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Platis (PDL): focolaio di legionella in ginecologia a Mirandola, mamme e bebè possono usare solo acqua minerale in bottiglia

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Focolaio di legionella in ginecologia: mamme e bebè possono usare solo l’acqua minerale in bottiglia. Sotto accusa la vecchia ed obsoleta struttura che ospita ostetricia-ginecologia a Mirandola.

“Da metà ottobre – denuncia Antonio Platis, capogruppo del PDL – l’impianto di acqua corrente è inutilizzabile ed il personale sanitario è costretto ad operare in condizioni precarie e, da un punto di vista professionale, dequalificante. La segnalazione, giunta al PDL per voce di alcune partorienti esterrefatte per la situazione, contrasta con il grande lavoro svolto negli ultimi anni per riportare il centro nascite a livelli di eccellenza. Presenteremo un’interrogazione – annuncia il consigliere azzurro – per sapere se ed in che modo è stato approntato un rapido piano di bonifica.” “Le infezioni ospedaliere colpiscono gli ospedali di tutte le nazioni, anche quelle più avanzate, ma è pur vero che l’ala dell’ospedale di Mirandola che ospita ginecologia è oramai fatiscente con un impianto idrico estremamente vecchio.

L’amministrazione ospedaliera – sostiene Platis – deve prendere atto che la struttura non è più assolutamente idonea ad ospitare un così delicato reparto. Occorre immediatamente valutare un trasferimento, anche se provvisorio, per permettere al personale ed ai pazienti di poter utilizzare un ambiente sicuro ed ottimale.

A questo ultimo grave fatto si aggiunge il frequente malfunzionamento dell’impianto di condizionamento, ulteriore elemento a favore di un trasferimento immediato”.

Secondo il PDL “è quanto mai necessario che anche il Sindaco di Mirandola incalzi l’Ausl. Mentre il primo cittadino di Castelfranco ha sbattuto i pugni sul tavolo per il declassamento del locale ospedale, nessun esponente della Bassa ha denunciato la riorganizzazione dei reparti di ginecologia in Provincia decisi della conferenza per la definizione del PAL ad inizio dicembre. Il piano prevede il mantenimento di 5 centri (Pavullo, Sassuolo,Modena, Carpi e Mirandola), ma Pavullo e Mirandola accoglieranno solo le donne con gravidanze fisiologiche e che non presentano rischi. Ciò significa che i 90 mila abitanti della bassa non avranno un servizio essenziale e saranno costretti a recarsi a Modena e a Carpi, oppure come spesso succede a Cento e a Pieve di Coriano costringendo l’Ausl a lauti trasferimenti fuori provincia e fuori regione.

L’inserimento, come richiesto dal PDL , di un medico pediatra che possa offrire un servizio almeno di terapia sub-intensiva neonatale è determinante per completare l’offerta di ostetricia-ginecologia, così facendo verrebbero garantiti anche i servizi base per quelle gravidanza che, a sorpresa durante il parto, si dovessero complicare. Oggi, se si verifica qualche problema, è necessario caricare la partoriente su un’ambulanza e trasferirla d’urgenza a Modena”.

(Antonio Platis, Capogruppo PDL Mirandola)