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Etichettatura degli alimenti: Confartigianato E-R plaude alla legge approvata dalla Camera


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«La legge approvata dalla Commissione Agricoltura della Camera è una garanzia per i consumatori ed uno strumento fondamentale per difendere le buone pratiche delle aziende artigiane che fanno vero made in Italy, con ingredienti genuini e sistemi di lavorazione che vengono dalla tradizione».Così il presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli accoglie l’approvazione della legge che detta le “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”. «Conoscere l’origine dei prodotti – prosegue Granelli – è fondamentale per i consumatori italiani ed europei. Da una ricerca del nostro Ufficio studi risulta che 1 cittadino europeo su 3, vale a dire 129 milioni di persone, sceglie cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in etichetta». Una propensione che cresce per i prodotti alimentari: il 43% dei cittadini dell’Ue, 175 milioni di persone, acquistano gli alimenti influenzati dalla provenienza dei prodotti. In Italia questa attenzione riguarda 25 milioni di persone.

«Aspettative che però rischiano di essere disattese – sottolinea Granelli – C’è infatti il rischio, che l’Europa bocci l’iniziativa italiana, in contrasto con la “direttiva etichettatura 2000/13/CE che prevede l’indicazione dell’origine solo a titolo volontario per la generalità dei prodotti, mentre per altri – tra cui ortofrutta, carni bovine e di pollo, uova, miele, prodotti ittici freschi tale indicazione è già obbligatoria.».

Il presidente Granelli ricorda che quello dell’artigianato alimentare è un settore che al 30 settembre 2010 era composto da 87.189 imprese; 246.490 gli addetti, con una dimensione media di 2,8 addetti per impresa. In Emilia Romagna le aziende dell’alimentazione artigiana sono 7.836, +1% sul 2009, gli addetti sono 26.198. L’Emilia Romagna fa la parte del leone per quanto riguarda le imprese trasformatrici di prodotti agroalimentari di qualità DOP, IGP e STG. In Italia vengono prodotti e trasformati 194 prodotti DOP, IGP e STG4 che rappresentano le migliori specialità agroalimentari italiane riconosciute e tutelate dall’Unione Europea. La regione con il maggiore numero di trasformatori di prodotti agroalimentari di qualità è proprio l’Emilia-Romagna con 1295 imprese, pari al 21,4%, seguita dalla Toscana con 941 imprese pari al 15,5%, dalla Lombardia con 535 imprese pari al 8,8%. In Emilia-Romagna prevalgono i trasformatori di formaggi, aceti e insaccati. In Toscana quelli di olii extravergini di oliva e di carni, in Lombardia i trasformatori di formaggi e insaccati, in Veneto i confezionatori ortofrutticoli e i trasformatori di formaggi, in Sicilia i confezionatori ortofrutticoli e i trasformatori degli olii extravergini di oliva. La provincia italiana con il maggiore numero di trasformatori di prodotti di qualità è Parma con 447 imprese, pari al 7,4% del totale nazionale, seguita da Modena con 403 imprese pari al 6,6% e da Reggio Emilia con 256 imprese pari al 4,2%. Nel triangolo emiliano della ‘food valley’ è concentrato un sesto (18,2%) dei trasformatori di prodotti agroalimentari di qualità. Segue Siena con 227 imprese, 3,7%, Firenze con 202 imprese, 3,3%, Aosta con 178 imprese, 2,9%.