Il commissario straordinario del Comune di Bologna Annamaria Cancellieri, nella seduta commissariale odierna a Palazzo d’Accursio, ha conferito i quattro importanti onorificenze, in particolare:
Con i poteri della Giunta il Premio Nettuno d’Oro, istituito per premiare i cittadini che abbiano onorato con la propria attività professionale e pubblica la Città di Bologna, a Giancarla Codrignani e Fulvio Alberto Medini.
Con i poteri del Consiglio il Premio Archiginnasio d’Oro, conferito a personalità che si sono distinte nel campo della cultura e della scienza ad Eugenio Riccòmini e Antonio Faeti.
Nettuno d’oro Giancarla Codrignani
Giancarla Codrignani docente di letteratura classica, giornalista, politologa, teologa, femminista, nasce a Bologna il 18 luglio del 1930. Subito dopo la laurea in lettere antiche comincia la sua carriera come docente di lettere greche e latine nei licei classici, collabora con l’Istituto di filologia dell’Università di Bologna, per il quale cura l’edizione critica del Codice Catulliano 2744 e pubblica un importante manuale di latino per Mondadori.
Da subito si dedica alla scrittura e la sua ampia produzione saggistica riassume le tappe dell’impegno politico e dell’elaborazione culturale dei grandi ideali di tutta una vita.
Come giornalista pubblicista ha collaborato e collabora con numerosi giornali e riviste, ma è soprattutto la sensibilità al tema della discriminazione in tutte le sue diverse accezioni che fa da filo rosso alla sua lunga e brillante carriera, sensibilità che non si ferma al piano teorico, ma instancabilmente cerca soluzioni pratiche e attuali.
Nell’ampia produzione saggistica ricordiamo, tra gli altri, alcuni importanti contributi quali Le donne e la Costituzione e La condizione della donna in Europa (ed. della Camera dei Deputati), Beyond Chernobil (ed.Envirobook, Sydney), Memoria, paura, volontà, speranza (ed. ANPI), Letture al femminile della Costituzione (ed. ANPI, FIAP, FIVL), Madri e padri (ed. UDI). Tra i suoi libri più conosciuti ricordiamo Donne e internazionalismo (ed. Lega per i diritti dei popoli,1980), L’Odissea intorno al telaio (ed. Loescher/Thema, 1990), Sono donna e basta (ed. La Piccola editrice, 1992), L’in-certezza del diritto (ed. Franco Angeli, 1997), Ecuba e le altre (Ed. Cultura della Pace, 1998), Ottanta, gli anni di una politica (Servitium, 2010)
L’impegno politico la conduce alla Camera dei Deputati, dove viene eletta per tre legislature nel periodo che va dal1976 al 1990, e la coinvolge in importanti battaglie legate ai temi più delicati dell’agenda politica quali l’interruzione di gravidanza, la richiesta di una commissione di monitoraggio sulle questioni di genere, la ratifica della Convenzione internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni contro le donne, la violenza contro le donne e la condizione femminile nei Paesi del Sud del mondo.
Sempre impegnata, anche come cattolica, nelle battaglie per i diritti umani, ha privilegiato l’ambito femminista senza però mai dimenticare le grandi questioni internazionali. Testimone delle prime elezioni libere in Nicaragua e inviata in missione parlamentare in Cile durante l’assedio, la sua opera è stata riconosciuta dall’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite. Presidente della lega degli Obiettori di coscienza è stata ed è una delle figure più rappresentative della cultura italiana della nonviolenza.
La lunga e intensa attività intellettuale e politica di Giancarla Codrignani ha sempre incluso Bologna e la riflessione sulle questioni legate al governo della città, alla quale, tra l’altro, ha offerto con generosità la sua partecipazione attiva come consulente per i problemi di genere del Comune di Bologna dal 1994 al 1999 e come Presidente dell’Associazione “Donne per il governo delle città”, per la quale pubblica i Quattro quaderni di lezioni alle Istituzioni.
Per la sua generosa partecipazione all’evoluzione civile della nostra città e del Paese, per la dedizione profondamente laica e il costante impegno civico con cui ha sempre svolto la sua opera il Comune di Bologna le è grato.
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Nettuno d’Oro Fulvio Alberto Medini
Fulvio Alberto Medini, è nato a Bologna nel 1930 e dove si laurea in Economia e Commercio.
Dopo aver ricoperto per alcuni anni l’incarico di assistente presso la cattedra di Statistica dell’Università di Bologna, nell’aprile 1955 entra nei ruoli amministrativi del Comune di Bologna.
Nel 1958 vince il concorso nella carriera direttiva e viene nominato Responsabile del Settore Statistica, continuando così a collaborare con il professor Paolo Fortunati di cui era stato allievo all’Università.
Nel 1962 diviene Responsabile dei Servizi Tasse e Tributi, per passare quindi al Settore Ragioneria come Vicedirettore nel 1963 e Direttore nel 1972.
Nel 1975 diviene Vicesegretario generale mentre l’anno seguente è nominato Segretario Generale, ruolo che ricoprirà fino al 1997.
Dal 1991 al dicembre 2001 Fulvio Alberto Medini è il Direttore Generale del Comune di Bologna; ricopre infine il ruolo di consulente del Sindaco dal 2001 al 2004.
Tra i suoi numerosi incarichi si ricordano: quelli di Revisore dei conti in enti quali l’Ente Autonomo per le Fiere di Bologna, l’Istituto per la Storia di Bologna, il Centro Medico Sociale per la Prevenzione e lo studio dei tumori, l’Azienda Regionale per le foreste, quelli come Sindaco effettivo o supplente in diverse società, fino a quelli di Presidente di ATC S.p.A. e di Interporto Bologna S.p.A.
Fulvio Alberto Medini ha partecipato in modo sostanziale anche al dibattito che, a partire soprattutto dagli anni ‘80, ha impegnato la Pubblica Amministrazione, e che ha condotto a determinare il nuovo assetto dei Comuni sia sul piano organizzativo sia normativo.
Fulvio Alberto Medini ha costituito per molti anni un saldo ed importante punto di riferimento per tutti gli amministratori ed i dirigenti del Comune di Bologna.
La competenza e la professionalità da lui dimostrate sono doti apprezzate e riconosciute da tutti, così come la sua capacità di mettersi in rapporto con gli altri e di essere al di sopra delle parti.
Durante tutta la sua vita lavorativa Fulvio Alberto Medini è stato un uomo delle istituzioni, che ha trasferito nell’attività amministrativa non solo conoscenze specifiche molto elevate ma soprattutto senso di equilibrio ed umanità, contribuendo a qualificare l’azione del Comune ed a motivare coloro che vi lavoravano.
Per questo suo straordinario percorso professionale e l’importante contributo fornito alla valorizzazione dell’immagine politico-amministrativa e culturale della città di Bologna, l’Amministrazione gli è grata.
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Archiginnasio d’oro Eugenio Riccòmini
Eugenio Riccòmini si è laureato a Bologna con una tesi su Giovanni Antonio Burrini e dal 1963 ha percorso un lungo e prestigioso itinerario professionale che lo ha visto per più di vent’anni al lavoro nell’amministrazione statale: a Venezia, a Bologna (dove ha collaborato con Cesare Gnudi), a Ferrara e poi a Parma, come soprintendente per dieci anni.
Si è occupato di restauri importanti (la facciata di San Petronio a Bologna e le cupole del Correggio a Parma), di musei (ha diretto per alcuni anni la Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti a Ferrara e si è occupato del rinnovamento museale della Galleria Nazionale di Parma) e di mostre (esemplare la mostra sul Settecento emiliano che nel 1979 venne ospitata a Bologna, a Parma e a Faenza).
Ha insegnato storia dell’arte nelle Università di Messina e di Milano e scritto libri su temi rinascimentali e barocchi. Tra questi si segnalano, oltre ai volumi sulla pittura ferrarese del Sei e del Settecento, i due volumi sulla scultura emiliana del Seicento (Ordine e Vaghezza, nel 1972) e del Settecento (Vaghezza e Furore, nel 1977).
Dal 1983 ha tenuto, per il Comune di Bologna, lezioni pubbliche di storia dell’arte: un’esperienza di divulgazione pressoché unica in Italia, ideate soprattutto per avvicinare i giovani alla cultura artistica. Le sue conferenze svoltesi nel corso degli anni sono state sempre affollate da un pubblico rapito dalla sua brillante dote di divulgatore capace di trasmettere l’arte di leggere l’arte, così come la storia della città di Bologna.
È stato Consigliere Comunale (dal 1970 al 1995), Assessore alla Cultura (nel 1985/86 e nel 1995), Vice Sindaco della città di Bologna (nel 1989/90) ed infine Presidente della Commissione per la Qualità Urbana (1995/1999). In tutti questi ruoli si è sempre battuto incisivamente contro il degrado e per la tutela del patrimonio storico-artistico della città.
Dal 1995 al 2001, in qualità di Direttore dei Musei Civici d’Arte Antica, ha organizzato mostre e promosso iniziative di grande rilievo non solo nazionale (ad esempio la rassegna su Donato Creti tenutasi al Metropolitan Museum di New York dal 27 ottobre 1998 al 31 gennaio 1999).
Nel 2003 ha dato alle stampe la raccolta dei suoi scritti principali sull’arte di Correggio (Sette saggi sul Correggio) e un volume che descrive lo svolgimento della vicenda artistica bolognese dalle sue prime origini ai giorni nostri (Arte a Bologna). Nel 2006 è stato uno dei curatori della mostra antologica di Annibale Carracci che si è tenuta presso il Museo Civico Archeologico di Bologna e presso il Chiostro del Bramante a Roma. Dal 2009 è Presidente dell’Istituzione Musei Civici
La figura di Eugenio Riccòmini, uomo di letture e di cultura vastissime, sempre in primo piano nel suo costante impegno per la difesa del patrimonio artistico culturale e storico di Bologna e del Paese, è così ricca e complessa che non si può certo riassumere in poche righe.
Per la sua generosa partecipazione alla vita artistica-culturale-civile della nostra città e per la dedizione e il costante impegno civico con cui ha sempre svolto la sua opera, la città intera gli è grata.
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Archiginnasio d’oro Antonio Faeti
Antonio Faeti, saggista, scrittore brillante e coltissimo è stato per molti anni l’unico Professore Ordinario di letteratura per l’infanzia negli Atenei italiani. Ad oggi è punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che che si interessano all’immaginario e alla Letteratura per l’infanzia.
Faeti nasce nel 1939 in via San Felice ed è proprio qui, nel cuore di Bologna, che si sviluppano la sua vita il suo immaginario e la sua carriera.
Ad un’ infanzia difficile e segnata dalla guerra, segue un’adolescenza ricca di straordinarie frequentazioni e popolata di grandi maestri.
Allievo all’istituto magistrale Albini del grande latinista Marsilio Bacci e dello studioso di Collodi e de Amicis, Luigi Volpicelli a quindici anni inizia a studiare con il pittore ungherese Bela Dala Kisfaludi e dopo il diploma si iscrive all’Accademia di Belle Arti, legando il suo percorso di studi a docenti straordinari come Ovidio Gardenghi e Luciano Argegno.
Già maestro elementare e pittore si iscrive alla facoltà di magistero, corso di laurea che interrompe dedicandosi con passione alla scrittura e alla pittura. Kindertraumdetun, la sua prima mostra personale in una galleria bolognese, vede in catalogo il famoso saggio dell’amico Gianni Celati Il Qui e l’Altrove. Il sodalizio con Celati è un passaggio importante nella vita di Faeti che con lui frequenta Italo Calvino e Umberto Eco.
La pausa universitaria dura sei anni, ma nel 1971 arriva la laurea e nello stesso anno Faeti pubblica, nel catalogo della mostra degli illustratori della Fiera di Bologna, il saggio Il tempo perduto dei poveri figurinai, dando così il via alla lunga e prolifica collaborazione con la Fiera che lo porterà ad assumere la presidenza, nel 1999, del Bologna Ragazzi Award. Nel 1972 Einaudi pubblica invece Guardare le figure, testo fondamentale e pietra miliare nello studio dell’illustrazione dedicata ai ragazzi di cui anche Federico Fellini si innamora.
Dal 1982 al 2000 Faeti è professore associato di Storia della Letteratura per l’Infanzia ed è proprio a lui che, nel 1988, l’ Università di Bologna chiede di tenere la prolusione alle celebrazioni per il IX centenario.
Il discorso di prolusione, dal titolo La strega e lo stralisco. Letteratura per l’infanzia tra emarginazione critica e nuove prospettive ermeneutiche è un autentico atto d’amore per questa disciplina ancora poco diffusa negli atenei italiani.
La carriera universitaria si conclude volontariamente nel 2000 per lasciare il posto all’incarico di docenza di Grammatica della Fantasia e Storia dell’Illustrazione all’Accademia di Belle Arti, incarico che lascia nel 2008.
E’ veramente difficile riassumere in poche righe il senso di una vita così densa, ricca di avvenimenti ed esperienze.
Le tracce di Antonio Faeti sono tangibili in città: prima fra tutte la libreria per ragazzi fondata dalle sue allieve.
I suoi lunghi anni di insegnamento ed i suoi saggi hanno formato la sensibilità umana e professionale di molti uomini e donne.
I suoi romanzi descrivono una Bologna bellissima, attraversata da storie avvincenti, abitata da personaggi straordinari e da figure frutto del suo sconfinato immaginario che accolgono e guidano la curiosità e l’immaginazione dei piccoli cittadini.
Per questo suo straordinario percorso, l’importante contributo fornito all’evoluzione civile della nostra comunità e del Paese e alla valorizzazione dell’immagine culturale di Bologna, la città gli è grata.