La nascita nel 2008 del Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” ha innalzato a Modena a ruolo di Centro di riferimento nazionale ed internazionale sulla caratterizzazione delle cellule staminali epiteliali e sulla loro applicazione clinica in terapia cellulare e genica.
I livelli di prestazioni e di eccellenza raggiunti dal Centro, sostenuto dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e dal Quality Center Network della Provincia di Modena, hanno determinato le condizioni scientifiche e culturali per promuovere ora un Corso di perfezionamento in Medicina Rigenerativa: aspetti biologici, clinici, normativi e gestionali – riservato ai laureati in medicina, biotecnologie, farmacia, biologia – che affronti tutti gli aspetti della materia. L’obiettivo è condividere tra ricercatori, clinici ed imprese gli aspetti biologici, clinici, normativi e gestionali di questo nuovo filone della scienza cui si affida l’attesa per curare un gran numero di patologie e, in particolare, molte malattie “rare”.
Le iscrizioni al corso si sono chiuse il 4 febbraio ed hanno visto l’adesione di 22 partecipanti, 20 dei quali dipendenti delle Aziende Sanitarie della Regione Emilia Romagna che godono quindi di un finanziamento nell’ambito del Programma di Ricerca Regione-Università 2007-2009 per coprire le spese di iscrizione al corso di 1.000 euro. Il corso, iniziato oggi – martedì 15 febbraio – si svolge presso il Centro Servizi Didattici della Facoltà di Medicina e Chirurgia e presso lo stesso Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” sotto la direzione del prof. Michele De Luca, proponendo ai frequentanti attività, che si tengono due giorni alla settimana (martedì e mercoledì), sotto la guida di docenti dell’Ateneo modenese-reggiano e di altre importanti Università Italiane, oltre che di esponenti di Istituzioni ed Enti di ricerca. L’ impegno didattico ri-chiesto è di 375 ore, 88 delle quali dedicate a lezioni frontali, 80 per la frequenza a laboratori e reparti.
“Modena è già all’avanguardia europea ed internazionale, nella medicina rigenerativa dopo la realizzazione del Centro ‘Stefano Ferrari’ – commenta il prof. Sergio Ferrari, Preside della Facoltà di Bioscienze e Biotecnologie – Ora ci proponiamo di diventare protagonisti nella diffu-sione delle conoscenze relative al settore delle biotecnologie applicate ai meccanismi molecolari e cellulari alla base di malattie umane, svolgendo un’azione di raccordo tra ricerca e mondo delle imprese per lo sviluppo e l’implementazione delle nuove prospettive terapeutiche offerte dall’utilizzo delle cellule staminali”.
Il corso, unico del genere in Italia, costituisce un un’importante completamento del progetto di ricerca “Human epithelial stem cells: molecular characterization and development of clinical applications in regenerative medicine (Cellule staminali pepiteliali umane: caratterizzazione molecolare e sviluppo delle applicazioni cliniche in medicina rigenerativa) ”, finanziato dalla Regione nell’ambito dello stesso Programma di Ricerca Regione-Università 2007-2009 del quale la Facoltà di Bioscienze e Biotecnologie è capofila di un gruppo che vede impegnate l’Azienda USL di Cesena e l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Parma.
Il Progetto, coordinato dal prof. Michele De Luca, Direttore del Centro di Medicina Rigenerativa, coinvolge le Strutture Complesse di Dermatologia, Oculistica, Urologia, e di Odontoiatria e Chirurgia Maxillo-facciale del Policlinico modenese in quanto coinvolte negli studi e nei processi di ricostruzione dei tessuti epiteliali partendo da cellule staminali adulte prelevate da minuscoli campioni di tessuto. “Il Centro di Medicina Rigenerativa – commenta lo stesso prof. Michele De Luca – collabora con l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena nella ricostruzione della pelle e delle cornee danneggiate da traumi o patologie genetiche. Da molti anni mi occupo, assieme alla prof.ssa Graziella Pellegrini della ricostruzione della epidermide, sia in ustioni estese che nel trattamento della vitiligine, ed hanno recentemente sviluppato una tecnologia che consente la ricostruzione di epitelio corneale ed il recupero della capacità visiva in pa-zienti affetti da gravi ustioni chimiche della superficie oculare”.
Ad oggi la sperimentazione è in fase clinica per quanto riguarda la Struttura Complessa di Dermatologia, per la cura delle ferite difficili e per la cura delle malattie rare, come l’epidemiolisi bollosa giunzionale, e per la Struttura Complessa di Oculistica, per il trattamento delle patologie della cornea. Vi sono, poi, altri studi, ancora in fase in fase preclinica: gli studi sul tessuto epiteliale uretrale verrà sviluppata in collaborazione con la Struttura Complessa di Urologia, con l’obiettivo di ricostruire l’uretra compromessa da stenosi uretrali recidivanti e quelli con la Struttura Complessa di Odontoiatria e Chirurgia Maxillo Facciale per ricostruire la mucosa del cavo, fatta in collaborazione.
È fondamentale che la medicina rigenerativa lavori a stretto contatto con una struttura ospedaliero – universitaria d’avanguardia, per poter valutare “sul campo” le ricadute assistenziali delle ricerche effettuate. “Oltre alla sinergia tra Ateneo e Aziende Sanitarie della Provincia – ha spiegato il dottor Stefano Cencetti, Direttore generale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – Modena può vantare su un’ulteriore punto di forza: la collaborazione con un distretto Biomedicale come quello di Mirandola, molto radicato e all’avanguardia che permette al Sistema di assistenza, ricerca e didattica della nostra Provincia di costituire un fondamentale snodo di ri-cerca translazionale, cioè, per utilizzare un termine anglosassone “from bench to bedsite”, espressione che possiamo tradurre ‘dal banco di ricerca al letto del malato’.
La traslazione alla clinica delle attività di ricerca svolte nei settori della medicina ri-generativa e della genetica trova il suo naturale luogo di sviluppo all’interno del Quality Center Nerwork, il polo di aggregazione, organizzato con il contributo delle tre Fondazioni delle Casse di Risparmio di Modena, Mirandola e Carpi e delle sezioni modenesi di Confindustria, Cna, Lapam Confartigianato, Confapi Pmi, chiamato a lavorare per il settore biomedicale unendo le associazioni imprenditoriali provinciali, l’Azienda Policlinico e l’Azienda Usl, l’Università di Mo-dena e Reggio Emilia, la Provincia, l’Unione dei Comuni dell’Area Nord e Democenter-Sipe, il Centro per l’innovazione e il trasferimento tecnologico del territorio.
Proprio la ricerca translazionale è uno dei punti cruciali su cui verterà il corso modenese, qualificandolo rispetto ad altre esperienze analoghe. “Il nostro scopo – ha spiegato il prof. Pier Carlo Marchisio, professore ‘emerito’ dell’Università di Torino, referente scientifico del corso – è mettere a disposizione dei corsisti i grandi risultati ottenuti in questi anni conseguiti nel settore delle terapie genetiche con cellule staminali adulte, risultati che hanno già importanti ricadute cliniche”.