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Ustica: Giovanardi, non fu missile nè altro aereo ma bomba


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A causare la strage del Dc9 Itavia che il 27 giugno 1980 precipitò nel mare di Ustica e in cui morirono 81 persone fu una bomba. Non un aereo che passando radente fece collassare il velivolo, non un missile. Nessuno scenario di guerra, dunque. Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del consiglio, ha convocato una conferenza stampa a Bologna, in Prefettura, per ribadirlo.

E’ la tesi rilanciata dalle ultime perizie, quelle successive al recupero dell’85% dei pezzi dell’aereo caduto in mare, ribadita dal Sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri. Giovanardi è venuto a Bologna “per portare – spiega – un contributo per la verità alla strage di Ustica”, dopo le nuove polemiche e le diverse tesi uscite la scorsa estate in occasione delle celebrazioni del trentennale della strage.

Giovanardi dopo la conferenza stampa in Prefettura – assieme ai periti che hanno lavorato per cercare le cause della tragedia – ha compiuto una visita al museo della memoria di via Saliceto dove dopo il recupero dei rottami è stato ricostruito l’aereo della tragedia, già oggetto delle analisi dei periti a Pratica di Mare. Si è trattato di un momento particolarmente toccante al quale erano presenti anche alcuni familiari delle vittime.

Al fianco di Giovanardi, il presidente della commissione inchiesta su Ustica attiva dal ’90 al ’94 presso l’Universita’ ‘La Sapienza’ di Roma, Aurelio Misiti, il vice presidente della commissione parlamentare stragi Ruggero Manca, il generale di Brigata dell’Aeronautica militare in congedo Enrico Pinto, il docente di storia aeronautica Gregori Alegi e l’ingegnere esperto e perito radarista Marco Giubbolini.

Misiti ha spiegato dove è stata collocata la bomba (nella toilette di coda), come è scoppiata, quali danni ha causato, quali tracce sono state trovate della bomba nei corpi delle povere vittime. Il problema allora, – ha incalzato Giovanardi – “è di andare a trovare chi ha messo la bomba, di dare giustizia alle vittime. Sono stato in aula a rispondere più volte a nome del Governo – ha proseguito il sottosegretario – questa mattina abbiamo portato dati ed elementi incontrovertibili, pronti al confronto se qualcun altro è in grado di portare elementi altrettanto incontrovertibili”.

“Noi abbiamo dato tutte le risposte oggettive che poi sono state riscontrate non solo nei processi – ha spiegato dal canto suo Misiti – ma anche dalle indagini della Nato. Trovare i responsabili – ha incalzato – questo deve essere l’oggetto dell’ulteriore indagine, non di andare a rimuginare se è stato un missile o una guerra aerea. C’è una perizia tecnica – ha concluso- che si smentisce con un’altra perizia tecnica, non con le chiacchiere di qualcuno”. Anche per Giovanardi, oltre al top degli esperti internazionali in materia radaristica e ingegneristica, a sostenere la tesi della bomba ci sono le sentenze passate in giudicato dalla Cassazione (seppur relative ai depistaggi) e il lavoro della Commissione stragi.

 “Ma perchè solo oggi?”, è stato chiesto a Giovanardi.

“Perchè con pazienza certosina – ha spiegato Giovanardi – per poter ribattere a tutto quello che è stato scritto nel trentesimo anniversario sui giornali, siamo andati a raccogliere tutta la documentazione della Nato, tutte le tracce radaristiche, tutte le perizie che sono state fatte; abbiamo chiesto a Misiti di intervenire e abbiamo portato delle prove incontrovertibili: questo è il dovere di un governo, se fa il suo dovere”.