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Carceri affollate: Sappe proclama lo stato di agitazione in Emilia Romagna


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A causa della “situazione detentiva al carcere della Dozza, a Bologna, ormai insostenibile”, il sindacato della polizia penitenziaria Sappe ha deciso di proclamare lo stato di agitazione regionale. In una nota a firma del segretario nazionale Durante, si sottolinea tra l’altro che “gli undici detenuti ricoverati e piantonati dalla polizia penitenziaria in 3 ospedali diversi (Maggiore, S. Orsola e Malpighi) non consentono più di organizzare il servizio all’interno del carcere. Infatti, nelle 24 ore vengono sottratti 36 agenti al reparto di polizia penitenziaria di Bologna, già carente di circa 200 unita’”. Dei 550 agenti previsti dalle piante organiche – sottolinea ancora il Sappe – attualmente ce ne sono circa 350. Inoltre ci sono 140 agenti distaccati a prestare servizio in altre sedi. I detenuti presenti sono 1200: 439 italiani, 695 stranieri e 66 donne . La situazione non e’ migliore nel resto della regione.

In base ai dati rilevati oggi, a Ferrara ci sono 497 detenuti: 250 italiani, 247 stranieri e nessuna donna; a Forli’ 204: 87 italiani, 98 stranieri e 19 donne; a Modena 475: 128 italiani, 326 stranieri e 21 donne; a Parma 528: 337 italiani, 190 stranieri, 1 donna; a Piacenza 430: 188 italiani, 222 stranieri e 20 donne; a Ravenna 115: 45 italiani, 70 stranieri e nessuna donna; a Reggio Emilia casa circondariale 317: 103 italiani, 207 stranieri e 7 donne; a Reggio Emilia ospedale psichiatrico giudiziario 281: 226 italiani, 55 stranieri; a Rimini 216: 77 italiani e 139 stranieri.

“Siamo stanchi di questa situazione – dice il Sappe – per cui siamo costretti ad indire lo stato di agitazione regionale.

Se non ci sara’ una svolta immediata non e’ escluso che metteremo in atto forme di protesta eclatanti, come una grande manifestazione che coinvolgera’ tutto il personale della Regione. Chiediamo ai vertici dell’Amministrazione regionale un immediato intervento sulla situazione di Bologna, per la gestione degli undici piantonamenti nei reparti degli ospedali cittadini”.