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Ancora due morti sul lavoro in Emilia Romagna a distanza di poche ore. Valutazioni e proposte Cgil regionale


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Uno stillicidio di vite spezzate sul lavoro: sei lavoratori sono morti in due mesi nella sola provincia di Bologna. L’ultimo incidente in cui è morto un lavoratore edile è avvenuto in un cantiere a Villafontana di Medicina. L’altro incidente mortale è avvenuto in un’azienda ceramica di Rimini lunedì. Le autorità preposte e la magistratura stanno svolgendo indagini sui fattori determinanti e sulle eventuali responsabilità di tali eventi tragici.

Questi due incidenti mortali, al di là delle specifiche situazioni e cause che li hanno determinati, fanno parte di una sequenza impressionante di vite spezzate sul lavoro in meno di due mesi: l’incidente al Frullo, seguito poi dalle vittime di Borgo Panigale e dell’Interporto a Bologna.

La Cgil Emilia Romagna ribadisce l’allarme e le preoccupazioni condivise con le altre organizzazioni sindacali e già espresse nei mesi scorsi, mentre ancora si propagandava il calo temporaneo degli incidenti come evento strutturale e definitivo da parte dell’Inail e del Ministero del Lavoro.

La Cgil Emilia Romagna consegna alla riflessione dei rappresentanti delle Assemblee elettive regionali, provinciali e comunali, alle forze politiche e alla Commissione parlamentare su infortuni e morti sul lavoro – che nella seconda metà di gennaio verrà a Bologna e incontrerà prefetto, magistratura, forze dell’ordine, istituzioni e parti sociali – queste valutazioni ed alcune domande:

– In Emilia Romagna, mentre la crisi riduce le ore lavorate in moltissimi settori, aumentano gli incidenti gravi e mortali: in quali condizioni effettive di sicurezza si opera nei cantieri e nelle aziende in questa fase di crisi?

– L’adempimento formale e burocratico delle norme in materia di sicurezza da parte di molte aziende, senza che vi sia una effettiva gestione programmata dei rischi, non può essere più tollerato come normale routine. Occorre una svolta che riconosca e premi nei capitolati d’appalto e in altre forme da verificare le imprese che lavorano in sicurezza.

– Quali sono gli effettivi livelli di valutazione e gestione dei rischi da parte di molte imprese troppo spesso alla ricerca di un utile d’impresa solo tramite il taglio dei costi del lavoro, l’accettazione di lavori al massimo ribasso e l’elusione degli standard di sicurezza? Come interrompere questa spirale negativa che corrompe la qualità del sistema produttivo regionale?

– Deve essere adottata una strategia innovativa per rendere efficace il ruolo di vigilanza delle autorità preposte della P.A. rispetto alla qualità della gestione dei rischi. In questa fase di crisi occorrono strumenti adeguati per rafforzare il ruolo dei lavoratori e dei loro rappresentanti perchè possano svolgere una funzione di controllo sociale sulla qualità della gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Su questi nodi, per la Cgil Emilia Romagna, deve procedere la ricerca di soluzioni condivise con le altre organizzazioni sindacali e con le istituzioni per avviare un percorso di cambiamento e miglioramento della struttura produttiva, sociale e istituzionale, per interrompere lo stillicidio di vite spezzate sul lavoro. E’ il modo migliore per onorare quei lavoratori che hanno perso la vita sul lavoro.

CGIL REGIONALE EMILIA ROMAGNA