Articolo 29 della Costituzione: “La Repubblica Italiana riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. […]” Articolo 31 della Costituzione: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. […]”.
Il consigliere Ricci taglia e cuce la Costituzione a suo uso e consumo, dimenticando che se è vero che la Costituzione riconosce parità fra gli individui, riconosce anche status particolare alla famiglia, come nucleo fondante della società. I singoli individui non possono essere discriminati, ma decidere di comporre una famiglia, e assumere un esplicito impegno di fronte alla società civile, quindi un sovrappiù di doveri verso le persone che di questa famiglia fanno parte, ha come contrappeso alcuni diritti che dovrebbero facilitare questa assunzione di doveri.
A questo punto chiedo al Consigliere Ricci, e alla sinistra, scopertasi portatrice privilegiata dei valori della Costituzione repubblicana, cosa vogliamo fare con questi articoli della Costituzione? Vogliamo cambiare la definizione di famiglia? Perché è su questo in realtà che stiamo discutendo, non sui diritti civili dei singoli, che non sono qui in dubbio. Abbiate il coraggio di dire che la Costituzione va cambiata, se volete davvero parificare le coppie di fatto alle coppie sposate. Oppure adeguatevi al dettato costituzionale sulla definizione di famiglia e sui diritti che da questo status dipendono
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)