Quasi il 16% di popolazione straniera, questo è il dato di Vignola per l’anno trascorso, che in dieci anni ha visto quintuplicare la presenza sul territorio, da 800 unità, a quasi 4000. Quando si attribuiscono gli spostamenti di voto che hanno portato la città delle ciliegie al ballottaggio, nel 2009, a semplice paura del diverso, si commette l’errore di non guardare i dati.
Un cambiamento così importante della popolazione è di fatto stato poco considerato, per non dire ignorato dalle politiche di accoglienza e integrazione: che sono state erroneamente confuse con forme di assistenzialismo. Un atteggiamento che è sostenibile quando la popolazione straniera è il 4%, ma che viene vissuta come ingiustizia dagli italiani quando la popolazione straniera aumenta così velocemente.
I criteri di accesso ai servizi sociali, di attribuzione delle case erp, di aiuto in generale, in passato potevano non tener conto del periodo di permanenza sul territorio, ma oggi molti comuni cominciano a registrare questo con punteggi specifici, a mio parere ancora non abbastanza.
Ma ci si è arrivati tardi, di malavoglia, e solo perché le amministrazioni di sinistra temevano la perdita di consenso, quando il livello dell’insoddisfazione era troppo elevato. Continuare a non tener conto che ci sono motivi concreti per i quali le persone trovano in questo stato di cose dell’immigrazione sul territorio motivi di preoccupazione, è abitudine della sinistra, e purtroppo non tiene conto del dato di realtà.
Vignola è un esempio lampante di tutto ciò.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)