La legge 18/80 e successive sentenze della Corte di Cassazione hanno indicato gli aventi diritto alla indennità di accompagnamento “i cittadini nei cui confronti sia stato accertato un inabilitato tale per affezioni fisiche e psichiche e che si trovi nella impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, abbisognano di assistenza continua”.
Per agevolare le procedure di erogazione di tale indennità, il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 2 agosto 2007 ha escluso dal piano di verifica ordinaria e di verifica periodica sulla permanenza dei requisiti sanitari, coloro che siano affetti da malattie ingravescenti, quali i soggetti affetti da sindrome di Down.
“Si sono evidenziate numerose situazioni – affermano i Consiglieri regionali Roberto Garbi e Gabriele Ferrari (PD) – in cui più circolari emanate dalla direzione generale dell’INPS ad uffici territoriali impongono una interpretazione eccessivamente restrittiva della normativa, finendo per creare disservizi, ritardi e disagi agli utenti. Inoltre da diversi utenti e dalle sedi territoriali di categoria provengono notizie che l’INPS stia continuando a chiamare, nell’ambito del suo programma di verifica sulle pensioni, utenti con malattie reversibili, quale la sindrome di Down e che stiano avvenendo numerose revoche delle indennità che avverrebbero peraltro a seguito di esami discutibili e senza comunicazioni ufficiali all’interessato”.
“Invitiamo la Giunta regionale – proseguono i consiglieri democratici – a farsi portavoce presso le istituzioni nazionali e presso l’INPS per imporre il rispetto delle normative vigenti, ripristinando il corretto svolgimento delle procedure di controllo ed erogazione delle pensioni di invalidità e restituendo alle associazioni di categoria il ruolo che gli è proprio di rappresentanza di interessi delle fasce di cittadinanza più debole”.