In questi giorni, per effetto dei controlli incrociati effettuati periodicamente sui redditi dichiarati, l’Agenzia delle Entrate sta inviando su tutto il territorio nazionale a un numero significativo di pensionati una lettera di indebito con richiesta di restituire il “bonus incapienti”, una somma pari a 150 euro, a cui per l’Agenzia delle Entrate non hanno diritto.
Oltre al bonus si chiede anche la mora e gli interessi legali per un totale di circa 196 euro (se corrisposti entro 30 giorni dalla notifica, pena l’aumento di un 10 % sia su mora che interessi).
Il “bonus incapienti” viene introdotto nel 2007 dal Governo Prodi che attribuì agli incapienti (coloro che hanno redditi bassi e non pagano tasse, ovvero la cui imposta netta dovuta per il 2006 risultava pari a zero) un bonus di 150 euro e altrettanti per ogni familiare a loro carico.
Il diritto spettava qualora il pensionato/a rientrava in determinati requisiti reddituali e questo beneficio veniva corrisposto d’ufficio dall’Ente pensionistico (in quanto sostituto d’imposta, così come stabilito nel Decreto legge 159/2007).
A causa dei tempi stretti entro cui bisognava certificare i requisiti e dei successivi disguidi tecnici che hanno portato a riconoscere il bonus anche a pensionati che non ne avevano diritto, questi avrebbero dovuto tempestivamente segnalarlo all’Ente previdenziale per restituirli, oppure provvedere attraverso il modello 730/2008 (in cui si dichiaravano le entrate relative al 2007) alla restituzione in quanto somme non spettanti.
Non essendosi verificata la restituzione in nessuno dei due modi, è giusto che il pensionato restituisca i 150 euro, ma trattandosi di persone per lo più anziane e vista la buona fede del dichiarante, il sindacato pensionati Spi/Cgil chiede almeno che non siano applicati mora e interessi legali.
Inoltre lo Spi/Cgil in accordo con il Caaf, invita tutti i pensionati che ricevono questa comunicazione a rivolgersi tempestivamente presso la sede Cgil più vicina, per controllare in primo luogo la fondatezza della richiesta. In diversi casi abbiamo infatti già verificato l’insussistenza dell’indebito (ovvero si tratta di pensionati che ne avevano effettivamente diritto).
Per questa ragione è stata predisposta da Spi e Caaf un’istanza di autotutela parziale (per togliere mora e interessi) da presentare all’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate e, in attesa di un auspicato favorevole riscontro, per non dare corso al pagamento fino a nuova comunicazione.





