Home Modena Progetto “Bambini di Chernobyl”: 40 bambini ucraini ospiti di famiglie modenesi

Progetto “Bambini di Chernobyl”: 40 bambini ucraini ospiti di famiglie modenesi

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Un soggiorno di quattro settimane presso 28 famiglie modenesi per 40 bambini ucraini tra gli 8 e i 13 anni che, anche quest’anno, sono arrivati nella nostra regione a ridosso delle festività natalizie, affiancati da tre accompagnatori. I piccoli ospiti provengono da aree nelle vicinanze di Chernobyl ancora contaminate dalle radiazioni nucelari, in particolare da villaggi dei distretti di Kagarlik e Rzhisciv, tra le zone più povere del Paese. L’obiettivo è far trascorrere ai piccoli un periodo di vacanza con attività espressamente organizzate per loro, ma anche sottoporli a specifici accertamenti diagnostici (visite pediatriche ed ecografia tiroidea) per verificarne le condizioni di salute.

Il progetto di accoglienza è reso possibile anche grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, dove questa mattina a Bologna, l’assessore alla Cooperazione allo sviluppo Donatella Bortolazzi ha ricevuto il gruppo di bambini. “Per qualche settimana siete lontani dalle vostre famiglie, ma questo soggiorno da noi è prezioso per la vostra salute, per rimettervi in forze e sottoporvi a importanti controlli medici”, ha detto l’assessore dando il suo benvenuto ai 36 bambini ucraini presenti. “Come Regione – ha proseguito – cercheremo di assicurare anche per il futuro il nostro sostegno a iniziative di solidarietà come questa, perché, anche in momenti di difficoltà economiche, si può razionalizzare senza disperdere ciò che di buono si è fatto finora”.

Ad organizzare il soggiorno, che si concluderà il 3 gennaio 2011, è l’associazione Polivalente 87 e G. Pini di Modena che da anni lavora in Ucraina, in progetti di cooperazione internazionale e aiuto umanitario, rivolti principalmente alle scuole, e nei settori della prevenzione sanitaria e alimentare, nonché nell’inserimento dei bambini disabili nelle scuole. Dei 40 bambini accolti in Emilia-Romagna da 28 famiglie modenesi (diverse hanno scelto di ospitarne 2 o 3) 27 sono in Italia per la prima volta; per i restanti 13 è già il secondo anno. Per evitare che i piccoli possano legarsi troppo alla famiglia che li accoglie, con il rischio di dolorose lacerazioni al momento del distacco, così come anche per garantire a tutti i piccoli delle zone contaminate le stesse opportunità di soggiorno, il progetto della Regione prevede che la permanenza in Italia non possa protrarsi per più di due mesi in un anno per ciascun bambino e comunque per non più di tre anni di seguito. L’accoglienza deve inoltre avvenire durante la chiusura delle scuole ed il nostro periodo natalizio, coincide con la chiusura invernale delle scuole in Ucraina. Le altre associazioni firmatarie del “Progetto Chernobyl” (Verso Est, Aiutiamoli a Vivere, Anpas E.R.) hanno accolto nel 2010 complessivamente 562 bambini durante le vacanze estive. Dal 1996 a oggi sono quasi 11 mila i bambini bielorussi e ucraini arrivati in Emilia-Romagna grazie al “Progetto di accoglienza dei bambini di Chernobyl”, promosso dalla Regione.

Durante il soggiorno in corso i 40 bambini hanno trascorso alcuni giorni di vacanza in una colonia di Milano Marittima per sfruttare i benefici di un ambiente ricco di iodio; per loro sono state organizzate visite guidate alla città di Modena, una gita a Gardaland, serate di incontro e tornei sportivi. Per il periodo di permanenza in Emilia-Romagna i bambini vengono iscritti al Servizio sanitario nazionale, così da facilitare e rendere ancora più rapida la realizzazione di qualsiasi intervento medico. Il cancro alla tiroide è, infatti, assieme a quello ai polmoni e alla vescica, la malattia più frequente tra i bambini provenienti dalla zona di Chernobyl. Un mese di soggiorno in ambienti non contaminati consente l’abbattimento fino al 50% dei valori di cesio assorbito, riducendo la possibilità di insorgenza di forme tumorali.

Ospitarli non basta: le iniziative per aiutarli nei Paesi d’origine

Puntare sempre più ad aiutare i bambini di Chernobyl a casa loro, per non sradicarli dalle famiglie, per non metterli a contatto con una cultura spesso troppo diversa rispetto a quella dei paesi di origine. Coerentemente con un’impostazione che è quella ormai riconosciuta da tutta la cooperazione allo sviluppo, anche la Regione Emilia-Romagna, sta sempre più affiancando alle iniziative di accoglienza dei bambini nelle città emiliano-romagnole, progetti nei Paesi di origine.

In Ucraina, nei distretti di Kagarlik e Rzhisciv, la Polivalente 87 e G. Pini di Modena, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, ha realizzato biblioteche scolastiche accessibili, oltre che agli alunni, anche ai genitori e alle comunità dei villaggi, privi altrimenti di qualunque polo culturale. Un altro progetto – adottato dal governo ucraino come modello per l’eliminazione delle classi differenziali – è servito a formare insegnanti di sostegno: la presenza di personale qualificato ha permesso l’inserimento a scuola di bambini con disabilità psico-fisiche che hanno così avviato un percorso di socializzazione. Negli edifici scolastici sono stati inoltre realizzati interventi di abbattimento delle barriere architettoniche. Attivata anche una casa-famiglia che ha accolto bambini provenienti da orfanatrofi e istituti in via di chiusura.

Un altro importante intervento in corso ha l’obiettivo di combattere e prevenire il traffico di esseri umani, in particolare minori, provenienti da Ucraina e Moldavia, innalzando il livello di consapevolezza di questo pericolo tra i ragazzi e i bambini delle zone a rischio.