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Le iniziative reggiane per la IX Giornata mondiale contro la pena di morte


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È un caso che ha fatto storia, quello di Mumia Abu-Jamal, giornalista afroamericano da 28 anni nel braccio della morte del carcere di Philadelfia e simbolo della lotta contro la pena di morte in tutto il mondo.

Il documentario di Marc Evans “Tutta la mia vita in prigione”, dedicato alla storia del giornalista afroamericano, sarà proiettato al cinema Rosebud di via Medaglie d’Oro della Resistenza lunedì 15 novembre alle ore 21, e la mattina di giovedì 18 novembre per gli studenti reggiani.

Le due proiezioni si svolgono in occasione della IX Giornata mondiale “Città per la vita – Città contro la pena di morte”, promossa nel 2002 dalla Comunità di Sant’Egidio. La data è stata scelta perché ricorda la prima abolizione della pena capitale, quella del Granducato di Toscana, avvenuta il 30 novembre 1786.

Anche quest’anno, Reggio Emilia sarà tra le oltre 1200 città di 81 paesi del mondo ad aderire alla Giornata, illuminando alcuni monumenti del centro storico.

Le iniziative sono promosse da Comune di Reggio Emilia, Tavolo della pace e Regione Emilia Romagna, in collaborazione con Scuola di Pace di Reggio Emilia, Cgil, Cisl, Uil, Reggio nel Mondo, con l’adesione di Amnesty International, associazione Carlo Bortolani Onlus e Comunità di Sant’Egidio.

La proiezione riservata alle scuole coinvolgerà 200 studenti di tre istituti superiori di Reggio Emilia: Chierici, Scaruffi-Levi-Tricolore e Filippo Re. Il film sarà introdotto agli studenti dall’assessore alla Cultura del Comune Giovanni Catellani, da Sandra Campanini dell’ufficio Cinema comunale, da Gianni Pedrazzini, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali e da Marina Bortolani, in rappresentanza delle associazioni che sostengono l’iniziativa.

Al termine del film si terrà un confronto con gli studenti.

IL DOCUMENTARIO. Il documentario “Tutta la mia vita in prigione” narra la storia del giornalista americano di colore Mumia Abu-Jamal, che sin da giovane si mette in evidenza tra le ‘Pantere Nere’ e che, dall’inizio della sua carriera, si schiera contro la corruzione della polizia nello Stato della Pennsylvania. All’alba del 9 dicembre 1981, Abu-Jamal viene coinvolto in una sparatoria nel quartiere sud di Philadelphia. Arrestato, è accusato dell’omicidio di un poliziotto, Daniel Faulkner, e processato. Giudicato colpevole, nel 1982 viene emessa la sua condanna a morte. Nel 1999 un vecchio sicario, Arnold Beverly, confessa all’avvocato di Jamal di aver ucciso il poliziotto, ma la sua testimonianza non viene presa in considerazione. Nel 2003 vengono respinti gli ultimi ricorsi e il caso passa alla Corte Federale. Abu-Jamal diviene il simbolo della lotta contro la pena di morte.

Il documentario che ne racconta la storia ha un doppio valore. Da un lato sceglie un testimone giovane – un attivista britannico nato il giorno in cui Mumia fu arrestato – che con sincerità ed entusiasmo fa da elemento spiazzante; dall’altro, con una serie di interviste (Noam Chomsky, Angela Davis) traccia una mappa dell’America radicale del dissenso.

REGGIO EMILIA E LA PENA DI MORTE. La città di Reggio Emilia ha da alcuni anni avviato un percorso di lavoro locale e internazionale a favore dell’abolizione della pena di morte. Oltre ad essere membro della Texas Coalition to abolish the death penalty e contribuire al fondo legale in favore dei condannati a morte, gestito dalla Comunità di Sant’Egidio, dal 2004 è membro della ‘World coalition against the death penalty’, che riunisce le maggiori organizzazioni mondiali che lottano contro la pena di morte.