Entro tre settimane una proposta di piano industriale di consolidamento e di rilancio dello stabilimento modenese della Gambro Dasco, sia per quanto riguarda la ricerca che per la produzione. Questo è in sintesi quanto emerso, oggi a Roma, durante l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico tra la proprietà della Gambro Dasco di Mirandola e Medolla, il presidente Vasco Errani e l’assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, i sindacati e i rappresentanti degli enti locali modenesi. All’incontro hanno partecipato alcuni parlamentari e consiglieri regionali.
L’appuntamento a Roma presso il Ministero dello Sviluppo economico è stato fissato per la giornata di martedì 1 marzo.
«Occorre un piano industriale serio e puntuale che assicuri la riorganizzazione ed in rilancio di una azienda che ha interconnessioni importanti con il sistema sanitario del nostro Paese. Ha sottolineato il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani.
«Bisogna fare un gioco di squadra mettendo in campo la diplomazia per verificare le reali intenzioni della azienda» ha sottolineato l’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli, aggiungendo che «la regione è fortemente impegnata a garantire le migliori condizioni di sistema per la permanenza delle imprese e l’attrazione di capitali, in modo particolare con la rete della ricerca e dell’alta tecnologia, entro cui spicca la piattaforma dedicata alle scienze della vita».
La Regione ha ribadito alla proprietà che l’andamento positivo del distretto biomedicale, nonostante il periodo di crisi economica, non giustifica propositi tanto radicali di taglio della produzione e della occupazione. La multinazionale Gambro Dasco, che ha sede nel distretto biomedicale modenese, ha annunciato l’intenzione di delocalizzare in Cina, Messico e Repubblica Ceca e di esternalizzare una parte della propria produzione con l’ipotesi di conclusione del percorso nel 2012 con il taglio di 400 posti di lavoro.
«Ipotesi questa – ha concluso Muzzarelli – è una proposta non ricevibile. Spero, quindi, che prevalga buon senso per rilanciare l’azienda».