezza anche del suo operato>.

La replica del capogruppo del Popolo della Libertà Roberto Andreoli alle parole di Tosi non si è fatta attendere: <l’assessore definisce inequivocabile la fondatezza della posizione del Comune, ma secondo noi la norma è chiara e insindacabile e nessuno strumento urbanistico fino al 2002 poteva scavalcarla per quello che riguarda la fascia di rispetto. Sono i dirigenti che sono responsabili riguardo al rispetto delle norme di legge delle delibere che poi la Giunta o il Consiglio vota: da qualche tempo però non mi fido più e mi documento; nel caso in questione non ci sentiamo tranquilli e chiederemo alla magistratura di intervenire e al Sindaco di attivare un meccanismo di autotutela>. L’assessore Tosi ha poi preso la parola per ribadire che i limiti di distanza sono sanciti fin dal 1980 <da vari strumenti e il Piano particolareggiato ambito B7 è fuori da questa fascia di rispetto. Possibile che i soggetti che si sono espressi su questo Piano dando l’ok abbiano tutti sbagliato?>. Giliola Pivetti, capogruppo di Alleanza per Carpi ha infine anch’essa replicato alle parole di Tosi, in primis sottolineando <come ci sia sempre la tentazione di ricordare i luoghi nei quali io ero in passato…anche le persecuzioni sono di questo tipo. Tosi pensa che non ricordi il mio ruolo di assessore e non mi sia documentata prima di scrivere questa interrogazione? Se la magistratura deciderà che nel 1985 io ho sbagliato non mi interessa, ribadisco che non ci sono deroghe che tengano per Budrione. La materia continuerà a restare alla nostra attenzione nelle forme più opportune>.

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Il Consiglio comunale di Carpi, nella seduta di giovedì 11 novembre, ha trattato anche una interrogazione del capogruppo del Popolo della Libertà Roberto Andreoli sul futuro dell’Atcm. “In previsione della scadenza del contratto di servizio per Atcm nel 2011, quando sarà indetta – ha domandato Andreoli – la gara per il nuovo gestore cosa c’è di vero nelle voci che danno per imminente una fusione o comunque un qualsiasi legame strutturale tra Atcm e Atc di Reggio Emilia? Se questo corrisponde al vero tale decisione sarà discussa anche dal Consiglio comunale di Carpi essendo la nostra città socia di Atcm? E se questo corrisponde al vero quali sono le linee basilari del futuro piano industriale?”.

Ha risposto ad Andreoli l’assessore a Mobilità e Traffico Carmelo Alberto D’Addese: “con riferimento all’interrogazione in oggetto relativa ad un’imminente fusione fra le strutture di Atcm e Atc di Reggio Emilia si comunica che ad oggi non si è tenuto nessun incontro ufficiale. La Regione Emilia-Romagna sul tema delle aggregazioni ha invitato le Aziende della regione a valutare tale opportunità, con la proposta di atto d’indirizzo licenziata dalla Giunta regionale nei mesi scorsi. Un percorso in tal senso è già in atto in Emilia-Romagna; infatti il 30 luglio 2010 è stata costituita la Holding Start Romagna, che nasce dall’aggregazione delle società pubbliche di gestione del trasporto pubblico locale che già operano nei singoli bacini provinciali e cioè Atm spa per Ravenna, Avm spa per Forlì e Cesena e Tram Servizi spa per Rimini. Per quanto riguarda il futuro di Atcm eventuali modificazioni allo stato attuale aziendale saranno comunicate, come già avvenuto nel passato, da questa amministrazione in Consiglio comunale.”.

Andreoli ha controreplicato affermando che l’assessore “non aveva detto quasi niente in risposta alle sue domande”, ribadendo che “a Reggio Emilia le voci dicono altro…Quando ci saranno sviluppi sulla questione speriamo che anche questo civico consesso possa dare il suo contributo in fase di proposta”.