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Cristiani: risoluzione Lega Nord chiede impegno tutela nei Paesi dove sono minoranza


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“La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna si adoperi, direttamente e attraverso l’Unione europea, per verificare e monitorare la condizione dei cristiani nei Paesi in cui essi costituiscono una minoranza, e a valutare l’opportunità di subordinare ogni ulteriore rapporto di carattere politico o economico con tali Paesi all’effettiva tutela, da parte loro, delle minoranze cristiane presenti sul loro territorio”. È quanto chiede una risoluzione presentata dai quattro consiglieri regionali della lega nord (primo firmatario il capogruppo Mauro Manfredini) nella quale si sottolinea che l’attentato del 31 dicembre 2010 contro la chiesa dei Santi ad Alessandria d’Egitto “ha mostrato l’acuirsi del fenomeno diffuso della violenza e persecuzione dei cristiani nel mondo”. Un fenomeno, – si legge nel testo – cui aveva fatto riferimento, precedentemente all’attentato stesso, il Pontefice Benedetto XVI che nel discorso di fine anno alla Curia Romana, aveva rivolto un appello a tutte le persone con responsabilità politica o religiosa perché fermino la cristianofobia.

“Tutti i rapporti, sia politici che economico-commerciali, intrattenuti dal nostro Paese e dagli altri Paesi dell’Unione europea con partner internazionali, – si afferma nella risoluzione – non devono mai prescindere dalla valutazione del rispetto dei diritti umani in quei Paesi e dalle condizioni di vita delle loro popolazioni”. Al riguardo, nel documento si evidenzia “come l’Europa abbia abbassato la guardia demograficamente, psicologicamente e spiritualmente, ed appare sempre più incapace di reagire, perché assuefatta ad ideali di multiculturalismo e mondialismo, necessari ad una concezione economicamente fruibile della realtà, ma a prezzo di un relativismo senza uscita per quel che riguarda valori, identità, tradizioni”. E tuttavia, avvertono i consiglieri, “un’Europa che rinuncia alle sue stesse radici non può essere altro che un progetto fallimentare, proprio per la fragilità valoriale su cui si fonda. L’integrazione europea, – sottolineano – per essere non solo formale, ma anche sostanziale e valoriale, deve fondarsi su un rispetto delle identità che contraddistinguono i popoli europei”.