Un nuovo patto di stabilità territoriale in un’ottica autenticamente federalista che consenta di salvaguardare la qualità dei servizi pubblici dell’Emilia-Romagna, permetta a Regione ed Enti locali di realizzare un programma di investimenti strategici adeguato e di poter disporre della flessibilità necessaria per la gestione delle emergenze.
La Giunta regionale ha approvato un progetto di legge che propone un nuovo sistema di governo della finanza pubblica territoriale, condiviso con le autonomie locali, per riequilibrare il livello di indebitamento per tutti gli Enti locali e definire gli interventi prioritari.
In attesa della realizzazione del processo nazionale di attuazione del federalismo fiscale e utilizzando fin da ora le norme statali che regolano il patto di stabilità interno (che permettono alle Regioni di adattare al proprio territorio i vincoli e le regole poste dal legislatore nazionale), il progetto di legge della Giunta definisce un nuovo sistema di relazioni tra Regione ed Enti locali con la previsione di un unico obiettivo territoriale, di misure di controllo dell’indebitamento e di rilancio degli investimenti estese anche ai Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti.
L’operazione mette a sistema i 189 Comuni, le 9 Province e la Regione (assoggettati alle regole del patto di stabilità interno) con un obiettivo unico territoriale per il 2011 stimabile in 2.247 milioni di euro.
Sarà garantito a livello regionale il rispetto del patto di stabilità adattandolo alle esigenze territoriali e di programmazione mentre, nei confronti dello Stato, la Regione si porrà quale unico interlocutore istituzionale per tutto il territorio e unico responsabile della corretta applicazione delle regole.
Il quadro di riferimento
L’Emilia-Romagna è, tra le regioni a statuto ordinario, quella che presenta il più basso indebitamento pro-capite: 237 euro a fine 2008; 224 euro a fine 2009. Il debito dei Comuni emiliano-romagnoli, al 31 dicembre 2008, ammonta a 853 euro per abitante, quello delle Province a 215. Complessivamente, il debito pubblico locale pro-capite nel 2008 è pari a 1.288 euro per abitante, contro i 2.154 euro a livello nazionale (-39,4%).
I Comuni e le Province, assoggettate al patto nazionale di stabilità, hanno un fondo di cassa rendicontato alla fine del 2008 che supera i 1.192 milioni di euro. Ma, in conseguenza dei vincoli derivanti dal patto di stabilità interno, devono contrarre gli investimenti, non possono onorare gli impegni assunti negli anni precedenti per il pagamento di lavori per investimenti e opere sottraendo così risorse al mondo produttivo e al lavoro, mentre si continuano ad accumulare sui bilanci residui passivi per interventi di spesa in conto capitale che ormai hanno superato i 3.500 milioni di euro.
Le novità del patto territoriale
In particolare il sistema sarà riferito ai criteri della competenza pura (obbligazioni di entrata e di spesa), superando dopo un periodo di transizione il sistema di competenza mista. Per realizzare gli interventi strategici, è prevista la possibilità di effettuare compensazioni di quote di obiettivi tra Enti locali e con la Regione.
Senza l’obbligo di applicare criteri uniformi in tutti i territori, gli obiettivi dei singoli Enti locali saranno individuati attraverso l’applicazione di indicatori che premino gli enti più virtuosi.
Accanto a queste misure di flessibilizzazione sono organizzati un sistema premiale e sanzionatorio territoriale e nuovi meccanismi di monitoraggio e certificazione.
La Regione avvierà con il Ministero dell’economia e delle finanze un tavolo per i necessari adeguamenti della normativa nazionale.