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Bologna: truffa la nonna per pagarsi il bingo


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Con l’aiuto di due complici ha truffato la nonna 83enne riuscendo in pochi mesi a farsi consegnare 34 mila euro. La protagonista e’ una 29enne, disoccupata, con il vizio del gioco d’azzardo. La ragazza ha ideato la truffa nel luglio scorso, quando in una sala bingo della citta’ ha conosciuto una coppia di giovani, 28 anni lui e 24 lei, sposati. Da allora, fino a pochi giorni fa, quando entrambi sono stati costretti agli arresti domiciliari, i due coniugi hanno tartassato la pensionata, vedova, con richieste di denaro, spacciandosi rispettivamente per un avvocato delle Poste italiene e una direttrice di un ufficio postale.

In questa veste, raccontando all’83enne che la nipote doveva onorare dei debiti, i due truffatori sono riusciti a convincere l’anziana a recarsi in banca, quasi quotidianamente, per effettuare versamenti per svariate migliaia di euro, fino a indurla a prosciugare il suo conto, sbloccando anche dei titoli azionari. Le richieste di denaro giungevano alla donna tramite lettere su finta carta intestata e telefonate, ma la 28enne non ha risparmiato alla vittima neanche delle visite in casa per ritirare il contante. E’quando il conto della pensionata e’ finito in rosso, che la direttrice 40enne della filiale Unicredit di via Massarenti ha deciso di avvertire la polizia. Dal 4 novembre, dunque, la Questura coordinata dalla Procura di Bologna ha avviato un’indagine che si e’ avvalsa anche di intercettazioni ambientali.

In un primo momento la nipote sembrava essere estranea ai fatti ed apparsa addirittura come vittima di un’estorsione insieme all’anziana. Successivamente, alcune conversazioni con i due complici, l’hanno incastrata, ma neanche una perquisizione domiciliare a casa dei due coniugi ha fatto desistere i tre dal raggiro. Per la giovane non e’ scattata alcuna misura cautelare, poiche’ la nonna non ha voluto sporgere denuncia e il reato, per i discendenti diretti, e’ perseguibile solo a querela di parte.

Per i due coniugi, che risultano disoccupati e incensurati, invece, e’ stata chiesta dal Pm la detenzione cautelare in carcere, poi convertita in arresti domiciliari. Secondo gli inquirenti, i 34 mila euro sottratti alla donna, sono finiti tutti sui tavoli da gioco delle sale bingo, dove i tre si sono conosciuti in quanto assidui frequentatori.