“Sulla Social card abbiamo avuto molte occasioni nei mesi passati di denunciare la distanza , nella realtà nazionale e modenese, tra quanto propagandato dal Governo come «un moderno e reale sostegno economico per i più poveri» e la limitatezza sia dal punto di vista dell’importo che della platea, degli effetti di tale strumento”. Ad affermarlo sono Tania Scacchetti della segreteria provinciale Cgil di Modena e Alfredo Sgarbi del sindacato pensionati Spi/Cgil.
I dati parlano di 750.000 fruitori a livello nazionale, nella nostra provincia stimiamo siano alcune centinaia. Numeri certamente inferiori a quelli relativi al “bonus” per gli incapienti istituito dal Governo Prodi che copriva una platea di quasi 3 milioni di persone a livello nazionale, oltre 20.000 a Modena.
I pensionati e le famiglie con figli minori di 3 anni e basso reddito che hanno “goduto” della social card sono pochi e tante categorie, tra l’altro alcune fra le più colpite dalla crisi economica, come i giovani precari e gli immigrati, ne sono escluse.
“Oggi il Governo rilancia con il decreto Milleproroghe questo strumento, paternalistico e datato, – spiegano i sindacalisti – che ha già dimostrato di non aiutare chi ha davvero bisogno (prova ne è il fatto che il fondo destinato alla social card è rimasto in gran parte non speso nonostante l’incidenza della povertà, assoluta e relativa, sia in aumento) e non affronta invece in maniera strutturale il tema del sostegno alle persone e alle famiglie più povere con l’obiettivo di farle uscire da condizioni di marginalità”.
Anzi, di fatto, con l’introduzione della sperimentazione per i comuni con più di 250.000 abitanti di affidarne l’erogazione agli Enti caritativi, si rovescia il rapporto fra Pubblico e Terzo settore, legittimando di fatto un’idea caritativa e discrezionale che non può appartenere all’idea di welfare inclusivo e universale che la Cgil convintamente sostiene.
“La Cgil ritiene necessario – aggiungono Scacchetti e Sgarbi – che ai Comuni sia assegnato un ruolo di primo piano nella funzione di indirizzo e di programmazione partecipata degli interventi sociali nel territorio, e che si deve prevedere un piano nazionale di contrasto alla povertà”.
Ancora una volta, purtroppo, con la social card siamo di fronte ad un intervento propagandistico, che non avrà nessuna efficacia nel contrasto alla crisi economica e non aiuterà le tante famiglie di lavoratori e pensionati che anche qui a Modena con difficoltà arrivano alla fine del mese.
Anche per questo la Cgil continuerà a rivendicare politiche e interventi veri di contrasto alla crisi economica.