Il Comune di Modena dice “no” al nucleare. Il Consiglio comunale, nella seduta di ieri, lunedì 24 gennaio, ha infatti votato due ordini del giorno, uno del Pd e uno di Modenacinquestelle.it, che invitano sindaco e Giunta a farsi promotori in sede regionale di un’iniziativa di opposizione al piano varato dal Governo “senza alcun confronto con Regioni ed enti locali”. I documenti chiedono inoltre un ripensamento delle priorità in tema di energia, con un adeguato investimento di risorse per un piano di risparmio e di efficienza energetica e per lo sviluppo di un sistema integrato di produzione energetica fondato sulle fonti rinnovabili diverse dal nucleare (solare, eolica, geotermica). La mozione del Pd, presentata da Giulia Morini, è stata approvata anche con il voto favorevole di Modenacinquestelle.it e Idv, contrario di Pdl e Lega nord, e con l’astensione del consigliere Michele Andreana del Pd. Quella di Modenacinquestelle.it, presentata da Vittorio Ballestrazzi, è passata anche con il voto favorevole di Idv, dei consiglieri del Pd Claudia Codeluppi, Cinzia Cornia, William Garagnani, Franca Gorrieri, Giulia Morini, Luigi Alberto Pini, Stefano Prampolini, Stefano Rimini, Francesco Rocco, Elisa Sala, della presidente del Consiglio Caterina Liotti e del sindaco di Modena Giorgio Pighi. Contrari Pdl, Lega nord e i consiglieri del Pd Michele Andreana, Ingrid Caporioni, Maurizio Dori. Si sono astenuti dal voto i consiglieri del Pd Giancarlo Campioli, Salvatore Cotrino, Gian Domenico Glorioso, Paolo Trande e Giuliana Urbelli.
Presentando l’ordine del giorno, Ballestrazzi ha definito il nucleare “pericoloso, inquinante e in esaurimento”. Per il consigliere “tutti gli sforzi dovrebbero andare piuttosto su fonti di energia rinnovabili. Il nucleare è rischioso per la salute e porterebbe alla proliferazione militare. Nessun Paese ha inoltre ancora trovato una soluzione sicura al problema delle scorie radioattive”, ha aggiunto.
Ad aprire il dibattito, per il Pdl, Michele Barcaiuolo, che ha sottolineato come nelle mozioni manchi “una valutazione complessiva sul fabbisogno energetico del Paese. L’Italia importa oltre l’80% dell’energia che consuma e ne dispone in minor quantità. A 20 chilometri dal confine italiano – ha ricordato il consigliere – abbiamo comunque la più grande centrale nucleare d’Europa”. Per Olga Vecchi “siamo in piena emergenza energetica. Negli anni dell’Ulivo non si è costruita una sola centrale – ha proseguito – ora che il Governo Berlusconi sta lavorando per varare il piano per l’energia nucleare la sinistra e gli ambientalisti sanno solo fare sciacallaggio e ritardare ogni progetto”. Gian Carlo Pellacani ha sottolineato che “l’energia elettrica in Italia costa il 40% di più che nei Paesi confinanti. Per uscire dalla crisi bisogna puntare al recupero della competitività industriale, come pensiamo di farlo con costi di questo tipo?”, si è chiesto. “Oggi non vi sono alternative più convenienti, affidabili e meno inquinanti – ha proseguito – le rinnovabili non sono in grado di coprire le grandi quantità richieste”.
Nicola Rossi, Lega nord, si è detto d’accordo con la lettera sul nucleare firmata da Umberto Veronesi ed espressione del gruppo di approfondimento di 72 scienziati e intellettuali nominati su iniziativa del ministero dell’Ambiente. “Vediamo di uscire dall’ipocrisia e prendiamoci le responsabilità politiche del caso”, ha affermato. “L’energia nucleare è un’insostituibile opportunità e la via da percorrere se si è preoccupati del cambiamento climatico”.
Secondo Eugenia Rossi, Idv, “l’Italia è caratterizzata da una inazione per tutto ciò che riguarda le politiche energetiche”. La consigliera ha sottolineato che “gli Stati Uniti stanno abbandonando il nucleare perché troppo costoso e in Finlandia i costi sono aumentati del 70% rispetto a quanto previsto. In Italia, Austria e Svezia è stato fatto un referendum contro il nucleare e ancora adesso ci sono opinioni pubbliche a maggioranza contraria di cui si deve tenere conto”.
Per il Pd, Giulia Morini ha affermato che “ricavare energia con il nucleare di terza generazione significa sposare una risorsa energetica poco disponibile e costosa. L’Italia non dispone di riserve di uranio e dovrebbe acquistarlo da altri Paesi”. Per la consigliera, quindi, “se i costi per le energie rinnovabili sono destinati a scendere, il nucleare è destinato ad essere sospeso, perché non più economicamente conveniente”. Luigi Alberto Pini, ha sottolineato che “qualsiasi proposta dovrebbe ripassare da un referendum, visto che gli italiani hanno già bocciato il nucleare. In 20 anni non siamo nemmeno riusciti ad eliminare le scorie che abbiamo”. Per Paolo Trande è sbagliato dare dei “no” o dei “sì” secchi. “Però le ragioni del ‘no’ al momento prevalgono su quelle del ‘sì’: non mi convince il piano finanziario ed economico proposto; l’energia nucleare mi pare più costosa delle altre”. Anche Trande ha poi richiamato il problema dello smaltimento delle scorie e del prossimo esaurimento dell’uranio.