Home Regione Fp Cgil regionale Emilia Romagna propone un “patto per l’infanzia”

Fp Cgil regionale Emilia Romagna propone un “patto per l’infanzia”

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Gli episodi di violenza contro bambini che frequentano gli asili nido o le scuole dell’infanzia di alcune realtà della nostra regione, di cui si è occupata la stampa in questi giorni, benché con le dovute precauzioni trattandosi di fatti al vaglio della magistratura, ci obbligano ad una presa di posizione.

La qualità dei servizi per l’infanzia della nostra regione è alta ed è divenuta tale grazie ad un lavoro importante di anni e di investimenti forti nelle politiche per il settore. Episodi come questi, se dimostrati, non devono gettare un’ombra sul buon lavoro di chi, ogni giorno, con mille difficoltà, si occupa delle bambine e dei bambini in Emilia Romagna.

Ciò non significa però che il modello non possa essere ancora migliorato, che non si possano pensare nuovi e migliori modelli pedagogici e di controllo, che garantiscano qualità ai bambini e alle loro famiglie, oltre che a chi lavora e che per noi non possono ridursi a qualche telecamera nelle sezioni delle scuole.

Come FP CGIL Emilia Romagna reputiamo che il pubblico debba avere un ruolo sempre più di gestione diretta di questi servizi, oltre che di regolazione, per mantenere forte il legame di responsabilità tra chi decide dei servizi alla persona nei territori, ossia i Comuni, e la qualità e regolarità dei servizi che vengono erogati.

Proponiamo un “patto per l’infanzia” tra tutti coloro che se ne occupano per rilanciare in modo concreto i servizi all’infanzia, per renderli attuali, rispondenti ai bisogni nuovi dei bambini e genitori, ma non parcheggi, forti della tradizione che ci caratterizza a livello nazionale.

Il lavoro con l’infanzia è delicato, complesso e non può essere ritenuto ad esaurimento dalle amministrazioni comunali, che invece devono investirvi risorse economiche ed umane, nonostante che i tagli imposti dal Governo agli enti locali possano far scivolare facilmente in una deriva privatistica di gestione dei servizi, per ragioni meramente economiche. Senza con ciò rinnegare le esperienze di gestione affidate a privati: anche queste devono rientrare sempre di più e meglio in un quadro di coordinamento complessivo delle realtà presenti, per garantire standard verificabili, in contesti che offrano benessere alle bambine ed ai bambini, fattore che passa anche attraverso la possibilità di lavorare in modo positivo da parte degli operatori, pubblici e privati, in un sistema complessivo che li forma e li supporta nella loro difficile quotidianità di educatori.

(Segreteria Regionale FP CGIL Emilia Romagna)