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Si è svolto oggi a Roma il meeting nazionale di Enel e Confindustria con le aziende dell’industria nucleare


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Si è svolto oggi a Roma, presso la sede di Confindustria, il “Supply Chain Day”, incontro a livello nazionale con le industrie, dedicato alla filiera del nucleare e organizzato da Enel e Confindustria.

L’evento si inserisce all’interno del programma di workshop dedicati alla “Supply Chain” che Enel e Confindustria hanno portato avanti anche a livello locale nel corso del 2010 e rappresenta l’appuntamento di chiusura dell’anno, dopo il primo incontro nazionale di Roma a gennaio e i cinque incontri territoriali realizzati a Torino, Venezia, Brescia, Milano e Bologna.

Nel corso dell’incontro, Enel ha illustrato alle aziende interessate l’avanzamento delle varie tappe del processo di coinvolgimento e di qualificazione dell’industria nei progetti con tecnologia EPR, relativi alla ripresa del programma per la produzione di energia nucleare in Italia, che saranno realizzati da Enel-EDF.

Ad oggi sono 46 le aziende dell’Emilia Romagna già coinvolte, attraverso la registrazione sul portale dedicato, nella fase di Market Survey che Enel ha avviato in tutta Italia con l’obiettivo di mappare il know-how e le competenze in materia di nucleare presenti sul territorio nazionale. Il Market Survey costituisce il primo passaggio di un percorso che porterà alla successiva fase di qualificazione delle imprese (in base a determinati requisiti tecnici, qualitativi, economico-finanz0iari e legali), per arrivare infine all’invito alle gare di appalto.

Le aziende emiliane romagnole già registrate rappresentano circa l’8% del totale delle aziende italiane, a conferma dell’importante ruolo della regione nell’ambito del “rinascimento nucleare” avviato in Italia con la legge 99 del 2009.

Più nel dettaglio, 17 imprese delle 46 iscritte al Market Survey provengono dalla provincia di Piacenza, 7 da Modena e 6 da Ravenna, 5 da Parma, 4 da Forlì Cesena, 3 da Bologna. Le province di Reggio Emilia e Ferrara contano invece 2 aziende accreditate ognuna.

“Oggi avrete occasione di ricevere tutti gli aggiornamenti sui nostri progetti e le informazioni dirette sul piano della committenza, sui miglioramenti collettivi emersi nella Market Survey da realizzare per adeguarsi agli standard attesi per le forniture nucleari, sul prossimo percorso di qualifica a cui le imprese interessate saranno chiamate secondo una procedura mirata”, ha dichiarato Fulvio Conti, Amministratore Delegato di Enel, rivolgendosi alle imprese in apertura dell’evento. “La qualificazione – ha proseguito Conti – è un processo fondamentale che richiederà a noi e a voi un grande impegno, ma che sicuramente consentirà di allargare al massimo la platea di imprese coinvolte nel progetto italiano e di generare sensibili ricadute per il nostro Sistema industriale”.

Il sistema energetico italiano soffre di un mix di produzione molto sbilanciato verso le fonti più costose, oltre a fare ricorso all’import per il 14% circa della domanda totale. La diversificazione del mix energetico con il nucleare è quindi indispensabile per consentire alle imprese italiane di competere a parità di condizioni con le altre realtà europee.

Secondo le stime di Confindustria, per la realizzazione delle centrali in Italia sono previsti investimenti complessivi per circa 30 miliardi di euro, il 70% dei quali si stima possa rappresentare la quota che le aziende italiane potrebbero essere chiamate a gestire. Il solo piano di Enel-EDF, in particolare, attiverà 16-18 miliardi di euro in termini di investimenti.

La competenza delle aziende nazionali è confermata dal fatto che attualmente a Flamanville, in Francia, ben 45 aziende italiane sono coinvolte a vario titolo nella costruzione del nuovo reattore EPR di EDF, in cui anche Enel ha una partecipazione.

Il programma nucleare italiano porterà anche un impatto occupazionale importante, in quanto la realizzazione di ciascuno dei 4 reattori previsti con tecnologia EPR prevede l’impiego di 3.000 risorse dirette e 6.000 dirette e indotte nella fase di cantiere (circa 5 anni), mentre, una volta in esercizio, si stima che ogni impianto darà occupazione stabile, diretta e indiretta, a circa 1.000 persone per i 60 anni di vita utile.

Inoltre, è previsto uno sviluppo accelerato del sistema formativo (istituti tecnici e Università), in cui dovranno essere incrementati i corsi dedicati al nucleare, e del mondo della ricerca: dal ritorno al nucleare, si attendono infatti almeno 2.000 nuovi posti di lavoro qualificati per i tecnici nucleari italiani entro il 2013.