Home Politica Coppie di fatto, PSI: la corte costituzionale dà ragione ai socialisti emiliano-romagnoli

Coppie di fatto, PSI: la corte costituzionale dà ragione ai socialisti emiliano-romagnoli


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La Corte costituzionale ha rigettato il ricorso del governo contro l’articolo 48 della finanziaria regionale (Dico Emilia-Romagna), presentato a febbraio 2010. Lo fa sapere la Regione Emilia-Romagna in una nota in cui precisa che “la Corte costituzionale, rigettando il ricorso del governo contro l’articolo 48 della finanziaria regionale del 2009, ha avallato la correttezza della norma regionale che garantisce l’accesso ai servizi pubblici a tutte le persone senza disparità di trattamento nè discriminazioni”. Secondo la Consulta, come spiega il comunicato della giunta Errani, “la Regione non ha invaso alcuna competenza esclusiva dello Stato, nè tentato di definire una nuova disciplina delle forme di convivenza diverse dal matrimonio, ma solo richiamato principi di uguaglianza e di non discriminazione peraltro già previsti dalla Costituzione e dai trattati europei”.

Una norma che aveva suscitato dure critiche nel centro destra e l’indignazione del Cardinale Caffarra, ma soprattutto un ricorso da parte del Governo, che accusava la Regione di aver invaso una delle competenze esclusive dello Stato, legiferando sul concetto di famiglia.

Un percorso cominciato ben cinque anni fa, quando il consigliere Paolo Zanca (Partito Socialista Italiano) presentò un disegno di legge per equiparare i diritti di coloro che vivono sotto lo stesso tetto in quanto “famiglia anagrafica”, ovvero insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti od aventi dimora abituale nello stesso Comune.

(Partito Socialista italiano, Sezione di Sassuolo)