La Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Bologna hanno sollecitato e approvato gli aumenti per le tariffe degli autobus, già a partire dal 1° di febbraio. L’incontenibile volontà di portare il prezzo del biglietto a 1,20 euro sembra aver ignorato la richiesta avanzata dal CCU di Bologna di salvaguardare le fasce d’utenza più deboli e le zone a “domanda debole”. Sicuramente ignorato il percorso previsto dal “Patto per la Mobilità” che, a differenza del CCU, è stato sottoscritto dalle stesse istituzioni che introducono l’aumento.
Infatti, il provvedimento non tiene in alcun conto quei capitoli del ”Patto” che richiedono per il gestore/ATC una maggiore efficienza e risparmi di gestione. Ancora una volta viene applicata agli utenti l’indigesta politica dei due tempi: l’aumento delle tariffe subito, il servizio più efficiente poi. Inspiegabilmente, prima di introdurre gli aumenti non si è voluto attendere la conferma di un’eventuale disponibilità di nuovi finanziamenti governativi.
“La fretta di introdurre questi aumenti -dichiara il Presidente del CCU Bologna Giuseppe Poli- rappresenta una conferma della mancata esigibilità degli impegni dei gestori, mentre viene confermato come toccasana l’aumento delle tariffe a carico del cittadino/utente”.