Home Reggio Emilia Università, dalla Provincia impegni rispettati e investimenti: intervento della presidente Masini

Università, dalla Provincia impegni rispettati e investimenti: intervento della presidente Masini

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Non è un bel teatrino quello dello scaricabarile, specialmente su un palcoscenico così importante come quello dell’Università e della ricerca scientifica, anche se comprendo lo sconforto dei docenti di Ingegneria che deriva principalmente, come è evidente a tutti, dalla mancanza di una seria politica a favore dell’istituzione universitaria da parte del Governo nazionale.

Non dovrebbe esserci bisogno di ricordare, tutte le volte, che l’Università e la ricerca sono prioritariamente a carico dello Stato, che ne ha la competenza piena e diretta. E che a Reggio Emilia l’Università è nata principalmente grazie al lavoro promosso dalle istituzioni locali e dalle forze economico-sociali. Attaccare gli enti locali, in questo momento, appare dunque fuorviante ed anche dannoso, o forse semplicemente comodo.

Poiché, tuttavia, sono abituata a assumermi le mie responsabilità, entro nel merito dei problemi posti dai docenti di Ingegneria, ripercorrendo velocemente le tappe fondamentali di quello che è stato uno dei principali risultati raggiunti dalla nostra comunità negli ultimi anni.

Al Campus del San Lazzaro l’unico ente che è intervenuto, con il sostegno della Fondazione Manodori, consentendo l’avvio di una struttura che rappresenta una eccellenza a livello nazionale, è stata la Provincia di Reggio Emilia, che pure non ha tra le proprie competenze istituzionali quella di realizzare sedi universitarie.

Ancora oggi gli oneri di quella operazione pesano sulla nostra spesa corrente, ma non siamo affatto pentiti, anzi: il Campus universitario dei Costituenti reggiani rappresenta uno dei migliori investimenti della Provincia, che anche i bilanci degli ultimi anni hanno concorso a promuovere.

Rammento, inoltre, che la Provincia aveva messo a disposizione anche i magazzini ex Car – 6.000 metri quadri di capannoni su 13.000 di area, per un valore di oltre 5 milioni – per ospitare un Polo della ricerca proprio adiacente al Campus, in modo tale da non disperdere le diverse funzioni tra loro connesse. Ci fu detto, da diversi soggetti interessati, che quella struttura non serviva, ma noi non l’abbiamo ancora venduta, perché convinti di scelte diverse.

Strutture a parte, per quanto riguarda gli indirizzi strategici forse si dimentica che abbiamo trascorso quasi 4 anni – rettore il professor Giancarlo Pellacani – a fare i conti con varie proposte da parte dell’Università per insediare nuove facoltà come Scienze politiche, che tendevano di fatto a sminuire, o comunque certamente a non potenziare, il ruolo di Ingegneria. Potrei documentare – ma molti ricorderanno – le prese di posizione che soprattutto la Provincia e la sottoscritta assunsero contro quella scelta di un inutile doppione rispetto ad atenei a noi vicini, ancora più sbagliata perché, appunto, penalizzante verso le facoltà scientifiche. Se dunque spesso, da parte del contesto locale, si è sottolineato come primariamente la facoltà di Ingegneria potesse qualificare la nostra Università, dagli organi universitari non ricordo proposte né prese di posizioni in questo senso.

Aggiungo che, in più di una occasione, ho suggerito di valutare la possibilità di reperire – anche attraverso il disinvestimento di parte del patrimonio della Fondazione Manodori – la somma necessaria (circa 80 milioni) all’acquisto di tutto il Polo del San Lazzaro, per finanziare contemporaneamente il potenziamento della sanità e dell’università reggiane. Devo dire che, nonostante i reiterati inviti, la mia proposta è stata lasciata cadere nel vuoto da più d’uno. E che il Comune si è poi impegnato a portare a termine l’operazione Villa Marchi ed altro.

Quanto alla scelta di realizzare il Tecnopolo alle Reggiane devo dire che non ne sono mai stata totalmente convinta: ho espresso i miei dubbi, ma non ho certo voluto, né potuto ostacolare, una scelta che mi è sembrata gradita ai più. Ero e resto dell’idea che dovremmo tenere aggregati ricerca pura e ricerca applicata, trasferimento tecnologico e start-up d’imprese, perché tra loro fortemente legati ed anche per capitalizzare al meglio gli investimenti. Molte cose sono però state decise e voglio ricordare che a quelle decisioni hanno contribuito tutti – Università, Regione ed enti locali – e tutti, più o meno, sembravano convinti e soddisfatti.

Ai docenti di Ingegneria, che stimo fortemente, vorrei infine ricordare che il metodo migliore non mi sembra quello di fare polemiche, ma di assumerci le nostre responsabilità e metterci intorno a un tavolo, valutando quali possano essere le scelte migliori attraverso una discussione chiara e trasparente, tesa a trovare accordi nell’interesse di tutti. La Provincia non mancherà, come sempre, di fare la propria parte e – se necessario – di continuare a investire, non senza rimarcare come sia grave che ancora una volta le realtà locali, e Reggio Emilia in particolare, siano chiamate a sopperire alle solite carenze dello Stato: dalla viabilità all’edilizia scolastica, dalla crisi economica alla protezione civile, dai servizi sociali a molto altro ancora, siamo lasciati soli a garantire qualità, investimenti e sicurezza. E mentre in parte del Paese c’è chi spende allegramente o peggio ancora ruba, qui cerchiamo di continuare a fare le cose seriamente.

Lasciamo dunque perdere gli sfoghi, pur comprensibili, e sosteniamoci l’un l’altro nell’interesse del nostro territorio e, soprattutto, dei nostri ragazzi.

(Sonia Masini, Presidente della Provincia di Reggio Emilia)